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Le code in autostrada non rovinano solo la giornata degli automobilisti ma anche l'economia. Questo è ciò che pensa Paolo Odone, presidente di Confcommercio Genova, che in collaborazione col vicepresidente e delegato a logistica e trasporti Davide Faltieri ha avviato un tavolo di lavoro per porre una soluzione al problema. L'obiettivo di questo tavolo, a cui siedono le federazioni aderenti a Conftrasporto e Confcommercio, è quello di monitorare e prevedere i flussi di traffico, per esempio legati ad eventi nelle città, e ottenere così la sospensione dei cantieri nei giorni critici. È infatti l'altissima presenza di cantieri, con conseguenti restringimenti di carreggiata e cambi di corsia, a creare ingorghi nelle direttrici liguri, altrimenti scorrevoli come abbiamo potuto constatare nella passata settimana, dove si era già provveduto ad una sospensione in vista del ponte dell'Immacolata.

Confcommercio Genova ha calcolato che i ritardi dovuti ai cantieri hanno spesso superato le cinque ore, dando un duro colpo principalmente al settore alberghiero e quello della ristorazione, che necessitano di prodotti freschi. Questo fatto ha prodotto anche una rimodulazione degli orari di lavoro, con conseguente slittamento nelle ore notturne e un aumento del 30% del costo del lavoro.

"Assarmatori, Assagenti, Spediporto, Federlogistica, FAI e attività aeroportuale, con il coordinamento della Camera di Commercio di Genova hanno unito le forze per arrivare, a breve, a una calendarizzazione dei (necessari) cantieri autostradali - spiegano Paolo Odone e Davide Falteri – Il tavolo di lavoro svolgerà un ruolo di supporto e si riunirà una volta al mese in un’ottica di collaborazione con la Regione Liguria, il Comune di Genova, l’Autorità di Sistema Portuale e Aspi Autostrade. L’obiettivo è contribuire a una pianificazione mirata della cantierizzazione dei lavori sulle arterie viarie di autostrade e della città, evidenziando e comunicando mensilmente le giornate di maggior flusso legate ad esigenze dei settori produttivi coinvolti".

Continua Faltieri: "I ripetuti cantieri su numerosi tratti autostradali hanno creato quotidianamente code nella A26 tra Ovada e Genova, così come sulla A7 in direzione Milano, solita incidenza inoltre sul tratto a/r della A10 tra Arenzano e Savona. Inoltre numerose aree di sosta normalmente utilizzate dagli autotrasportatori per le interruzioni di guida obbligatorie erano costantemente impegnate dai residui dei cantieri. I disagi presso la rete autostradale hanno prodotto un congestionamento del traffico nel centro città, portando come conseguenza problemi evidenti nei trasferimenti di merci nelle aree interne di Genova".

GENOVA - Lo spostamento dei depositi costieri accende le tensioni nel ponente della città di Genova: da un lato ci sono gli abitanti di Multedo, che da anni chiedono lo smantellamento del sito che sorge a pochi passi dalle abitazioni; dall’altro ci sono i sampierdarenesi che, secondo le intenzioni del Comune e dell’Autorità portuale, dovrebbero prepararsi a ospitare, a Ponte Somalia, il nuovo petrolchimico.

Nei due quartieri lo stato d’animo è ovviamente opposto: a Multedo c’è la soddisfazione di avere raggiunto, dopo anni di battaglie, un importante risultato. A Sampierdarena c’è la sensazione di essere sempre destinati a ospitare le servitù cittadine, senza mai un miglioramento per il territorio. I cittadini sono furibondi e dopo una tesissima assemblea pubblica (alla quale aveva partecipato anche Marco Bucci, coperto di insulti) ora passano alle vie di fatto: in centinaia si sono messi in coda per firmare una petizione contro i depositi nel quartiere da recapitare a palazzo Tursi.

Sullo sfondo di questa partita restano dunque Comune e autorithy del porto: il Sindaco Bucci si era formalmente impegnato a risolvere la questione dello spostamento di Carmagnani e Superba entro la fine del suo mandato, al presidente Signorini è toccato il compito (assieme all’università che ha organizzato una sorta di debat public) di individuare l’area in cui delocalizzare le due aziende.

Era inevitabile che qualunque fosse stato il sito prescelto sarebbero nati forti contrasti: l’area di ponte Somalia risponde ai requisiti di spazio necessari per garantire sicurezza ai nuovi depositi ma resta comunque molto vicina al centro abitato, circa 300 metri. Su queste banchine o nelle immediate vicinanze, tra l’altro, già operano diverse aziende, Campostano, gli oli minerali di Beppe Costa, Grimaldi, che vedrebbero danneggiata (o azzerata) la propria operatività, con un conseguente impatto occupazionale che potrebbe, visto che gli addetti del petrolchimico sono solo una trentina, arrivare addirittura a un saldo negativo.

C’è poi la posizione dell’Enac, l’ente che regola il traffico aereo nel nostro Paese: i nuovi depositi si troverebbero, come tutti i terminal di Sampierdarena, in perfetta corrispondenza con il ‘cono aereo’, cioè lo spazio percorso dagli aeroplani in atterraggio o decollo al Cristoforo Colombo. La presenza di Carmagnani e Superba a ponte Somalia rischia, quindi, di essere incompatibile con la presenza stessa dell’aeroporto. Oggi il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, sarà proprio a Genova per partecipare alla presentazione dei cantieri di sviluppo dell’aerostazione: si prevedono sguardi tesi con le autorità locali.

