Porto e trasporti

57 secondi di lettura

 

GENOVA - "La nostra nave non è stata nazionalizzata, il carico è ancora a bordo anche se ogni tanto sale quale russo a controllare, ma siamo di fatto pronti a ripartire anche se non abbiamo ancora i documenti in mano e soprattutto ci sono alcuni problemi: ci dicono che il porto è stato dragato e noi crediamo che il pescaggio sia adeguato ma se poi ci incagliamo e blocchiamo tutto? Anche i rimorchiatori ci dicono che ci sono ma non abbiamo in mano nulla. E' un gran caos ma speriamo di uscirne presto". 

 

 

Così a Primocanale Augusto Cosulich aggiorna la situazione sulla nave ferma nel porto di Mariupol con un carico di bramme (semilavorato dell'acciaio) dal 24 febbraio, quando è scoppiata la guerra in Ucraina. "L'equipaggio è salito a 13 persone dalle 8 che avevamo" aggiunge. Qualche mese fa si era paventato lo spettro della nazionalizzazione della nave e del carico da parte dei russi, ma oggi questo pericolo sembra scongiurato. A Cosulich era arrivata anche una proposta di acquisto da parte dei russi "a una cifra irrisoria" aveva detto Cosulich. 

 

Questa volta pare (forse) di essere alla svolta decisiva.