Politica

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GENOVA - Sei figli, una moglie, un lavoro da avvocato e due super assessorati: non sappiamo se abbia anche animali domestici ma se a Pietro Piciocchi va trovato un pregio, c’è indubbiamente la capacità di organizzarsi il tempo. Dopo cinque anni al fianco di Marco Bucci, l’assessore ha deciso di ricandidarsi: “Non è stata una scelta facile o scontata, come qualcuno forse ha pensato – dice Piciocchi – io amo molto il mio lavoro e ne ho bisogno, del resto ho una famiglia molto numerosa alla quale pensare, ma la politica è un servizio a cui non voglio rinunciare”.
Per fare tutto la famiglia numerosa sembra un quasi vantaggio: “E’ così – spiega l’assessore – tanti figli garantiscono una speciale organizzazione e poi, giocoforza, si impara a diventare meno apprensivi. Siamo una squadra e per tutto l’aiuto che ricevo mi sento di ringraziarli”.

Una famiglia numerosa era il desiderio dei Piciocchi fin dalla loro gioventù: “Ho la fortuna di avere conosciuto e poi sposato mia moglie quando eravamo ancora ragazzi, volevamo una casa animata e ci siamo decisamente riusciti. Ci muoviamo con un furgone, ci stiamo tutti e siamo felici”.

Ma la politica ha molto assorbito la vita di Piciocchi: “Il primo momento veramente totalizzante è stato il dramma del crollo del ponte Morandi. Ci siamo subito attivati per trovare una soluzione abitativa a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia, è stato un lavoro che ci ha insegnato molte cose”.

Aspetti che sono tornati utili anche in seguito, quando Tursi ha deciso di demolire la storica e fatiscente diga di Begato: “L’aspetto più complicato era ancora una volta quello di trovare una casa alternativa a chi avrebbe perso la sua; nel caso del Morandi dovevamo sistemare cinquecento famiglie, a Begato i numeri erano raddoppiati ma l’esperienza ci ha guidati. Ora sono davvero felice al pensiero che queste persone vivano in una nuova casa, riqualificata, dignitosa. Questo pensiero mi motiva più di ogni altra cosa”.

Sul fronte lavori pubblici e trasformazione della città, Piciocchi cita con orgoglio anche il nuovo Waterfront di Levante, il cui cantiere è in piena attività: “Quello che stiamo facendo sul fronte mare è molto importante per Genova. Non c’è solo l’operazione immobiliare, sia residenziale che legata al Salone Nautico, ma anche un nuovo concetto di fruizione del mare, della costa e delle sue bellezze. Per la prima volta mettiamo in comunicazione l’area del Porto Antico con quella della Fiera, è un risultato eccezionale”.

DAL MORANDI AL WATERFRONT, PICIOCCHI: "MI RICANDIDO GRAZIE ALLA FAMIGLIA CHE MI SOSTIENE" - L'INTERVISTA COMPLETA

Ma l’esperienza in comune non è stata tutta oro, rose e fiori: “Certamente no. Quando si lavora in una macchina complessa come quella comunale bisogna sempre fare i conti con innumerevoli difficoltà. Sento spesso, in questa campagna elettorale, delle proposte fantasmagoriche ma completamente impossibili sul piano pratico ed economico”.

Sulla pulizia della città, tema affrontato anche da uno dei nostri sondaggi, Piciocchi ricorda l’inizio del suo lavoro a Tursi: “Tutto si può fare meglio e ancora lavoreremo nei prossimi cinque anni, se gli elettori lo vorranno, per risolvere i problemi che ancora esistono. Ma devo necessariamente ricordare il momento in cui mi sono insediato, quando nella cassa di Amiu c’erano 40mila Euro per pagare tutti gli stipendi. Era un dossier spinoso, ora l’azienda funziona con le sue gambe, ha credibilità bancaria, può progettare. Lo stesso abbiamo fatto con Aster, la società che si occupa delle manutenzioni. C’è una cosa che mi riempie d’orgoglio: qualunque cosa succeda nelle urne, io lascio alla città un bilancio che è molto più sano di quello che ho trovato. E’ quello che dovevo fare e ne sono orgoglioso”.

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