MOCONESI – Viaggio nella val Fontanabuona, già più volte definita succursale della A12 (“ma dobbiamo elevarci da questo ruolo” precisa il sindaco di Moconesi Giovanni Dondero), nella valle dove chiudono le attività a causa dell’isolamento infrastrutturale, nella valle dove un grande produttore di caffè, Covim, con 100 dipendenti, ha più volte pensato di andare via, per ammissione dell’amministratore delegato Luca Solari “se non si fa il tunnel dobbiamo rivedere i piani di impresa perché volevamo potenziarci qui”, la valle che continua a restare attaccata alla speranza del tunnel che la colleghi con Rapallo, come spiega Gabriele Trossarello, presidente del tavolo dei sindaci.
Ebbene in questa valle che da anni attende il tunnel scritto nell’accordo compensativo firmato da Autostrade ed enti locali e Ministero, dopo il crollo di ponte Morandi, accanto al “fratello più forte”, il tunnel subportuale di Genova, incontriamo Paolo Corsiglia, “fontanino” per residenza e attività produttiva, e rappresentante della Camera di Commercio di Genova, che ci va giù durissimo: “Ormai delle parole non ci fidiamo più, ne abbiamo sentite troppe negli anni. Non siamo solo preoccupati ma molto preoccupati, finchè non vedremo i primi cantieri. La gente della valle si sente molto presa in giro e le dico anche che sì, temiamo che i fondi del nostro tunnel possano essere distratti su quello subportuale, visto l’aumento dei costi, rischio che leggo sui giornali… Il tempo delle parole è finito, ora servono i fatti” (... continua).
IL COMMENTO
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