Politica

L'obiettivo del governo Meloni è quello di abbattere il caro-mutui, attraverso appunto gli extraprofitti, che nel caso delle banche sono calcolati sul margine di interesse
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GENOVA - Caldo agostano non solo per le temperature ma anche per gli ultimi decreti del governo Meloni. A fare discutere in queste ore è la tassa sugli extraprofitti delle banche, approvata dal consiglio dei ministri nel decreto "asset", definita nella norma una imposta straordinaria proprio per il carattere una tantum della misura. Qualcosa di simile lo si era già visto in passato, durante l'esecutivo di Mario Draghi, quando si erano tassate le imprese energetiche per recuperare le risorse a favore di imprese e famiglie contro il caro-energia. L'obiettivo adesso è quello di abbattere il caro-mutui, attraverso appunto gli extraprofitti, che nel caso delle banche sono calcolati sul margine di interesse: sulla differenza quindi tra gli interessi attivi e quelli passivi.

Gli interessi attivi sono quelli che la banca incassa come guadagno per aver concesso prestiti o mutui, gli interessi passivi sono invece quelli che la banca stessa deve pagare alla clientela sui conti correnti o sui conti deposito. Per semplificare, gli extraprofitti sono i guadagni che la banca incassa in più con l'aumento dei tassi di interesse. Critico con la tassa sugli extraprofitti il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, che attraverso i profili social non nasconde il proprio scetticismo. "Posso dirlo, la manovra sugli extraprofitti delle banche tassati per il 40% in modo retroattivo non mi convince. Non è una cosa da liberali, ma da marxisti. Il passo successivo è la patrimoniale" commenta il presidente Toti. Il governatore ligure domanda poi: "Ma soprattutto, di chi sono le banche? Degli azionisti. E chi sono gli azionisti? Per lo più tutti voi che avete un fondo pensioni, un piano di accumulo, qualsiasi forma di risparmio gestito. Bene, per ridare agli italiani circa 4 miliardi di euro, abbiamo bruciato in borsa circa 10 miliardi di risparmi degli stessi cittadini".

Arriva poi l'affondo di Giovanni Toti, su ricchezza e povertà. "Il saldo, a oggi, è che i risparmiatori italiani sono più poveri, non più ricchi. Forse andava pensata meglio e da liberale bisognerebbe avere più fiducia nel mercato e meno nella politica". A spiegare, a distanza, quasi come se rispondesse all'amico e collega Giovanni Toti, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha annunciato: "vogliamo confermare gli aumenti sugli stipendi e le pensioni anche per l'anno prossimo". L'obiettivo che il Governo si pone è quello di detassare gli straordinari, cercando in legge di bilancio di "mettere tutti i soldi possibili per aumentare stipendi e pensioni, perché bisogna redistribuire una piccola parte dei miliardi di utile che le banche stanno facendo senza muovere un dito". Insomma, per il leader della Lega Salvini, la tassazione degli extraprofitti è "un'opera economicamente e socialmente doverosa". Secondo le prime stime si calcolano incassi tra i 2 e i 3 miliardi di euro. La cifra basterebbe per i mutui, che valgono qualche centinaia di milioni, ma solo parzialmente servirebbero per rinnovare il taglio del cuneo o per ridurre da 4 a 3 le aliquote Irpef. 

 

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