Sanità

Non hanno fatto ricorso alle cooperative gli ospedali Galliera, San Martino, Gaslini, Evangelico e Villa Scassi
2 minuti e 26 secondi di lettura

La Liguria ha speso, negli ultimi anni, circa 4 milioni di euro per coprire il fabbisogno di personale mancante in tutte le strutture ospedaliere regionali e per evitare la chiusura di alcuni servizi sanitari: in primis nei pronto soccorso ma anche in tanti dei reparti rimasti scoperti. Di questi però, 3 milioni riguardano esclusivamente l'ultimo anno, il 2022. Il personale utilizzato proviene da cooperative mediche private, sono i cosiddetti "medici a gettone", chiamati a coprire emergenze per periodi più o meno lunghi.

Una abitudine che non riguarda di certo solo gli ultimi mesi, iniziata invece già nel 2020 - seppure timidamente - in tutta la regione e suddivisa in modo molto diverso nelle varie Asl che coprono il territorio. Asl3 per esempio, l'azienda che gestisce la sanità dell'area metropolitana genovese nonché l'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, con il suo bacino di utenti di oltre 350mila cittadini, non ha usufruito di personale "a gettone". Nemmeno gli altri grandi ospedali genovesi come l'IRCCS San Martino, il Galliera, il pediatrico Gaslini, l'Evangelico vi hanno fatto ricorso.

Pronto Soccorso, Gratarola: "Riduzione a tre centrali non indebolisce il servizio"

I dati sono stati presentati martedì 17 gennaio in consiglio regionale, l'occasione per snocciolarli è stata una interrogazione di Lista Sansa che chiedeva "quanti medici negli ospedali prestano servizio attraverso le cooperative e il costo sostenuto". Per l'assessore Gratarola, prima ancora di parlare di numeri, "lavorare in maniera mercenaria è fuori dalle regole naturali in quanto il lavoratore deve essere inserito almeno in una rete regionale".

I costi sostenuti dalla giunta per il ricorso alle cooperative è di circa 4 milioni totali se si calcola la spesa effettuata negli ultimi anni e che varia molto di Asl in Asl, sia per il livello di spesa sia per gli anni analizzati. La spesa maggiore resta quella dello scorso anno, quando il ricorso alle cooperative è stato più alto. In una sorta di "classifica" dell'uso di personale sanitario a gettone è l'area del ponente, con Asl1, quella che è stata costretta maggiormente al ricorso alle cooperative.

Per l'azienda sanitaria imperiese - sommando la spesa del 2021 (che per quell'anno corrisponde esclusivamente a un aiuto sui reparti di emergenza e urgenza) a quella del 2022 - si arriva a 2 milioni e 360mila euro di costi.

Per Asl2, che copre l'area savonese, il ricorso a cooperative è stato pari a 572mila euro a partire da agosto 2021.

Continuando il percorso ligure da ponente a levante, nessuna spesa in Asl3, mentre in Asl4 - l'area chiavarese - negli ultimi tre anni sono stati spesi 663mila euro. L'anno più impegnativo per Asl4 è stato il 2022 con una spesa di quasi 316mila euro, mentre nel 2021 erano 296mila e nel 2020 in tutto circa 50mila.

Infine l'area spezzina: in Asl5 la spesa è riferita in verità agli ultimi 5 anni ed è pari a circa 135mila euro.

Per quanto riguarda le guardie mediche pediatriche, le cooperative hanno supportato - nel secondo semestre 2022 - il servizio del S. Andrea della Spezia e dell'ospedale di Lavagna con un totale di costi sostenuti pari a 325mila euro.

 

ARTICOLI CORRELATI

Mercoledì 18 Gennaio 2023

Ospedale Felettino, Gratarola: "Verrà consegnato entro agosto 2026"

In consiglio regionale le ultime notizie sul cronoprogramma dei lavori del nosocomio spezzino
Martedì 17 Gennaio 2023

Pronto Soccorso, Gratarola: "Riduzione a tre centrali non indebolisce il servizio"

GENOVA - Regione Liguria deve ridurre le centrali operative dei pronto soccorso, ovvero i centri di coordinamento che ricevono le telefonate e gestiscono le auto mediche. A stabilirlo è il decreto Balduzzi, che obbliga le Regioni ad averne una ogni seicentomila abitanti: la Liguria dovrà quindi pass