Politica

La senatrice di Italia Viva a Genova per presentare la sua candidatura con la lista Stati Uniti d'Europa
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GENOVA - Non riesce a dimenticare, e a perdonare il centrosinistra per la sconfitta delle Regionali 2015, la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita. Oggi a Genova per presentare la sua candidatura al parlamento europeo con la lista Stati Uniti d'Europa, con il partito +Europa di Emma Bonino. L'esito di nove anni fa, con la vittoria e l'inizio dell'era di Giovanni Toti, non è mai stato digerito dall'ex candidata alla presidenza della Regione. La rottura con Sergio Cofferati e la spaccatura nel centrosinistra, con due candidati, ha spianato la strada a quello che era considerato l'outsider, proprio l'attuale governatore ligure al secondo mandato. "Quando sono arrivata ora in Piazza de Ferrari mi sono commossa perché questi sono giorni di dolore per questo territorio, sono giorni nei quali non posso non pensare anche a quello che sarebbe stato se quelle elezioni nel 2015 fossero state elezioni che, senza due vicende come l'inchiesta giudiziaria che mi aveva riguardata e dalla quale sono stata assolta e poi la rottura che Sergio Cofferati aveva provocato, forse avrebbero dato un esito differente - ha spiegato la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita -. Io ci penso continuamente in questi giorni. Perché sono giorni nei quali soffro per l'immagine che abbiamo dato, per questo sentimento di difficoltà che è veramente un dolore enorme. Le indagini faranno il loro corso". 

Raffaella Paita non si unisce alle altre forze politiche, all'opposizione in consiglio regionale, che hanno chiesto le dimissioni di Toti, ma chiede che l'immagine e la crescita della Liguria non vengano distrutte. "Sono valutazioni che farà Toti e io non ho chiesto le dimissioni perché non chiedo le dimissioni di un governatore in una condizione del genere. Nel senso che è una valutazione che naturalmente farà lui - ha commentato Paita -. Ho fiducia nella magistratura e rimango comunque garantista. Però il punto è immaginare già il dopo perché che si dimetta oggi, che si dimetta domani, che come dire faccia tutte le valutazioni del caso, la nuova stagione di governo della Regione Liguria sarà una stagione che potrebbe aver paura per quello che è accaduto e quindi rinuncia allo sviluppo e alla crescita, oppure che può prendere con piglio e con serietà il tema del coniugare legalità, trasparenza a una visione di sviluppo e prova a fare di questo la vera svolta di questo territorio? Io punto su questo secondo scenario e lavoro per questo scenario".

La Liguria non deve rimanere impantanata, è questo il monito lanciato dal capoluogo ligure dalla senatrice di Iv. L'invito è quello di andare avanti sulle opere in corso, nonostante il terremoto giudiziario stia mettendo a dura prova la tenuta della Regione. "In questo momento dobbiamo pensare a Genova e alla Liguria, pensare al fatto che questo momento non deve significare il blocco di tutte le cose positive che erano state messe in atto - prosegue la senatrice di Italia Viva -: che vada avanti la gronda, che vada avanti il terzo valico, che vada avanti il tunnel subportuale, che vada avanti la diga, che vada avanti lo Skymetro e che vadano avanti il collegamento agli Erzelli, l'Aurelia bis a Savona, Spezia e Imperia. Potrei dire tante altre cose. È un bisogno vitale dei liguri". Paita chiede di non confondere i piani: "Un conto è chiedere che le opere vengano fatte con legalità e trasparenza e io sarò alla testa di questa richiesta, un altro è immaginare che i comitati, che quelli che non vogliono cambiare niente quelli che erano pronti diciamo anche a fare mezza gronda, pur di accontentare Conte e il Movimento Cinque Stelle blocchino tutto questo territorio".

Una chiusura, più o meno pronunciata, a quel campo largo, larghissimo, che invocano dal Pd ma anche dalle altre forze politiche, e che potrebbe arrivare fino ad Azione. Fatta eccezione, sembrerebbe, proprio per il partito di Matteo Renzi. "Noi stiamo con i riformisti" ha sentenziato Raffaella Paita, nonostante al momento l'ala riformista debba trovare la propria collocazione. Non è esclusa l'ipotesi che Italia Viva decida di non giocare la partita o di correre in solitaria. Ma è ancora presto per dirlo, nonostante dietro le quinte siano iniziati da giorni incontri, per farsi trovare pronti alla chiamata delle elezioni anticipate. 

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