GENOVA - "Sono rimasto colpito dai numeri in crescita del disagio giovanile post pandemia e ho deciso che dovevo fare qualcosa, con degli amici abbiamo iniziato a pedalare, nel vero senso della parola, partecipando a una gara in bici e da lì abbiamo iniziato a raccogliere soldi per aiutarli". Così l'attore genovese Paolo Kessisoglu alla presentazione del progetto di sostegno psicologico ai giovani post pandemia "C'è da fare e ascoltare" promosso dall'associazione Occupy Albaro.
"Ho capito sulla mia pelle quanto fragile sia l’età dell’adolescenza e quanto incompleto possa essere il nostro ruolo di genitori - racconta Kessisoglu - non esiste una famiglia perfetta, non esiste un genitore perfetto e riconoscerlo è fondamentale per capire che da soli non possiamo fare tutto. Lasciare che qualcuno che non siamo noi ascolti i nostri figli e se ne prenda cura da un punto di vista professionale è un gesto di umiltà, non una resa come educatori e può essere determinante per la salute mentale dei ragazzi".

I fondi raccolti sono 50mila euro e serviranno a creare un’equipe multidisciplinare per fornire supporto domiciliare ai ragazzi dimessi dal reperto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale Gaslini di Genova, ossia quegli adolescenti che maggiormente hanno patito le conseguenze del lockdown e del successivo distanziamento sociale.
Ad oggi, sono stati individuati 9 ragazzi sul territorio, con età compresa tra 13 e 17 anni e mezzo, ma si prevede che potranno usufruire di questi percorsi almeno 10-15 ragazzi, nel corso del prossimo anno.
La pandemia ha rappresentato un fattore traumatico importante per i giovani e giovanissimi e le richieste di aiuto e cura per disagio psichico per giovani ed adolescenti rispetto al periodo pre-pandemico sono aumentate del 30% in particolare per disturbi d’ansia, depressivi e ritiro sociale.
"Il progetto “C’e da fare” rappresenta un programma importante di sostegno psicologico e riabilitativo - spiega Lucio Ghio direttore dipartimento salute mentale e dipendenze Asl 3 Genova - ha come primo obiettivo, attraverso la creazione di una mini-equipe formata da uno psicologo e due educatori, quello di aumentare le possibilità di supporto domiciliare per questi ragazzi in difficoltà. Il progetto ha a mio avviso anche altri significati importanti: rappresenta innanzitutto una forma di collaborazione concreta tra l’istituzione sanitaria e la cittadinanza attiva, in linea con i principi del patto della salute mentale di Genova e le raccomandazioni dell’organizzazione mondiale della salute, che vedono nello strumento dell’integrazione tra le istituzioni formali, le associazioni e la comunità la strategia vincente per superare i problemi di salute mentale. Infine ha anche un valore culturale, di diffusione del valore della salute mentale a tutta la società oltre lo stigma che spesso affligge i pazienti e i servizi che li curano, non è infatti frequente che un’associazione decida di devolvere una raccolta benefica a favore di pazienti con disagio psichico o psicologico, è un segnale importante per il quale mi sento di ringraziare profondamente Occupy Albaro e Paolo Kessisoglu”.
A breve sarà strutturata la mini-equipe, composta da uno psicologo e un educatore.
“Nel nostro reparto arrivano ragazzi con disturbi psichiatrici acuti, severi - spiega il prof. Lino Nobili responsabile della neuropsichiatria infantile del Gaslini - il nostro obiettivo è quello di aiutarli a superare questa fase e programmare insieme ai colleghi del territorio un percorso di aiuto, di riabilitazione che continui al di fuori dell'ospedale. Questo progetto interviene proprio su questo secondo punto e ci sarà di importante aiuto considerata l'enorme richiesta per queste problematiche”.
Il Progetto “C’è da Fare” si rivolgerà a ragazzi con diverse forme di ritiro sociale. I ragazzi potranno usufruire sia di un supporto psicologico e di interventi educativi domiciliari. "Ciascun progetto sarà valutato e condiviso con gli operatori della Asl - racconta Sara Pignatelli direttore di neuropsichiatria Infantile Asl 3 Genova - sarà personalizzato, sulla base del grado di ritiro, della capacità di collaborazione dei ragazzi e delle loro famiglie, nonché dei progressivi cambiamenti che avverranno".
"La fascia adolescenziale è stata sicuramente la più fragile dal punto di vista degli effetti dell'isolamento - sottolinea l'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola - i giovani vivono di aggregazione, necessitano più degli adulti dello stare insieme, del vedersi, del parlarsi. La crescita psicologica deriva proprio dall'interazione tra simili: il lockdown e il distanziamento fisico hanno di fatto minato questo sviluppo. Questa iniziativa merita quindi grande evidenza ed è bello sia partita da una manifestazione sportiva che ha permesso di raccogliere una cifra importante e che farà nascere questa equipe itinerante. Gli specialisti prenderanno in carico i ragazzi che hanno patito maggiormente nel periodo post pandemico considerate l'enorme richiesta di cure, cresciuta del 30%. Un ringraziamento speciale va ai mattatori di questa iniziativa, Paolo Kessisoglu e Occupy Albaro, che pedalando porteranno alla creazione di un team composto dagli specialisti di Asl 3 e del Gaslini".
Soddisfatto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: "Una bella iniziativa dedicata ai giovani che spesso dimentichiamo essere stati i più penalizzati durante i due anni di pandemia, hanno dovuto rinunciare, proprio negli anni in cui la socialità diventa importantissima, a vedere gli amici, allo sport, allo studio a scuola e anche a incontrare i parenti più fragili e anziani. Il disagio psicologico è aumentato proprio tra gli adolescenti e molto è stato fatto sia dalle Asl sia dall’istituto Gaslini ma ogni possibilità in più dedicata a loro è benvenuta e non può che avere il nostro sostegno".
IL COMMENTO
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