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Per i mal pensanti della politica, il deputato dem ha ritirato il nome dall'Europa ma ha lanciato la volata verso le Regionali del prossimo anno. Non una vera e propria dichiarazione, ma piuttosto il là a qualcosa che può nascere nei prossimi mesi
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di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - La sede per annunciare la sua non candidatura in Europa è stata quella del Cap di via Albertazzi. Così Andrea Orlando scioglie le riserve e conferma di non aver accettato il pass per il Parlamento europeo, come caldeggiato dalla sua segretaria Elly Schlein. Mentre i circoli del Pd si riunivano per discorrere sul lavoro svolto sul territorio, il già tre volte ministro, arrivato al Cap intorno alle 11.30, annunciava davanti a militanti e sostenitori la sua decisione. "Ho scelto di non accettare la candidatura perché adesso non è il tempo di dedicarsi all'Europa, almeno non direttamente da parte mia, ma al territorio, ai problemi della nostra Liguria e alle risposte che i cittadini si aspettano da noi" ha spiegato, tra qualche applauso, l'ex titolare della Giustizia.

Per i mal pensanti della politica, il deputato dem ha ritirato il nome dall'Europa ma ha lanciato la volata verso le Regionali del prossimo anno. Non una vera e propria dichiarazione, ma piuttosto il là a qualcosa che può nascere nei mesi a venire, dopo il voto dell'8 e 9 giugno. Un discorso da possibile leader del Pd in Liguria, con il beneplacito dei partiti potenzialmente alleati, dal Movimento Cinque Stelle alla Sinistra passando per il centro di Azione. "Le mie parole di oggi non stanno annunciando la mia discesa in campo per il 2025, ci sarà modo di parlarne con tutti i soggetti interessati, dai colleghi di partito alle altre forze politiche, ma vogliono essere un monito a lavorare uniti per dare risposte ai cittadini". D'altronde, da uomo politico navigato, Orlando sa che una fuga in avanti in questo momento non sarebbe la mossa migliore da compiere, anche per non alterare equilibri già spesso precari all'interno del Pd. 

Quello di oggi è stato un primo passo verso un percorso, articolato e programmatico, che dovrà prendere forma dopo l'election day, in vista dell'autunno perché, in molti, dentro e fuori i dem, chiedono che il nome del candidato alle Regionali venga annunciato entro il 2024. Tastare il terreno, tessere rapporti e verificare la disponibilità di chi ti dovrà sostenere: saranno queste le prossime mosse di Andrea Orlando che, come si suol dire in gergo, non vuole bruciare il proprio nome. "So che a qualcuno non sono simpatico, so che alcune volte all'interno del partito ci sono idee differenti, ma la mia figura, in generale, non dovrà mai essere divisiva, ma dovrà avere la capacità di unire". Tradotto: se il deputato scenderà in campo dovrà avere un sostegno trasversale, non vorrà essere la cosiddetta "testa di legno" per un'altra sconfitta del Pd e del centrosinistra. Ma se sotto il cielo della politica nulla è scontato, quello di oggi è stato un mattoncino fissato alle porte della Liguria.

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