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La deputata di Noi Moderati e regina di preferenze alle Comunali parla di scelte da "rivedere" prese in passato, alle Regionali
7 minuti e 26 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

Ilaria Cavo ha risposto presente alla chiamata delle Comunali, incoronata per distacco regina di preferenze con la sua lista Orgoglio Genova-Bucci-Noi Moderati. Con 3.160 voti è stata la più votata dell'aula rossa, superando anche gli esponenti del Partito Democratico che hanno raccolto quasi il 30% dei consensi. Davide Patrone, capogruppo dem uscente, si è fermato a 2043 voti. Un successo per il partito, che ha fatto crescere la lista di riferimento di Ilaria Cavo (8% ndr), ma anche un successo personale importante, che conferma la capacità della deputata di Noi Moderati di fare presa sul territorio genovese. Noi Moderati, che a livello nazionale si attesta attorno all'1%, ha raggiunto quasi l'8 grazie alla combo con Orgoglio Genova e alle oltre 3 mila preferenze di una loro esponente di spicco come Ilaria Cavo. Oramai politica di professione, già assessore regionale, la giornalista ha potuto contare in questi anni sulla notorietà che ha conquistato grazie anche al suo precedente lavoro. "In politica non c'è mai nulla di personale, io recepisco queste preferenze sicuramente come un consenso in quello che rappresento e che continuo a rappresentare, e sono preferenze che hanno un peso, come riferito anche dai numeri - commenta a Primocanale la deputata e neo consigliera comunale di Orgoglio Genova-Bucci-Noi Moderati Ilaria Cavo -. La dimostrazione è che quando si ha attaccamento sul territorio ci sono persone che hanno la presa politica, il partito sale ovviamente all'interno di una lista che aveva diverse anime, aveva il nome di Bucci, che ringrazio perché è stata una delle persone che mi ha chiesto di scendere in questa campagna elettorale, oltre a Pietro Piciocchi, e l'anima di Orgoglio Genova che è la parte civica forte, diciamo spin off dell'Orgoglio Liguria delle elezioni regionali".

Che cosa dicono quindi queste preferenze?

"Dicono che intanto sono delle preferenze sostanzialmente omogenee in tutta la città, si è ripetuta quella dinamica di voto nei miei confronti sempre su preferenza delle Regionali. Abbiamo parlato a un elettorato vario, sicuramente di centro, ma anche in qualche caso orientato a sinistra. Si tratta di mondi che spesso hanno fatto riferimento alla sinistra, è quello che ha premiato e che ha portato, io penso, un valore aggiunto tanto alla lista quanto alla coalizione. Io mi sono messa in campo per trainare la coalizione e mi sono messa al fianco a Pietro Piciocchi ritenendo che questa fosse una partita importante, ma il tema è che noi dobbiamo ritornare a parlare a quell'elettorato moderato. Chiaramente io arrivo da una storia, da una notorietà e anche da un'esperienza politica che mi ha concesso questo risultato che non era affatto scontato, quindi ringrazio chiaramente gli elettori perché veder rinnovata la fiducia così è un qualche cosa che ridà la carica per ripartire. Perché noi dobbiamo ripartire".

Onorevole, Silvia Salis ha detto che sarebbe stata una bella sfida tra voi due candidate a sindaco, pensa che sarebbe stato diverso con lei? O se si fosse candidata alle Regionali, come sarebbe finita?

"Sono domande complesse, intanto partiamo dal presupposto che in politica con i sé e con i ma non si va da nessuna parte, i nastri non si possono riavvolgere. Sicuramente credo che la sfida tra due donne alle Comunali sarebbe stata giornalisticamente una sfida interessante, ma lo dico con tutta la consapevolezza di essere stata al fianco di un candidato come Pietro Piciocchi che ha meritato umanamente, professionalmente, politicamente il sostegno che gli è stato dato. Io non so come sarebbe andata con candidature diverse, se si fosse arrivati al ballottaggio o no, io credo che forse le scelte strategiche sbagliate non sono state fatte o comunque che poi a cascata hanno portato a questo risultato. Forse è stata la poca lungimiranza, ma non adesso, è stata una sconfitta che tutti dobbiamo prenderci e sarebbe anche molto scorretto addossarla a un nome o una candidatura. Io credo che invece bisogna andare un po' più indietro, non per riavvolgere il nastro, ma pensare a quando si è presa la decisione, forse lì c'è stata poca lungimiranza a prendere la decisione che sguarniva il Comune di Genova, perché forse si poteva pensare a opzioni che non avrebbero sguarnito il Comune, senza andare al voto. Detto questo, io alle Regionali mi ero messa a disposizione, non avevo né velleità né alcuna pretesa ma ero a disposizione, credendo che poi alla fine il gioco di squadra sia quello che conta. Penso che noi squadra dobbiamo continuare a essere come centrodestra e dobbiamo ripartire sapendo leggere bene i dati".

