GENOVA - "Noi malati di cancro non siamo guerrieri e neanche eroi ci stiamo solo salvando la vita, trattateci in modo normale ma soprattutto voglio che la mia storia aiuti chi si è trovato nella mia situazione per questo ai giovani dico fate prevenzione e alla sanità chiedo maggiore supporto visto che io mi sono sentita spesso abbandonata". Così Gaia Bennati, 24enne genovese, racconta a Primocanale la sua malattia ma soprattutto quello che ha imparato e il messaggio che vorrebbe raggiungesse più persone possibili.
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GENOVA - C'è chi è arrivato in pronto soccorso per un male al ginocchio presente da oltre un mese, chi per un mal di gola senza neanche la febbre, chi per il mal di denti o perchè aveva bisogno di un certificato e non trovava il proprio medico di famiglia. Esempi di un utilizzo non corretto del pronto soccorso che non sono eccezioni. Uno dei principali fattori che contribuisce al sovraffollamento è rappresentato dagli 'accessi impropri', ovvero l'abitudine di andare in ospedale o chiamare il 118 anche quando le condizioni cliniche dei pazienti non giustificano l'accesso alle strutture di urgenza-emergenza. A raccontare questi casi e i numeri a Primocanale è Alessandro Rollero direttore del pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi-Asl 3 di Genova Sampierdarena che è al servizio di circa 350mila persone.
"Dal 1 novembre al 14 dicembre 2023 da noi si sono presentate 4548 persone e di queste il 59% erano codici bianchi e verdi - spiega Rollero - ossia più della metà dei pazienti che sono arrivati non avevano bisogno del pronto soccorso. Una percentuale molto alta soprattutto in questo periodo che è da sempre tra i più complicati per noi dell'emergenza a causa dell'influenza e da qualche anno anche del Covid, il problema però si verifica tutto l'anno, io chiuderò a 38mila accessi e di questi il 65% saranno di bassa intensità".