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La legge si compone di sette articoli che definiscono le modalità e le tempistiche per la verifica strutturale dei pronto soccorso
3 minuti e 41 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
La conferenza stampa del Mov5s in Regione

Il Movimento Cinque Stelle entra a gamba tesa su uno dei temi che più lo ha contraddistinto in questi anni: la battaglia sulla sicurezza nei pronto soccorso degli ospedali. E per farlo si affida al suo consigliere regionale Stefano Giordano, che ha depositato una proposta di legge sugli "Interventi per la riorganizzazione dei pronto soccorso e il miglioramento della sicurezza e dell'assistenza belle aree di emergenza della Regione Liguria".

La denuncia del Mov5s

La premessa riguarda la situazione dei pronto soccorso, che racchiude "criticità strutturale e funzionale, aggravata da un sovraffollamento cronico, carenza di personale, e condizioni di lavoro talvolta al limite della sicurezza". La proposta di legge del Mov5s nasce dall'esigenza concreta di assicurare standard minimi di dignità e sicurezza negli ambiti di emergenza-urgenza e di rafforzare la capacità del sistema sanitario regionale di rispondere efficacemente ai bisogni della popolazione. "Come M5s Liguria, a seguito di svariati sopralluoghi negli ospedali liguri, abbiamo più volte denunciato la sofferenza dei pronto soccorso, soprattutto in particolari periodi dell'anno - spiega il capogruppo in consiglio regionale Stefano Giordano -. Grazie al confronto con gli operatori del comparto sanitario, ho redatto una proposta di legge che ha l'obiettivo di riformare i ps". Dopo diversi sopralluoghi "da privati cittadini", il M5s ha presentato esposti in Procura, che è informa su quanto accade all'interno dei pronto soccorso.

In cosa consiste la legge

Gli obiettivi principali, presenti nella proposta di legge depositata da Giordano e che ha trovato il consenso del resto dell'opposizione (e probabilmente anche della maggioranza), ci sono soprattutto passaggi legati alla sicurezza. Si chiede di garantire il rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ridurre il sovraffollamento e i tempi di attesa nelle aree di emergenza, rafforzare le dotazioni organiche del personale sanitario, introdurre protocolli chiari per la gestione delle fasi critiche delle emergenze. La legge si compone di sette articoli che definiscono le modalità e le tempistiche per la verifica strutturale dei pronto soccorso, l'istituzione di spazi di decongestionamento (reparti polmone), gli strumenti di incentivazione e reperibilità per il personale sanitario, un modello operativo articolato su tre livelli (ordinario, straordinario, emergenza), la copertura statale ed europea e la finanziaria (individuata all'interno del bilancio regionale e tramite risorse apposite). Qualora la legge dovesse attuarsi, consentirà: una gestione più ordinata e sicura delle emergenze, una maggiore tutela per gli operatori sanitari, una riduzione dei disagi per pazienti e familiari, un rafforzamento complessivo del presidio sanitario pubblico.

Il monito della politica pentastellata

"Noi lavoriamo per la sicurezza dei lavoratori del reparto sanitario, bisogna controllare tutte le aree di emergenza, aprire un tavolo sociale per garantire presenza e reperibilità - spiega il consigliere regionale del Mov5s Stefano Giordano -. La giunta e la parte sanitaria devono comprendere quali sono gli spazi disponibili per decongestionare le aree di emergenza, c'è una mancanza di prevenzione e protezione per il territorio, non vogliamo che non venga garantita la sicurezza e serve un servizio di alto livello sanitario".

La situazione è drammatica, la situazione sanitaria è in codice rosso, allo sbando, perché è stata demansionata in maniera definitiva - ha commentato Andrea Quartini, deputato M5s, componente della XII Commissione Affari sociali in Parlamento e vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia -. In Italia abbiamo a disposizione 48 miliardi in meno rispetto agli altri Paesi. Ogni italiano spende 600 euro in meno rispetto ai paesi Ue e Ocse. Noi abbiamo bisogno di essere presi in carico dalla sanità pubblica, qui si costruiscono cento case di comunità in meno e più case della salute".

Presenta da remoto anche l'ex primario del pronto soccorso dell'ospedale Galliera Paolo Cremonesi, che ha raccontato qual è la situazione che vivono quotidianamente i ps a Genova. "Ci sono persone che stanno dai due ai sei giorni in barella in attesa di essere ricoverati, io credo che sia necessario lavorare alle liste d'attesa - spiega Paolo Cremonesi -. Per una risposta corretta bisogna garantire una miglior risposta territoriale e ambulatori necessari per traghettare i pazienti nelle case di comunità. Servono aree tampone che fungano da unità di crisi quando i numeri di barelle superano il limite della disponibilità, allora si devono aprire negli ospedali soste temporanee per i pazienti. La politica dovrebbe gestire insieme la situazione senza colore politico".

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