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Sotto Palazzo San Giorgio hanno annunciato la loro presenza molti esponenti politici del Mov5s, del Pd e di altre forza di centrosinistra, senza dimenticare i vari parlamentari e senatori liguri
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GENOVA - Non sarà più un consiglio monotematico ma un presidio per dire "no" ai depositi chimici a ponte Somalia. Questa la decisione, dopo la richiesta da parte del Comune di non tenere il consiglio sotto la sede di Palazzo San Giorgio, dove invece andrà in scena una manifestazione da parte del Municipio, dei cittadini e dei vari rappresentanti politici. 

"Purtroppo, il timore del confronto e la voglia di questa amministrazione di centrodestra di favorire gli interessi privati a discapito della cittadinanza si è ancora una volta palesato plasticamente. Inutili sono stati i tentativi in questi giorni, tramite il presidente Michele Colnaghi, di ricordare le precedenti occasioni in cui sedute dei consigli municipali monotematiche si sono svolte fuori del territorio di appartenenza. Sedute alle quali partecipò anche l’allora candidato sindaco Bucci (consiglio monotematico del 2017 in via Roma) o consigli proprio nel luogo in cui oggi ci viene vietato di riunirsi (2011)", si legge nella nota del Mov5s, Pd, Genova Civica e Lista RossoVerde.

Nel frattempo il gruppo Lega Municipio Centro Ovest risponde attaccando il Partito democratico. "Qualcuno deve spiegare al Pd che far rispettare le regole non significa essere dei dittatori. Il Comune ha ritenuto a ragione 'non ammissibile' la convocazione di un consiglio municipale da tenersi davanti a Palazzo San Giorgio, perché le sedute, da regolamento, possono svolgersi di norma solo nella sede del Municipio o in altra sede nell’ambito del territorio municipale"

Arriva poi il sostegno alle decisioni assunte dal primo cittadino Marco Bucci. "Siamo vicini ai lavoratori e non appoggiamo l’opzione zero sostenuta dalla sinistra. Il sindaco Bucci, proprio per scongiurare i licenziamenti dei 300 lavoratori diretti e indiretti, è riuscito, attraverso il decreto Genova, ad avere quei milioni necessari per garantire ancor maggior sicurezza sul probabile trasferimento, ricordando che l’ultima parola spetta ad Autorità portuale e Ministero. Ribadiamo che se i depositi dovessero venire nel nostro municipio, dovranno essere garantiti indennizzi di carattere compensativo da investire sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie in tutto il nostro quartiere".

Un botta e risposta a distanza con i partiti del centrosinistra, che sottolineano invece la propria contrarietà al trasferimento dei depositi. "Come Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lista RossoVerde e Genova Civica, ancora una volta ribadiamo che il necessario spostamento dei depositi chimici dall’abitato di Multedo non può rappresentare la condanna di un altro quartiere. Che non si possono perdere 60.000 ore di lavoro in porto per una scelta scellerata. Esprimiamo nuovamente la nostra contrarietà al posizionamento di 75 serbatoi di materiali infiammabili, tossici e nocivi a pochi metri dall’abitato di Sampierdarena. Ribadiamo, infine, che non ci piegheremo a questo Sindaco/Padrone".

Sotto Palazzo San Giorgio hanno annunciato la loro presenza molti esponenti politici del Movimento Cinque Stelle, del Partito Democratico e di altre forza di centrosinistra, senza dimenticare i vari parlamentari e senatori liguri. 

Depositi, in presidio anche la politica: dal Pd a Pirondini e Pastorino

La deputata del Partito democratico Valentina Ghio ritiene sia indispensabile ascoltare il territorio. "Condivido la protesta dei cittadini e dei comitati di Sampierdarena che si ritroveranno davanti a Palazzo San Giorgio. Il sindaco Bucci sta agendo senza ascoltare i dubbi e i timori dei cittadini e trascurando l’allarme sollevato dal mondo portuale sui rischi occupazionali e dei traffici. Ancora una volta si agisce senza condivisione dei progetti e in modo unilaterale. Sono diverse però le problematiche, dalla vicinanza con le case ai traffici portuali, che invece meriterebbero approfondimento e attenzione. Lo sviluppo del porto non può essere slegato dall’attenzione alla città e a chi la vive e vi lavora" spiega Valentina Ghio.

 

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