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Pubblichiamo il commento di Marta Vincenzi in risposta a Mario Paternostro e al dibattito aperto da Primocanale sulla crisi del Pd: "Fuori tutti i capi del PD ligure. Ma non è solo colpa della Schlein" LEGGI QUI

Caro Mario,
condivido l’esigenza del cambiamento ma delle rottamazioni abbiamo già avuto esperienza. Non è andata molto bene.
Sono tra coloro che non avevano rinnovato la tessera del PD quando era segretario Renzi, un ex sindaco che avrebbe voluto diventare il sindaco d’Italia rottamando tutti. Ho guardato con attenzione a Zingaretti, amministratore di valore e di esperienza, che ha dovuto gettare la spugna alla guida di un PD mangiato dalle correnti che hanno finito per rottamare lui. In questi anni, abbiamo eletto in parlamento ex sindaci che hanno ricoperto ruoli importanti nei vari governi e, nel gruppo dirigente ligure, non mancano certo gli amministratori locali. Abbiamo perso comunque.
Non è lì il problema.

Mi sono iscritta nuovamente al PD nella speranza che la rottura con il passato, così chiaramente indicata dalle primarie, si trasformi in una strategia.

La strategia deve rendere visibile una fisionomia e fissare un’agenda politica, avere intelligenza dei cambiamenti del mondo e scegliere con chi e da che parte stare.
Ancora non è accaduto, ma sarebbe ingeneroso pretenderlo.

È urgente la visibilità per consolidare il nuovo corso e le speranze suscitate da Elly Schlein, ma in parallelo deve esserci un lavoro di lunga lena che scava in profondità.

Si gioca su due terreni, entrambi difficili come non mai.

Da un lato, l’immediata riconoscibilità da parte dell’opinione pubblica delle proposte su welfare, lavoro, ambiente, fisco, guerra come già avvenuto sul tema dei diritti civili. Con la stessa chiarezza, intendo. Questo va fatto subito e non mi pare ci sia bisogno di sindaci in quanto tali. Urgono intelligenze, anche senza ruoli, e decisioni coraggiose.

L’altro terreno passa attraverso il rafforzamento culturale e organizzativo delle strutture di partito sul territorio dove bisogna tornare ad esistere. Da quel poco che ho visto da quando mi sono riscritta, non c’è più niente. Ci muoviamo nel deserto. Qui, sindaci e amministratori sono preziosi. Con loro possiamo scegliere le battaglie da sostenere e portare avanti, ricucire un rapporto con la società civile, rendere concrete le proposte di cambiamento dove governa la destra.

Insomma, più che mandare a casa i pochi che ci sono rimasti, direi di provare ad allargare e includere il più possibile. Vasto programma, per come siamo messi.
Ma ci spero. Per quanto posso, ci provo.