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Il progetto, legato a una norma europea, è ancora nella fase progettuale
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Anche il comune di Genova avrà la sua 'Area C', cioè una zona soggetta a pedaggio per accedere con un veicolo ad alcune aree urbane: l’entrata in vigore del provvedimento, imposto dalle norme europee sul contenimento degli agenti inquinanti delle città, non ha ancora date prefissate ed è attualmente allo stadio progettuale.

“Attraverso i ristori che abbiamo ricevuto per il crollo del ponte Morandi – spiega il Sindaco Marco Bucci – abbiamo acquisito un’importante dotazione tecnologica, fatta di sensori e telecamere, che ci permette di analizzare i dati del traffico, individuando le zone più congestionate. E’ il risultato di questa analisi che ci permetterà di perimetrare l’area che sarà soggetta a pedaggio che, peraltro, potrà cambiare in tempo reale proprio sulla base dei movimenti del traffico”.

La Congestion Charge genovese (è così che l'ha chiamata Londra, la prima ad averla introdotta) avrà, come quelle già in vigore, una serie di esenzioni: saranno in particolare le auto elettriche e ibride, che si stanno diffondendo anche alle nostre latitudini, a poter entrare e uscire senza limitazioni. Rispetto alle città che hanno già sperimentato le loro ‘Zone C’ (Londra lo ha fatto quasi vent’anni fa, in Italia ci sono Milano e Roma), Genova agirà in modo radicalmente diverso: non ci sarà una zona prefissata soggetta a pedaggio ma un perimetro variabile legato al traffico e al conseguente inquinamento. Se quindi a Milano, per esempio, la zona C è perimetrata in via definitiva con 43 varchi, Genova potrà delimitare l’area di pedaggio in modo più preciso e variabile. Il sistema milanese, infatti, è soggetto a molte critiche proprio per l’immutabilità e la scarsa estensione della sua area a basse emissioni.

Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità – lo scrive Legambiente in un rapporto - nel 2000 le polveri sottili hanno determinato nell'Europa a 25 una riduzione dell'aspettativa di vita pari a 8 mesi, corrispondente a 348.000 morti premature. Solo nelle principali tredici città italiane il particolato è responsabile di oltre 8 mila morti premature all'anno. E secondo l'Oms basterebbe abbassare la concentrazione a 30 μg/m3 per evitare gran parte di questi decessi.

Gli effetti dell'inquinamento sulla salute si fanno vedere sia a breve termine (bronchite, asma) che a lungo termine (malattie cardiovascolari, tumore al polmone). Un recente studio dell'Università di Edimburgo, pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine, ha dimostrato che i gas di scarico dei motori diesel influenzano l'attività elettrica del cuore e diminuiscono l'ossigeno disponibile per il muscolo cardiaco, soprattutto nei pazienti già colpiti da problemi cardiovascolari.

Il Comune di Genova, che non ha ancora definito i tempi di questa operazione, spera di riuscire a centrare gli obiettivi comunitari delle Low Emission Zone: per Bruxelles è necessario diminuire la concentrazione di polveri sottili nell’aria e, per farlo, prevede una serie di iniziative che servono a contrastare, in particolare, la circolazione dei mezzi più vecchi e inquinanti.

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