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GENOVA – “Il presidente Toti non ha annunciato le sue dimissioni, lo escludo categoricamente, è una questione che non è assolutamente all'ordine del giorno. È una delle tante voci che si stanno rincorrendo in questi giorni”: lo ha dichiarato a Primocanale Stefano Savi, avvocato difensore di Giovanni Toti. L'esponente politico, al momento sospeso dal suo incarico di presidente di Regione, si trova agli arresti domiciliari.

Quando sarà fissato l'interrogatorio di garanzia in cui Toti risponderà alle domande dei magistrati?

“Domattina andrò in Procura a incontrare i pubblici ministeri e chiederò di fissare una data: al momento non abbiamo ancora risposto alle loro domande poiché prima di sottoporsi a un interrogatorio
si deve avere contezza delle contestazioni inserite nel fascicolo di indagine. E' verosimile che si possa fissare l'interrogatorio entro la fine della settimana, a seconda degli impegni dei pubblici ministeri”.

Secondo lei perché il tribunale ha sentito il bisogno di attivare una misura cautelare pesante come la detenzione domiciliare?

“Non so spiegare la ragione che ha spinto il tribunale a prendere una decisione simile: i fatti sono lontani nel tempo, il presidente Toti non è direttamente impegnato nella campagna elettorale per le europee, non c'è alcuna attività in corso e gli episodi emersi sono pochi e tutti riferiti all'ambito del porto di Genova, terreno su cui mi pare di capire che tutti i partiti si siano confrontati nel corso del tempo. Credo che questa misura si potrebbe anche evitare”.

Può spiegarci di cosa è accusato il presidente Toti?

“Le accuse riguardano il cosiddetto 'mercato di voto', e per alcuni indagati, ma non per Giovanni Toti, vengono contestate le aggravanti mafiose. Peraltro queste persone (i presunti mafiosi, ndr) sono state avvicinate per tramite di un individuo ben noto nel mondo dell'antimafia, che faceva convegni con la Cgil. Questi fatti sono molto vecchi e comunque non costituiscono capo di imputazione per la misura cautelare. Poi c'è il rapporto interno al porto, con il rinnovo di concessioni che in primo luogo vedono coinvolto l'imprenditore Aldo Spinelli e vedono contrapporsi, dentro e fuori il comitato portuale, diversi soggetti che cercano di trovare un equilibrio, Vi è poi quell'operazione immobiliare sulla spiaggia riferita al figlio di Aldo Spinelli (Roberto, ndr), e poi c'è l'accusa, anche questa tutta da provare, di finanziamento occulto alla sua lista da parte di una nota catena di supermercati”.

Ogni giorno emergono nuovi filoni. Ora anche Sanità e mascherine.

“In realtà non ci sono nuovi filoni o nuovi indagati, tutto è cristallizzato nel fascicolo. L'indagine sulle forniture di mascherine parte altrove e non ci coinvolge, la questione dei dati Covid gonfiati emergerebbe dall'interpretazione di alcune telefonate. Noi sappiamo che in passato era stata avanzata l'ipotesi di falso in atto pubblico ma è una cosa vecchia su cui non mi risulta sia stato fatto nessun accertamento, per quanto io ne sappia potrebbe essersi chiuso tutto li”.

E la questione delle relazioni con operatori privati della Sanità?

“Su questo io non ho nulla negli atti: girano le voci più disparate, l'indagine è vastissima ma quello che a noi interessa è quello che si cristallizza in un capo di imputazione e questa accusa non c'è”.

Dopo l'interrogatorio chiederete la revoca degli arresti domiciliari?

“Vediamo come va l'interrogatorio, cercheremo di essere il più esaustivi possibile. Poi certamente chiederemo la revoca dei domiciliari”.

Qualora questa misura fosse revocata il presidente potrebbe tornare a fare il suo lavoro?

“Certamente il presidente potrà iniziare quella riflessione collettiva sul futuro della sua giunta che ha già dichiarato di voler fare”.

Lei che è uno dei pochi che può parlare con lui, quali sono le condizioni di Toti?

“Queste sul piano umano non sono cose che passano senza lasciare il segno: io però ho trovato una persona che ha una gran voglia di dimostrare la sua innocenza e di avere sempre lavorato per il bene della Liguria”.

 

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