GENOVA - Continuano le reazioni dopo il ricorso presentato dal consorzio Eteria sull'aggiudicazione dei lavori per la nuova diga del porto di Genova al consorzio formato da We Build-Fincantieri-Fincosit-Sidra. Dura la presa di posizione del presidente di Assagenti Paolo Pessina.
"Abbiamo appreso con preoccupazione la notizia dei ricorsi contro l'assegnazione a Webuild dei lavori per la realizzazione della Diga del porto di Genova. Speriamo, tuttavia, che quest'opera di un'importanza strategica primaria per il futuro del porto di Genova e per l'intero sistema logistico e produttivo del nord ovest non entri nel tritacarne della giustizia amministrativa.
Ritardare l'opera significherebbe perdere un'occasione epocale per il sistema portuale ligure al quale oggi guardano con interesse rinnovato e con attenzione alimentata dalla recuperata centralità del Mediterraneo grandi operatori internazionali sia della logistica sia dello shipping.
Recentemente, a Lugano, il Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale ha confermato che per il 2026 la nuova diga sarà pronta e che questa opera schiuderà al porto nuove opportunità di traffico e anche un'inversione del trend che ormai da decenni vedeva il traffico del nord ovest italiano prendere la strada dei grandi porti del nord Europa.
Siamo sicuri che soluzioni anche mediate consentiranno di trovare il bandolo della matassa e di consentire il rispetto di quei tempi che per il porto di Genova sono davvero i tempi di una nuova storia.
E' questo il momento di superare le contrapposizioni e anzi - come Assagenti ha più volte rimarcato - di concentrare l'attenzione e le risorse finanziarie disponibili - non solo nel Pnrr - ma su quelle opere, come il nodo ferroviario di Genova, il terzo valico, la gronda di ponente e, ovviamente, la diga che possono determinare davvero un'inversione di tendenza.
Su questa lunghezza d'onda gli agenti marittimi genovesi saranno sempre a fianco del presidente dell'AdSP, chiamato a sciogliere un altro nodo operando rapidamente e con efficacia nell'interesse collettivo, non solo del porto, ma dell'intero sistema economico italiano".
IL COMMENTO
Ecco perché Cristoforo Colombo era genovese
Dalle morti sul lavoro alle pensioni, non basta la Liguria virtuosa a metà