Politica

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di Giorgia Fabiocchi

È un primo passo, a cinque giorni da Natale, quello che il centrosinistra ha deciso di compiere, ispirato dal candidato alle Regionali Andrea Orlando. È lui infatti l'ideatore dell'incontro che si è tenuto al teatro di Stradanuova di via Garibaldi.

"Ripartire", lo slogan di Andrea Orlando

Lo slogan ricorda molto quello della scorsa campagna elettorale: "Ripartiamo insieme: per la Liguria, a testa alta". Ma se a livello regionale l'oramai quasi ex deputato è pronto a battagliere con i suoi colleghi di opposizione in aula, a Genova la sfida ha un nome e si chiama Comunali. Per questo, da oggi e per le prossime settimane, il cosiddetto campo progressista, o forse sarebbe meglio definirlo, "alternativo alla destra", ha deciso di iniziare un percorso che porti all'individuazione di un progetto e di un candidato. L'appuntamento non era di quelli formali, a cui dovevano prendere parte tutti i partiti che hanno sostenuto Orlando, ma l'intento era quello di provare a radunare le forze politiche (da sinistra al centro). Presenti, infatti, i rappresentanti della lista civica Orlando Presidente, di Avs e del Mov5s, oltre ovviamente al Partito Democratico. Ad aprire l'evento proprio l'esponente dem, Andrea Orlando, che ha tenuto a ribadire che la sua è solo una presenza "di apertura" e che le conclusioni spettano proprio alla politica.

Una platea di personeOrlando riunisce la coalizione

"In questa sala c'è il prossimo candidato sindaco"

"Sono i volti che hanno consentito in questa città di arrivare davanti al centrodestra, a livello regionale a poco dalla vittoria, quindi già tenerli insieme è un primo passo importante - dice Orlando - non sufficiente ma assolutamente essenziale. Discutere insieme su come utilizzare quel capitale che abbiamo accumulato in campagna elettorale è l'oggetto di questo primo incontro, credo che sia molto importante mantenere una dimensione di rapporto con la società, raccogliere una spinta dal basso verso l'unità che esiste e se riusciamo a fare questo penso che possiamo utilizzare al meglio quello che siamo riusciti a fare fino qui, senza la pretesa che sia sufficiente, insisto, ma sapendo che comunque è necessario. Penso che in questa sala ci possa essere il prossimo candidato sindaco".

Ripartire dalla dimensione civica

Orlando ha parlato anche delle liste civiche: "Dobbiamo ricordare che alle elezioni, che sono state vinte dell'1%, non si è recato quasi metà del corpo elettorale. Se noi pensassimo che con la semplice dialettica tra le forze politiche si risolve la sfida che abbiamo di fronte, sbaglieremo. E siccome non abbiamo la possibilità di andare a cercare uno alla volta, uno a uno, quello che possiamo fare è farci dare una mano dalla dimensione civica, dalle associazioni, da chi rappresenta interessi, da chi presenta domande".

Il centro cerca la bussola

La riposta in sala è stata positiva, con le poltroncine del teatro Stradanuova occupate, ma all’appello mancava la componente di Azione. Lo aveva preannunciato e così è stato: la segreteria regionale Cristina Lodi non si è palesata, così come Pippo Rossetti. Lodi aveva precisato che il luogo dove ritrovarsi sarebbe stato quello dei tavoli politici e non questa prima chiamata alle armi di Orlando. Non è però passata inosservata la presenza di Claudio Gustavino, in quota Italia Viva che ha chiesto di non dividersi più. Un messaggio forte e chiaro a tutti coloro che in questi mesi hanno dato spazio più alle stilettate che al fioretto. Un primo segnale dal partito di Matteo Renzi, nonostante non fossero presenti né il presidente regionale Eugenio Musso, né la presidente provinciale Arianna Viscogliosi. Ma l’obiettivo, almeno dichiarato pubblicamente, non era quello di creare “un’accozzaglia di simboli ma un primo step civico e allargato con chi non si sente di destra e vuole creare un’alternativa”. Presenti all’incontro organizzato da Andrea Orlando tutti coloro che sembrano, per adesso, i papabili candidati a sindaco di Genova: Armando Sanna, Federico Romeo, Alessandro Terrile e Roberta Pinotti. Ed è proprio l’ad di Ente Bacini che, a denti stretti, ha ribadito che la decisione spetta al partito e che il nome giusto sarà quello capace di unire tutta la coalizione. Unire e non dividere: è questo l’ auspicio di Alessandro Terrile, che per molti era il candidato in pectore del centrosinistra, se si fosse traguardata la scadenza naturale del 2027. Presente in sala, e ai microfoni di Primocanale, anche il segretario dello Spi Cgil Ivano Bosco, già segretario della Camera del Lavoro di Genova, e tra i profili che piacciono al mondo civico. Il messaggio di Bosco (a buon intenditor poche parole) è chiaro: “Uniti si può vincere, le divisioni non portano mai a nulla di buono, e io posso dirlo perché anche alla Cgil abbiamo sempre fatto così, è questa la strada da intraprendere”. 