Questo pomeriggio, inoltre, è previsto un comitato portuale volto ad approvare le modifiche tecniche e funzionali su ponte Somalia, indispensabili per arrivare alla definitiva assegnazione della concessione a Carmagnani e Superba: il comitato che dovrebbe definitivamente deliberare lo spostamento (che, all’atto pratico, non sarà immediato) è programmato per il 28 o 29 di dicembre.

Stasera, infine, a Multedo si terrà l’assemblea pubblica dei cittadini del quartiere, alla quale parteciperanno anche il Sindaco Bucci e il presidente del porto Signorini: l’intero dibattito sarà trasmesso in diretta da Primocanale.

Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per questo giovedì potrebbe avere pesanti conseguenze sul fronte dell'autotrasporto: le sigle di categoria, infatti, Filt Cgil e Uiltrasporti, hanno annunciato di voler raddoppiare la portata dell'astensione che si concluderà solo alla mezzanotte di venerdì 17 dicembre. 48 ore di blocco dei tir con presidi sul territorio. 

"Nel corso degli ultimi anni, con il crollo del ponte Morandi, e la pandemia Covid 19, gli autisti dipendenti del settore dell’autotrasporto sono stati investiti da un incremento di ore di lavoro, impegno, sacrificati a operare in condizioni disagiate al limite delle proprie forze, sacrificando in molte occasioni la sicurezza e la dignità della categoria - scrivono i sindacati -  in virtù della grave situazione che si era venuta a creare per la Regione Liguria e per tutto il Paese, con grande senso di responsabilità, senza attivare forme di lotta sindacale, abbiamo richiesto e atteso invano, almeno, un adeguamento economico dalle aziende del settore. Con molte Associazioni Datoriali dell’Autotrasporto e con molte aziende, si era condiviso l’impegno che non appena fossero stati erogati gli indennizzi, per i danni derivati dal crollo del ponte Morandi, parte di essi sarebbero andati ad incrementare le retribuzioni degli autisti, essendo di fatto coloro direttamente impattati dai gravi disagi, tramite accordi Sindacali dedicati. Purtroppo, ad oggi, nonostante tutte le aziende di autotrasporto abbiano beneficiato degli indennizzi previsti dal Decreto Genova, nessuna società ha stipulato accordi con i sindacati in merito, di conseguenza nessun beneficio economico è arrivato agli autisti dipendenti".

Lo sciopero generale coinvolgerà, ovviamente, anche tutti gli altri settori produttivi, limitatamente a giovedì 16 dicembre. Il sindacato Cisl, invece, ha deciso di non aderire all'astensione. 

 

GENOVA - Questa sera alle 21 anche il sindaco Bucci e il Presidente del Porto Signorini sono attesi per un confronto con gli abitanti e i comitati di Multedo sul futuro dei depositi chimici.

L’assemblea pubblica si terra presso gli spazi del West Beach di Traversa Ronchi Ponente e sarà trasmessa in diretta da Primocanale.

Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale e l’autorità di sistema portuale hanno comunicato la decisione sul trasferimento dei depositi a Sampierdarena, nell’area di Ponte Somalia. Da tempo la popolazione del ponente chiedeva una soluzione per lo spostamento degli impianti che nell’attuale collocazione non potevano essere oggetto di manutenzioni e ristrutturazioni. Le stesse aziende Carmagnani è Superba avevano chiesto alle istituzioni soluzioni alternative. In alternativa su sarebbe dovuto pensare a dismissioni.

La scorsa settimana sono stati gli abitanti di Sampierdarena a riunirsi in assemblea con il sindaco, contestando la decisione che il sindaco Bucci ha però confermato, sottolineando l’assenza di rischi di qualsiasi genere.

Oggi sono attese novità su iter, tempo e modalità per il trasferimento che i cittadini di Multedo attendono da anni

"Convertire entro 10 anni l'intero assetto produttivo dell'ex Ilva alle tecnologie di ultimo grido, sia come efficienza che attenzione ambientale, per la produzione di acciaio è certamente un obiettivo sfidante e affascinante, che una moderna nazione deve perseguire. Al contempo, non possiamo non condividere le preoccupazioni sollevate dai sindacati circa le prospettive a breve e medio termine. I progetti sono molto complessi, con innumerevoli varianti, molte delle quali indipendenti dalla possibilità di governo da parte delle istituzioni." Queste le dichiarazioni dell'assessore allo Sviluppo economico della Liguria Andrea Benveduti, al termine del vertice romano al Mise organizzato dal ministro Giorgetti.

"Occorre perciò riflettere con serenità e pragmatismo, in particolare sulla realtà genovese, - prosegue Benveduti - "su come sostenere l’occupazione dell’esistente e svilupparne di aggiuntiva, magari utilizzando parte delle importantissime aree che ragionevolmente si potranno continuare a ritenere inutilizzate".

Al tavolo di Roma ha partecipato anche il governatore della Liguria Giovanni Toti, il quale ha sottolineato la particolarità e la peculiarità della situazione di Genova, regolata da un Accordo di Programma che ha forza di legge e che determina i livelli occupazionali dello stabilimento di Cornigliano, con l’utilizzo delle aree da parte dello stesso, insieme agli altri aspetti dell’impianto produttivo.