Nuova puntata della nostra inchiesta sui fumi delle navi nel porto di Genova e sugli effetti sulla salute della popolazione. Con la richiesta dei Comitati di San Teodoro riuniti in una rete di associazioni.
I dossier con le navi dei fumi inviati alla Capitaneria "l'unica che ci aiuta"
"Noi come Rete delle associazioni di San Teodoro - spiega Eliana Pastorino, abbiamo coinvolto 16 associazioni del quartiere, le più varie, partendo proprio da esperienze diverse. Abbiamo fatto una cosa limitata proprio perché le forze sono limitate, e abbiamo cercato di partire dal concreto per arrivare poi alle istanze, e ci siamo arrivati perché abbiamo incontrato il sindaco Bucci quando era sindaco, siamo andati molte volte all'ARPAL, però il problema nostro è che nessuno ci aiuta a parte la Capitaneria di Porto, con cui abbiamo un rapporto che oggettivamente sta andando avanti, partito l'anno scorso. Noi mandiamo le foto che scattiamo dalle nostre finestre, perché abbiamo un canale diretto, per cui quando individuiamo le navi e facciamo dei report periodici li inviamo alla Capitaneria di Porto. E l'anno scorso, durante l'estate, questo ha dato qualche risultato. Perché ad esempio nel fotografare i fumi scuri c'era stato un calo a fine estate, grazie al loro intervento.

"Non vogliamo i miracoli, ma siamo amareggiati"
Noi non vogliamo miracoli, però vogliamo che a questo punto i tempi che sono stati detti siano rispettati e soprattutto che non ci si limiti a elettrificare. Si faccia un discorso a 360 gradi e qualcuno prenda in mano cosa vuol dire una volta che c'è l'elettrificazione, prima che finisca, chi è che determina le tariffe, chi è che trova l'approvvigionamento di elettricità adeguato, chi è che incentiva anche con contributi gli armatori ma poi pretenda che chi entra in porto si attacchi. Perché questo discorso secondo noi sta provocando dei danni alla salute e siamo abbastanza amareggiati, perché nonostante abbiamo chiesto all'inizio di marzo sia al presidente Bucci a questo punto come Regione, sia al facente funzioni Piciocchi, un incontro urgente per non arrivare che l'estate 2025 sia la fotocopia negativa o peggiorativa di quelle del 2024-2023. Siamo amareggiati e chiediamo a voi che fate questa iniziativa importante se volete portare ai soggetti che probabilmente incontrerete alcune domande.
"Servono nuove centraline di Arpal in città"
- Prima domanda, noi abbiamo la centralina preziosa di via Bari. Questa centralina ARPAL, dati certificati, l'anno scorso al 21 agosto è stata sospesa nel suo funzionamento per problemi di installazione. È stata ripresa a febbraio. Per fortuna fino al 21 agosto ha funzionato e ci ha consentito di fare dei confronti che hanno dimostrato lo sforamento di molti limiti. Soprattutto in estate. La domanda in questo caso è non può bastare una sola centralina che può anche rompersi e può anche avere dei problemi nelle zone collinari. Ci vuole un'altra centralina che sia in grado di monitorare altri punti del quartiere dove l'impatto c'è.
"Assurdo che non ci siano centraline in porto, le installino"
- Nel marzo 2024 l'Autorità di sistema portuale aveva comunicato al difensore civico, con cui noi abbiamo continui e proficui rapporti, che avrebbero messo delle centraline in porto perché noi non abbiamo delle centraline i cui dati siano noti alla cittadinanza, che monitorino esattamente cosa sta avvenendo in porto perchè non ci sembra veramente credibile che un porto come Genova non abbia delle centraline. È stato detto che i finanziamenti c'erano, ci hanno parlato di una convenzione Regione - Autorità di sistema che poteva attivarle, l'ARPAL dice che non ha i soldi, secondo noi a questo punto la seconda domanda che girerei alla Regione Liguria e all'Autorità di sistema è perché nell'ambito di questi importanti lavori nel porto che si fanno non si richiede come oneri di urbanizzazione a chi fa i lavori, chi ha degli oneri, di impiantare queste centraline che non è per fare del terrorismo però è per rendere possibile che anche con un monitoraggio costante che noi chiediamo ci sia.
"Serve una task force con enti e Asl per monitorare la salute e intervenire"
- Noi chiamiamo una tax force perché ci piace il nome, però ci sia qualcuno che questa estate che è già iniziata sia in grado che quando ci sono le centraline ARPAL, quindi quelle ufficiali che danno dei dati preoccupanti, quando le nostre sentinelle fotografano i fumi neri, quando la Capitaneria giustamente fa il suo lavoro (e lo sta facendo), ci sia la ASL allertata a verificare se quei picchi possono portare problemi, ci sia un'unità di forza che renda possibile ai soggetti fragili che magari sono anche quelli fragili economicamente e che d'estate non vanno via, che abbiano qualcuno a cui rivolgersi se ci sono dei problemi bronchiali, di attacco d'asma, fare una spirometria, avere dei medici di base coinvolti, noi questo l'abbiamo chiesto alla ASL che è un grande assente, è un convitato di pietra come Alisa che ha i dati e non li tira fuori".
IL COMMENTO
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