Opposizioni sul piede di guerra dopo la decisione dei Riesame di rigettare l'istanza di revoca degli arresti domiciliari al presidente Giovanni Toti. La richiesta è una, e chiara: dimissioni. Dal Movimento Cinque Stelle al Partito Democratico, passando per la Sinistra, la minoranza chiede un atto di responsabilità a Toti e alla giunta. "Il tribunale del Riesame ha confermato gli arresti domiciliari per Giovanni Toti, ribadendo la necessità della misura per tutelare la delicatissima inchiesta in corso. Un motivo in più per il presidente della Liguria per dimettersi, liberando la Regione dalla paralisi in cui è piombata da due mesi e tutelando il buon nome delle istituzioni, macchiate da condotte indecenti dal punto di vista dell'etica pubblica, della disciplina e dell'onore - le parole del senatore del Mov5s Luca Pirondini -. E lo stesso per senso di responsabilità dovrebbero fare i suoi consiglieri di maggioranza. Ancora una volta ci stiamo coprendo di vergogna agli occhi del mondo. Dove sono finiti gli esponenti del centrodestra alfieri della velocità delle decisioni, della semplificazione e della guerra all'immobilismo? In Liguria non si può più prendere una decisione per colpa di Toti e dei suoi amici e alleati". I pentastellati, con una nota congiunta, fanno sapere che se non dovessero arrivare le dimissioni, "siamo già pronti a scendere in piazza".
Parole dure sono state espresse anche dal Pd, attraverso un tweet su X di Sandro Ruotolo, della segreteria nazionale, e del segretario regionale ligure Davide Natale. Ruotolo si rivolge direttamente al governo, chiedendogli "che cosa aspetta a sospendere Toti?". Il segretario Natale ribadisce di dare "speranza ai liguri" attraverso il voto. "La Liguria ha bisogno di guardare al futuro e di essere liberata da questo incubo che sembra non finire mai. È impensabile che una Regione possa essere governata senza la presenza di un Presidente nel pieno delle sue funzioni - ha scritto in una nota Davide Natale -. Questa situazione di incertezza accresce, in maniera esponenziale, le ripercussioni negative di nove anni di governo del centrodestra. Da tempo denunciamo il fallimento della loro politica, dalla sanità all'ambiente alle energie rinnovabili, all'incapacità di cogliere appieno le opportunità del Pnrr. Con la conferma degli arresti domiciliari del presidente riteniamo che il cambio di passo non è più rinviabile. Auspico che l'incontro che il coordinatore di FdI, Matteo Rosso ha annunciato con le forze politiche, si concluda con un'assunzione di responsabilità che guardi a tutti i cittadini liguri e non solo agli interessi di Toti e dei suoi stretti collaboratori. Si vada velocemente al voto e si ridia la speranza ai liguri".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capogruppo di Linea Condivisa in consiglio regionale Gianni Pastorino che rimarca la necessità di anticipare la data delle Regionali. "Bisogna precisare che la richiesta di revoca degli arresti domiciliari è stata respinta da un soggetto terzo alle indagini, un organismo di garanzia che ha sottolineato la possibilità di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, anzi i giudici sostengono addirittura che Toti non comprenda la gravità delle accuse a cui è stato sottoposto - commenta in una nota Gianni Pastorino -. Neanche troppo velatamente, lo stesso Stefano Savi, legale difensore di Giovanni Toti, per la prima volta evidenzia possibili dimissioni. Questo elemento è di fondamentale importanza per comprendere la serietà della crisi istituzionale che stiamo vivendo. La Regione è bloccata, e la responsabilità di questa situazione cade interamente sul centrodestra e su Giovanni Toti. Non si tratta di una questione di garantismo, ma della corretta funzione dell'organismo regionale e dei rapporti che dovrebbero esistere tra le forze politiche, sociali, i cittadini e l'assemblea legislativa della Liguria. In gioco c'è il futuro di questa regione". Se la palla passa al presidente Giovanni Toti e alla sua giunta, in tema di dimissioni o meno, nel centrosinistra da oggi, ancora più che fino a ieri, partirà ufficialmente la ricerca del candidato e di una coalizione con la quale presentarsi alle urne. Perché che il tempo stia inesorabilmente stringendo, lo sanno da destra a sinistra passando per il centro.
IL COMMENTO
Prima della funivia ridateci salita della Misericordia!
La margherita di Orlando e la sinistra “diffusa”