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Il presidente dell’aula Balleari ha fatto osservare un minuto di silenzio, i consiglieri delle liste civiche hanno indossato un fiocco rosso sulla giacca
1 minuto e 36 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
L’aula del consiglio regionale della Liguria

Un consiglio regionale all’insegna delle donne, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza, che è si è aperto con il ricordo delle vittime morte per mano soprattutto di partner ed ex partner. Subito dopo aver aperto la seduta, il presidente dell’aula Stefano Balleari, ha ricordato la ricorrenza del 25 novembre.

Il minuto di silenzio in aula 

“Oggi apriamo i nostri lavori ricordando una ferita profonda della nostra società, una ferita che ogni anno sembra riaprirsi con la stessa tragica forza. Nel 2024, in Italia, secondo il report del Viminale, sono state uccise 111 donne, 96 delle quali in ambito familiare e 59 per mano del partner o dell’ex partner. Nei soli primi sette mesi del 2025 parliamo già di 60 vittime, di cui 38 uccise da partner o ex partner” le parole del presidente Balleari. Dopo le sue parole, l’aula ha osservato un minuto di silenzio per tutte le donne vittime di violenza. Si tratta di numeri che non possono lasciare indifferenti, perché dietro ogni cifra c’è un volto, una storia, una vita spezzata. “È la prova che la violenza maschile contro le donne resta un fenomeno strutturale, barbaro e vile, che continua a negare dignità, libertà e diritti” ha rimarcato Stefano Balleari.

L’iniziativa “posto occupato” nelle sedi istituzionali

Per l’occasione il presidente del consiglio regionale ha ricordato l’iniziativa “Posto Occupato”, a cui il difensore civico regionale Francesco Cozzi ha deciso di aderire, invitando tutte le amministrazioni liguri a farla propria. Si tratta di una sedia vuota, collocata in ogni spazio pubblico o istituzionale, che ricorda simbolicamente il posto lasciato da una donna che non c’è più ma che avrebbe potuto esserci stata. “Un segno semplice, ma potente: un monito a non dimenticare, a non voltare lo sguardo altrove. Come istituzioni abbiamo il dovere di promuovere rispetto, consapevolezza ed educazione – soprattutto tra i giovani – e di ribadire con forza che la violenza sulle donne non è un fatto privato: è un attacco alla libertà” ha chiosato Balleari.

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