GENOVA - Il Partito Democratico impugna i pareri tecnici per ribadire il suo "no" al rigassificatore al largo di Savona e Vado Ligure: durante una conferenza stampa il Pd ha presentato le relazioni di Istituto Superiore della Sanità, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Vigili del Fuoco, Arpal e Capitaneria di Porto di Savona, che secondo i dem hanno evidenziato alcune criticità.
Sul documento presentato dall'’Istituto Superiore di Sanità si legge di un’opera che si inserisce "su un territorio già fortemente antropizzato e industrializzato con criticità che riguardano i diversi comparti ambientali sui quali si potranno aggiungere gli impatti determinati dall’opera in progetto", mentre Ispra ha sottolineato che nella Valutazione di Impatto Ambientale "non viene riportata l'Area Marina Protetta 'Isola di Bergeggi' tra l'elenco delle opere naturali protette" e non si è tenuto conto delle "riperimetrazioni delle Zone di Conservazione Speciale marino costiere proposte da Regione Liguria": il rigassificatore attualmente, secondo la delibera del Comune di Bergeggi, verrebbe collocato proprio nella Zsc.
I Vigili del fuoco e la Capitaneria di Porto di Savona evidenziano problematiche relative alle interferenze che la collocazione della Golar Tundra potrebbe creare alle attività portuali già esistenti: per i Vigili del fuoco è necessario "specificare l'area interdetta alla navigazione attorno alla Golar Tundra" oltre a "specificare i limiti operativi della Golar Tundra per altezza d'onda e velocità del vento"; secondo la Capitaneria invece "la configurazione attuale ricade nella zona interessata dal posizionamento delle ancore delle navi cisterna ivi ormeggiate, nonché nell'area dedicata alle manovre di ingresso/uscita del porto di Vado Ligure".
Infine Arpal rileva che "non tutte le opere non sono state descritte collocandole nel territorio in cui andranno a insistere" e "si ritiene opportuno che vengano valutate le attività complessivamente in essere nelle aree interessate dal progetto e/o in fase di autorizzazione" come "Diga foranea di Vado Ligure e costruzioni dei cassoni per Diga Foranea di Genova e i conseguenti impatti cumulativi".
Secondo il vicecapogruppo del Pd in Consiglio Regionale Roberto Arboscello i no pronunciati dal Pd stesso e dai cittadini "non sono ideologici ma basati su dati tecnici che stanno arrivando da parte di soggetti terzi e non politici": anche per questo il consigliere ha scritto una lettera indirizzata al presidente di Regione Liguria Giovanni Toti a cui ha chiesto di "prendere coscienza di questi pareri tecnici, di bloccare e ritirare il progetto del rigassificatore" oppure di scegliere se fare "il commissario di Governo e dimettersi da presidente della Regione".
Il segretario regionale Davide Natale parla di un'occasione persa perché "il Pnrr mette decine di miliardi sulla transizione energetica e Toti alza la mano per portare in Liguria un progetto legato al passato" e suggerisce alla Regione di guardare ai progetti sulla creazione di comunità energetiche anziché al rigassificatore.
Il Pd ha portato il tema sul tavolo del ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin attraverso l'attività dei deputati Valentina Ghio e Luca Pastorino. Secondo Ghio bisogna anche considerare le dichiarazioni di Snam per cui le riserve di gas del nostro Paese sono piene al 99%: "Tutta questa energia andrebbe impiegata per la valorizzazione ambientale dei territori - sostiene l'ex segretario regionale - e per un piano di transizione e riqualificazione energetica reale invece di ricorrere a vecchi sistemi".
Per Pastorino "l'indicazione che un Governo nazionale dà dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico è un indicatore della qualità di un'azione di Governo in senso di lungimiranza e di concretezza: collocare il rigassificatore in un contesto dove la domanda di gas potrebbe calare - conclude - è una cosa su cui bisogna riflettere molto bene".
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