Porto e trasporti

Tutto questo nuovo scenario avrà un impatto sul commercio mondiale e sicuramente comporterà un aumento dei costi valutato già del 30%.
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Gli attacchi delle milizie yemenite degli Houthi nel Mar Rosso e verso Eilat, la città più a sud di Israele verso obiettivi marittimi si sono ulteriormente intensificati negli ultimi giorni. E ora le principali compagnie marittime del mondo stanno ridisegnando le proprie rotte. Maersk, Cma Cgm, Hapag-Lloyd, Msc Mediterranean Shipping Co hanno annunciato che devieranno il tragitto delle loro navi. Almeno fino a quando l’allarme non rientrerà niente più Canale di Suez, passaggio strategico che dal Mediterraneo conduce all’Oceano Indiano e all’area dell’Asia Pacifico. 

Tutto questo nuovo scenario avrà un impatto sul commercio mondiale e sicuramente comporterà un aumento dei costi valutato già del 30%. perché circumnavigare il continente africano richiede tempi di navigazione più lunghi. E' questa la rotta che ha già deciso di far fare alle sue navi Msc, una cui portacontainer, la Palatium III, noleggiata dalla genovese Ignazio Messina, la settimana scorsa era stata colpita da due missili.

Nel frattempo l’Italian Maritime Rescue Coordination Center, che fa parte delle Capitanerie di Porto, ha elevato il livello di sicurezza a Marsec 3, quello più elevato, nell’area che comprende il Golfo di Aden, le coste dello Yemen, lo stretto di Bab Al Mandab ed il Mar Rosso. Ovviamente aumenteranno i premi delle assicurazioni e quindi del costo del trasporto.

Insomma una situazione "bollente" tutta in evoluzione che rischia di mettere in crisi i porti del Mediterraneo tra cui ovviamente quelli liguri. In questa fase così delicata potrebbero infatti salvarsi gli scali europei con ampi spazi per lo stoccaggio di contenitori a discapito dei nostri.

I NUMERI - Il canale di Suez rappresenta il passaggio obbligato delle forniture provenienti dalla Cina e dirette in Europa e nel continente americano. Da esso transita il 30% del volume dei container del trasporto marittimo internazionale e quasi il 5% del greggio mondiale, il 10% dei prodotti petroliferi e l’8% dei flussi marittimi di GNL.