GENOVA - È uno Stefano Bonaccini accomodante, che non presta il fianco alle insidie del terzo mandato, quello che ha partecipato alla tappa itinerante di "Genova Futura", nell'ottica del percorso programmatico voluto dalla dirigenza genovese in vista delle Amministrative 2027. Prima l'appello a Genova e alla Liguria, seguendo il modello emiliano, tra innovazione e sanità, con i risultati ottenuti in questi anni dal presidente dell'Emilia Romagna. Poi la tirata d'orecchie al Partito democratico, poco capace di intercettare i voti degli artigiani e dei piccoli imprenditori, fondamentali però, sottolinea Bonaccini, "per tornare a vincere".
Tema già sollevato anche in passato, e chiamato e richiamato più volte, anche durante la campagna elettorale per le Primarie del febbraio 2023, che hanno visto trionfare Elly Schlein. "Tutti mi chiedono del terzo mandato" ha sussurrato ai suoi il presidente dem, "ma io non voglio entrare nello scontro politico tra Meloni e Salvini, tantomeno è mia intenzione attaccare la segretaria". Bonaccini vuole parlare di altro, si vuole confrontare con gli amministratori e i cittadini, per intraprendere la strada maestra che riporti il Pd a vincere. Durante la tappa programmatica di oggi erano presenti i big del partito, quelli più vicini a Bonaccini, ma anche quelli che hanno appoggiato Schlein.
Dal senatore Lorenzo Basso al segretario provinciale di Genova Simone D'Angelo, passando per l'europarlamentare Brando Benifei e i consiglieri regionali e comunali Armando Sanna e Roberto Arboscello; Alberto Pandolfo e Donatella Alfonso. Seduta in platea anche la vecchia guardia dei Ds prima e del Pd poi, rappresentata dall'ex governatore Burlando, da Benvenuti e Margini. A fine incontro Stefano Bonaccini ha partecipato alla raccolta fondi con il partito, successivamente davanti a un caffè ha incontrato gli amministratori locali a lui vicini politicamente.
Anche in questo caso, a microfoni spenti, ha comunque deciso di non parlare di terzo mandato, altresì ha chiesto ai suoi di stare compatti, per affrontare al meglio la tappa agli sgoccioli delle Regionali in Sardegna (si vota domani per chi legge, domenica 25 febbraio ndr) e la stesura delle liste per le Europee. "I nodi poi - ha sussurrato - li affronteremo in futuro, ma adesso rimaniamo compatti". Insomma, nessun attacco frontale alla sua ex vicepresidente emiliana Elly Schlein, almeno fino a quando i famosi nodi dovranno essere ben pettinati, e quindi sciolti.
Nel frattempo, il 2 e 3 marzo prossimi si terrà a Roma il congresso per le Europee del partito Social democratico europeo e, racconta ai colleghi Bonaccini, "sono d'accordo con Elly (Schlein ndr) che subito dopo guardiamo al tema delle liste per l'election day dell'8 e 9 giugno". Il Bruce Willis emiliano, come l'aveva soprannominato Matteo Renzi, potrebbe interpretare la quiete prima della tempesta, per poi scatenare l'attacco a Schlein; o potrebbe invece defilarsi dal dualismo delle correnti e lasciare la battaglia dei riformisti a qualcun altro, magari lavorando alla sua ascesa in Europa. Sarà il tempo a dirlo, nel frattempo però non sarà il presidente dem ad aizzare le spaccature interne al Pd sul terzo mandato.
IL COMMENTO
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