Rispetto al ruolo che ha avuto Giovanni Toti in questi anni, che ha aperto un ciclo del centrodestra, c'è chi, in maniera abbastanza velata, ha detto che si è perso anche perché c'è stata l'inchiesta. Questo crede che abbia avuto un peso?

"Ognuno ha le proprie opinioni, io ritengo che semmai l'errore sia stato opposto, cioè è stato quello di non, forse condizionati da una dinamica giudiziaria, raccontare quello che eravamo, di non raccontare tutto quello che era stato fatto alle Regionali, quello che era stato fatto negli anni precedenti in Regione e non rivendicare la natura del nostro centrodestra, che era un centrodestra attivo, energico, con quelle civiche che erano molto vitali e che tanto consenso avevano avuto. Noi eravamo quelli che facevano i red carpet e le grandi promozioni all'estero, siamo stati quelli che hanno fatto la casa di Pertini e messo alla direzione delle più grandi istituzioni culturali di questa città anche figure che non erano della nostra area ma di un'altra. Tutto questo slancio l'abbiamo perso, non abbiamo saputo più interpretarlo e non abbiamo guardato al passato di quello che eravamo stati, è successo alle Regionali ed è successo a cascata anche alle Comunali. La verità è che abbiamo perso appeal, abbiamo perso slancio e prospettiva e credo che da questo dobbiamo ripartire, consapevoli della nostra storia e di tutte le nostre potenzialità e credo che il voto a me dimostri questo, perché altrimenti tutto questo consenso che arriva a una persona comunque di area moderata (come me) sia la riprova che laddove non si ha paura di guardare indietro ma dal passato si vuole costruire, il consenso poi arriva".

Secondo lei si chiude un ciclo nel centrodestra? Si aprirà una riflessione, nel rapporto tra politica e civismo?

"Le civiche hanno fatto il loro e rappresentano una parte importante, io non vado a parlare in casa degli altri partiti, ognuno farà la propria analisi ma la verità è che o siamo tutti insieme senza che nessuno sia subordinato, i partiti fanno la loro parte e la parte civica la propria, oppure diventa complicato. Io credo che la possiamo ritrovare e possiamo ritrovare il linguaggio giusto per ridare entusiasmo e prospettiva: noi siamo per la crescita, siamo per lo sviluppo, e l'abbiamo detto in tanti modi per una Genova moderna, per una Genova di slancio, evidentemente il messaggio o la proposta non è passata abbastanza e dobbiamo metterci al lavoro perché passi. È chiaro che poi il voto che io ho preso mi dà forza per poter interpretare, parlare e portare anche delle istanze in un consiglio Comunale dove starò, ed è un voto che parla anche del consenso che si è mantenuto sostanzialmente in questa città, e lo metto a disposizione".

Onorevole, lei è pronta a fare il capo dell'opposizione in aula rossa? Piciocchi si è preso qualche giorno di riflessione ma è possibile, che come annunciato in campagna elettorale, faccia un passo indietro.

Io non so cosa deciderà Pietro, credo che abbia il diritto di avere dei giorni di tempo per decidere. Noi abbiamo due provenienze ed esperienze diverse, lui è un avvocato e una persona molto abituata ad amministrare, io prima ho fatto l'amministratrice, poi mi sono più dedicata a una parte politica e quindi in un'ottica politica credo che in un consiglio comunale sia giusto fare opposizione. Sia giusto fare un'opposizione intelligente perché si può interpretare il bene della città a seconda di quello che viene proposto, non farla con i paraocchi, ma valutando chiaramente l'azione di chi invece amministra. Io credo che poi ci saranno dinamiche che saranno anche abbastanza naturali, attendiamo le scelte. Io l'ho voluto dire in maniera chiara prima del voto e lo confermo: io in quel consiglio comunale ci starò, peraltro non sono l'unica nella storia né di questa città né a livello nazionale".

I due incarichi, Cavo, sono compatibili?

"Sì lo sono per legge e non si accumulano le indennità, quindi non prendo un euro in più, semplicemente dovrò fare un po' più di corse tra Genova e Roma ma credo che sarà un buon tempo ottimizzato. Io penso che i ruoli si assumano in base al consenso che si è avuto, in base al dinamismo che si ha, in base alla proposta politica che si saprà fare, io il mio lo farò sicuramente. Nei prossimi giorni sarò un po' a Genova per rimettere insieme la squadra, organizzare, insomma bisogna andare avanti".

Ilaria CavoLa deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo negli studi di Primocanale

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