
Piombino chiama, Savona risponde. Così quando il sindaco di Piombino Francesco Ferrari dichiara che l'iter per il passaggio del rigassificatore dalla Toscana alla Liguria è confermato, il vicepresidente del consiglio regionale Roberto Arboscello alza la voce con la Regione. Al centro del contendere il trasferimento della Golar Tundra nelle acque di Vado Ligure, che la maggioranza di centrodestra aveva prima avvallato (con Toti) e poi ritrattato con Bucci.
L'attacco di Arboscello
"Sono preoccupato dalle affermazioni del sindaco di Piombino perché conferma i timori espressi in consiglio regionale oltre un mese e mezzo fa, l'iter va avanti e questo non mi sorprende, chiediamo al presidente Bucci e alla giunta cosa hanno fatto con atti concreti per scongiurare l'arrivo del rigassificatore a Vado Ligure - attacca il vicepresidente del consiglio regionale e consigliere Roberto Arboscello, che da sempre si è occupato della questione in prima persona -. Parole e proclami ne hanno fatti tanti ma ora ci dicano cosa è stato fatto in concreto per scongiurare l'arrivo".
La "sospensione" dell'iter
Il vicepresidente Arboscello ribadisce che esiste un rischio concreto che il rigassificatore arrivi a Savona. "La verità è che l'iter procede e non c'è un commissario a quell'opera che guidi la procedura o che la stoppi, finché la politica non interviene e Bucci non fa pressione, la procedura va avanti inesorabilmente - ha proseguito Arboscello -. Chiedo a Bucci e alla giunta di farci vedere le carte e le comunicazioni ufficiali sul rigassificatore che sono state inoltrate al Governo. È il momento di dare risposte concrete ai cittadini del territorio savonese che vivono da anni con l'incertezza".
Bucci ribadisce la sua posizione
Il presidente Marco Bucci rimanda al mittente l'accusa: "Il governo va avanti con il suo progetto perché lo ha fatto in Italia, ma Vado non è incluso nel progetto. Sarà l'esecutivo a decidere e io ribadisco che Piombino è la locazione ideale - rimarca il presidente di Regione Liguria Marco Bucci -. Qui da noi non c'è un motivo tecnico per farlo, vorrei dire che noi abbiamo fatto il nostro lavoro".
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