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A riaprire le porte, spalancate e senza stipiti, è stato l’assessore comunale di Genova Mario Mascia durante “Il programma politico di Primocanale”
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GENOVA - Giovanni Toti sì, Giovanni Toti no. Potrebbe essere questo il dilemma di Forza Italia, che ha iniziato ufficialmente una nuova era, nel nome di Silvio Berlusconi ma nella gestione di Antonio Tajani, eletto segretario nazionale. Sempre che Giovanni Toti ripensi a un ritorno tra i forzisti.

A riaprire le porte, spalancate e senza stipiti, è stato l’assessore comunale di Genova Mario Mascia durante “Il programma politico di Primocanale”, richiamando senza troppi giri di parole il presidente ligure, che in passato era considerato il delfino di Silvio Berlusconi, ma che poi decise di lasciare gli azzurri per intraprendere un percorso arancione e più civico. (LEGGI QUI)

A stemperare l’entusiasmo di Mascia ci ha pensato il coordinatore regionale di FI Carlo Bagnasco, che a Primocanale ha ribadito la stima al governatore ma ha tracciato il percorso che Forza Italia deve perseguire, seguendo le indicazioni del segretario Tajani. E facendo un lungo passo indietro, i rapporti tra il ministro degli Esteri e il presidente ligure non erano proprio idilliaci, dopo lo strappo di Toti, che venne escluso dal coordinamento di presidenza del partito e decise così di lasciarlo. 

"Tajani ha detto che è una nuova fase, che l'obiettivo sono le Europee 2024, che bisogna rimanere tutti uniti e che non esistono le correnti come insegnato da Silvio Berlusconi, noi eravamo abituati così e continueremo così - ha tenuto a precisare Carlo Bagnasco -. Le porte aperte le abbiamo nelle concessionarie e di solito quando si presenta un modello di un auto. Indipendentemente da questo c'è un pensiero aperto in Forza Italia, una volontà di crescere e di farla crescere, allineandosi ad Antonio Tajani, rispettando gli alleati. Noi abbiamo il nostro percorso e la nostra dignità politica. Noi siamo onesti e seri, se una coalizione decide un nome quello è il nome della coalizione". 

Carlo Bagnasco non nasconde quindi la stima e lo scambio di idee e condivisioni con il presidente Toti, ma in nome della fedeltà al partito e a Tajani rimarca con eleganza il concetto: "Non ho il mandato da Tajani di provare a far rientrare Toti in Forza Italia, io sono il coordinatore regionale e nel caso questa fosse la mission sarei il primo a saperlo". Insomma, l'obiettivo adesso è di essere aperti a nuove proposte, senza però rischiare di lanciarsi in fughe in avanti, tra nomi e candidature, che potrebbero alterare gli equilibri di un partito che dopo lo shock della scomparsa di Berlusconi è chiamato a stabilizzarsi. 

 

 

 

 

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