ROMA - Le parole del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani sulla privatizzazione dei porti fanno ancora discutere. Tajani ha parlato non solo della privatizzazione dei porti ma più in generale delle liberalizzazioni, spiegando che in questo modo sarebbe possibile "mettere in circolazione i 1.800 miliardi di capitali privati nelle banche" con una quota di garanzia di Cassa Depositi e Prestiti, portando come esempio il porto di Rapallo, dove secondo il vicepremier "gli investimenti dei privati sul porto ne faranno una delle realtà portuali più all'avanguardia di tutto il Mar Mediterraneo".
Una prima risposta è arrivata dalla senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita, per cui "dopo aver letto che il suo metro di valutazione sarebbe il porticciolo turistico di Rapallo, ho compreso tutta la sua (di Tajani ndr) approfondita conoscenza della materia" ha dichiarato. Inoltre Paita ha spiegato che i porti "sono già in concessione ai privati. Il prospettato ingresso di Cdp sarebbe un ritorno al pubblico e non al privato".
Forza Italia ha fatto quadrato attorno al vicepremier e dopo il portavoce del partito Raffaele Nevi anche il deputato ligure Roberto Bagnasco è intervenuto a sostegno della proposta: "L’Italia ha una situazione molto delicata, a causa del debito pubblico, pertanto, per la crescita economica del Paese, prima di distributore la ricchezza, bisogna crearla - spiega Bagnasco -. Una grande alleanza, quindi, tra pubblico e privato. Nello specifico, come ha ribadito l’Onorevole Nevi, portavoce di Forza Italia, non intendiamo vendere i porti italiani ma aprire la gestione delle società all’ingresso dei capitali privati, come già accade in molto Paesi europei ed extra europei. Forte la consapevolezza che non sono più possibili gli scostamenti di bilancio, per cui occorre autofinanziarci. Lo Stato deve mantenere la proprietà dei porti e aprire la gestione ai privati. Questo è un messaggio di serietà destinato anche al dibattito interno della maggioranza e, la proposta del Segretario Tajani, si inserisce in un più ampio ragionamento che comprende, ad esempio, il traporto pubblico e la gestione dei servizi della pubblica amministrazione".
Poi l'invito a Raffella Paita: "Spero proprio che l’importante iniziativa di Italia Viva sulla portualitá aiuti l’Onorevole Raffaella Paita a comprendere la posizione di Forza Italia, come sempre ancorata ai principi liberali che ci differenziano profondamente dalla storia dei partiti dai quali proviene la mia collega spezzina".
La risposta della senatrice Paita non si è fatta attendere: "Se Forza Italia è tanto ancorata ai principi liberali, come rivendica il collega Bagnasco, perché non porta avanti all'interno del governo una battaglia seria per liberalizzare i taxi e le concessioni balneari? Sono settori, quelli sì, dominati dal corporativismo, sui quali l'Italia è da sempre inadempiente nei confronti dell'Europa. E che, molto semplicemente, non funzionano e non forniscono servizi adeguati ai cittadini".
"In un Paese nel quale la concorrenza è un un miraggio ed è difficile scardinare le rendite di posizione, che senso avrebbe partire da una realtà, quella portuale, che è già un fiore all'occhiello dell'Italia e in particolare della Liguria? Ricordo a Roberto Bagnasco - prosegue la coordinatrice di Italia Viva - che il nostro modello portuale è già liberalizzato e i porti sono già in concessione ai privati. Il sistema svolge un ruolo fondamentale per le esportazioni, produce ricchezza e occupazione e riversa nelle casse dello Stato molto più di quanto riceva. Senza dimenticare il lavoro svolto dai terminal portuali durante le recenti emergenze covid e gas. Se l'onorevole Bagnasco è disponibile come dice, lo sfido ad una discussione pubblica a Genova", conclude Paita.
IL COMMENTO
La zona buia dell’adolescenza e la campagna che non attira
La contestazione delle “periferie” e l’ascesa delle nuove destre in Europa