Le parole dei potenziali alleati

Gli interventi conclusivi infatti sono spettati ai quattro capigruppo in consiglio regionale: Selena Candia (Avs), Stefano Giordano (Movimento Cinque Stelle), Gianni Pastorino (Lista civica Orlando Presidente) e Armando Sanna (Partito Democratico). In mezzo la voce della società civile, composta anche dalla parte moderata, interessata ad ascoltare quello che inizia a muoversi nell'alveo del centrosinistra. In mezzo la voce della società civile, composta anche dalla parte moderata, interessata ad ascoltare quello che inizia a muoversi nell'alveo del centrosinistra. Il primo a parlare è stato Stefano Giordano: “Quando la politica inizia ad ascoltare questo è un elemento partecipativo importante che il Mov5s ha voluta da sempre. È vero Andrea (Orlando) che abbiamo perso ma non abbiamo preso i voti sporchi, il presidente della Regione non ha preso le distanze dalla mafia, è vero che ha vinto in una zona dove il sindaco Scajola ha detto che non ci sono denunce, e oltresì ha candidato una persona indignata. Insomma, c’è un qualcosa che pone le basi per una alternativa su cui stiamo lavorando in regione, ed è quello su cui stiamo lavorando perché abbiamo sottoscritto un programma. La mia prima promessa è quella di fare una visita programmata ogni mese nei pronto soccorso perché è da lì che nascono i diritti delle persone - ha parlato dal palco Giordano -. Noi stiamo facendo un percorso virtuoso come Movimento, usciamo da una costituente importante e diamo progressisti indipendenti e ci vogliamo confrontare con i progressisti. Se i percorsi sono quelli di una politica condivisa dove tutti i soggetti possono avere possibilità e dare contributo e ricercando nell’astensionismo, il Mov5s c’è. Abbiamo dimostrato serietà e di mettere la faccia anche dove si perdono le elezioni. Dove c’è ascolto e partecipazione il M5s c’è e vuole mandare a casa questi farabutti e cambiare questo modello di città”.

"Trattenere le risorse e le persone più giovani"

“Grazie ad Andrea Orlando per questo primo momento di confronto, abbiamo grande responsabilità e la città dobbiamo vincerla, non possiamo più permetterci di perdere e di non dare risposte alle persone che si meritano di stare bene e di avere la possibilità di una vita dignitosa - incalza la capogruppo di Avs Selena Candia -. Dobbiamo dare una risposta diversa di città, possiamo farlo e possiamo puntare in tanti settori della società. Dobbiamo trattenere le risorse e le persone più giovani, dobbiamo lavorare perché ci siano zero morti in strada e zero morti sul lavoro, dobbiamo creare un percorso comune che metta al primo posto la possibilità di governare questa città. Al di là dei singoli interessi dobbiamo mettere il bene comune, avviare il prima possibile un confronto politico, mettendo insieme una unica forza comune. Dobbiamo evitare di arrivare al ballottaggio e dare da subito visione chiara, dobbiamo tornare a parlare di politica e farlo in modo orgoglioso. Più parliamo e più portiamo le persone a votare, tutte le persone nel loro piccolo possono dare un contributo. Tutti dobbiamo prenderci quella responsabilità e sono sicura che a maggio o a giugno possiamo vincere”.

Il ritorno alla militanza

Netto il monito del capogruppo della Lista Orlando Presidente Gianni Pastorino: “Credo che le parole di Orlando hanno colpito molti di voi. Veniamo da una serie di sconfitte che non dipendono solo dalla scelta dei candidati, noi non siamo in grado di programmare la nostra azione politica. C’è bisogno di fare autocritica e chiedere di stare insieme è una speranza legittima. Bisogna ritornare alla militanza, è necessario farlo, dobbiamo avere un progetto alternativo. E guardate, non ci faranno sconti, se pensiamo di poter risolvere tutto: noi salveremo la sanità pubblica quando diremo quali sono le priorità per uomini e donne, quando sapremo programma. Questa è una cosa complessa e meritava che Andrea Orlando rimanesse, perché noi abbiamo bisogno di un progetto che oggi è stato dentro quel programma elettorale. Siamo chiamati a ricostruire un senso di responsabilità e credibilità. La politica è utile se risolve i problemi della gente”.

Astensionismo, vivibilità e sviluppo del lavoro 

L’ultimo intervento è stato quello del capogruppo del Pd in Regione Armando Sanna, potenziale candidato sindaco di Genova. “Ringrazio Andrea perché ha accettato una sfida importante per tutti noi. Quando sento dire che il buco della sanità è un buchino io mi sento preso in giro, io sono ancora di più le persone che non vanno più a votare. Sono stufo di sentire dire che si rimbalzano sempre le colpe, dobbiamo assumerci responsabilità, dire dove dobbiamo arrivare, per la Regione e per la città di Genova. Sanità pubblica, aperta a tutti, qui dobbiamo andare, e su questo dobbiamo lavorare. La nostra città continua a perdere posizioni sulla vivibilità, noi vogliamo prenderci la responsabilità, dobbiamo dire che il tema sicurezza è un nostro tema, ma anche la pulizia, i trasporti, oggi siamo una città isolata e ci dicono che la città sta crescendo. Sulle autostrade per esempio, sono venuti qua e noi abbiamo subito, adesso dobbiamo dire basta. Oggi siamo qua non per ripartire perché non ci siamo mai fermati, abbiamo accettato le sconfitte ma ora dobbiamo ripartire con delle idee chiare. Dire che città vogliamo e che sviluppo dobbiamo dare a questa città. Sicurezza e sviluppo del lavoro, su questo dobbiamo lavorare e costruire il futuro. Le ultime elezioni hanno dimostrato quanto sia stato bocciato il sindaco del fare di Genova. Dobbiamo trovarci pronti, dobbiamo farlo tutti insieme, capaci di ascoltare tutti, a partire dagli invisibili, a coloro che aiutare le persone più in difficoltà. Un dato su cui lavorare è quello sulla forbice sociale sempre più ampia. Le opere e i soldi qui in regione li abbiamo portati noi, con i nostri governi. Dobbiamo aprire in modo trasversale tutti gli angoli della città, dobbiamo dire dove vogliamo andare. Il cambiamento può avvenire, c’è, e dalla Regione siamo ripartiti. Dobbiamo combattere”.

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