
La tassa sui crocieristi che la giunta Salis vorrebbe introdurre il prossimo anno continua a far discutere in città. Oggi è scesa in campo in maniera netta e inequivocabile l'Autorità di Sistema Portuale che ha espresso preoccupazione per un possibile calo dei traffici nello scalo genovese. In serata è arrivata la replica dell'amministrazione. Un tema questo che Primocanale ha seguito sin dall'inizio aprendo anche un dibattito in città.
La nota dell'Autorità portuale
"L’Autorità di Sistema Portuale esprime seria preoccupazione per l’ipotesi del Comune di Genova di introdurre, per la prima volta in Italia, una tassa di imbarco sui passeggeri in partenza dal porto. Una misura di natura comunale che, pur eccezionalmente prevista dalla normativa sulle addizionali, presenta caratteri di forte discrezionalità e un’applicabilità non uniforme sul territorio nazionale, con il rischio concreto di generare uno scompenso diretto nel mercato crocieristico e in quello dei collegamenti tramite traghetti con le isole, che sono fondamentali per garantire la continuità trasportistica fra continente e isole.
Genova, così come anche Savona, sono infatti gli home port rispettivamente di MSC Crociere e Costa Crociere, oltre a rappresentare scali strategici per numerose altre compagnie armatoriali che ogni anno scelgono i porti del nostro sistema portuale come punto di partenza o arrivo delle proprie rotte. In un contesto già segnato da una competizione molto accesa tra compagnie e tra porti del Mediterraneo, l’introduzione unilaterale di una tassa passeggeri pari a 3 euro, anche se prevede esenzioni per i residenti del Comune, per i residenti delle isole collegate in continuità territoriale per le forze dell’ordine e la Protezione civile, rischia di alterare ulteriormente dinamiche delicate e consolidate, incidendo negativamente sull’attrattività del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale".
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"Porti concorrenti - continua la nota di Adsp - situati a poche decine di miglia nautiche – e, oltre confine, quello di Marsiglia – rappresentano per le compagnie alternative immediatamente percorribili, con potenziali conseguenze rilevanti sul PIL comunale e regionale e, in caso di spostamenti verso scali francesi, anche su quello nazionale. Da un lato, infatti, il trasferimento delle scalate inciderebbe sull’intera filiera logistica, turistica e occupazionale; dall’altro, rischierebbe di vanificare gli ingenti sforzi compiuti dall’ADSP, che ha investito complessivamente 200 milioni di euro per ridurre in modo sostanziale gli impatti ambientali delle attività portuali sulla città. Ciò attraverso la realizzazione degli impianti di cold ironing attualmente in esecuzione, la promozione dell’adozione di nuovi carburanti green da parte delle compagnie armatoriali — dal bio-LNG ai combustibili a basse emissioni come idrogeno e ammoniaca — e l’avvio di avanzati progetti di monitoraggio degli inquinanti atmosferici, basati su centraline, sensori e sistemi di analisi certificati, fondamentali per misurare concretamente l’impatto ambientale delle attività portuali.
La percorribilità tecnica di un tributo legato ai passeggeri, in quel caso aeroportuali, ha già visto un precedente significativo con la soccombenza del Comune di Venezia dinanzi al Consiglio di Stato, proprio a causa delle criticità legate all’individuazione dei criteri applicabili secondo le normative vigenti.
È quindi evidente che l’introduzione di una tassa di questo tipo comporta complessità operative notevoli per gli operatori e per l’intero sistema. L’ipotesi avviata dal Comune di Genova rischia di introdurre un elemento che, se non adeguatamente e sufficientemente ponderato, potrebbe alterare in modo significativo gli equilibri del mercato passeggeri, già caratterizzato da una competizione molto forte tra compagnie e tra porti. Qualsiasi provvedimento che incida sui costi operativi del settore è inopportuno sia adottato in modo unilaterale senza un confronto preventivo con tutto il cluster marittimo. Si confida, quindi, nella possibilità di aprire rapidamente un dialogo ampio e costruttivo, nel quale l’Autorità di Sistema Portuale, in quanto organo di coordinamento di tutte le dinamiche portuali, è pronta a svolgere il proprio ruolo nell’interesse del territorio, degli operatori e delle istituzioni in piena coerenza con le proprie prerogative e potestà".
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