Porto e trasporti

A Primocanale parla Claudio Manzella, presidente del Comitato tecnico regionale, che deve valutare i rischi per la città legati allo spostamento a ponte Somalia da Multedo
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GENOVA - In un momento in cui il dibattito a Genova sullo spostamento dei depositi costieri a ponte Somalia da Multedo è sempre caldissimo, per la contrarietà del quartiere di Sampierdarena in primis, abbiamo incontrato Claudio Manzella, presidente del comitato tecnico regionale, che è coinvolto un passaggio importantissimo nell'iter per il trasferimento, un passaggio che deve valutare se lo spostamento è fattibile o no, se è rischioso per i cittadini o no. Ce lo spiega lui stesso: "Il comitato tecnico regionale è un comitato dove partecipano parecchie amministrazioni, relativo alle autorizzazioni per gli impianti a rischio di incidente rilevante. Io sono il presidente, cioè il direttore regionale dei Vigili del fuoco, poi ci sono poi i vigili del fuoco nazionali, Arpal, Inail, Capitaneria di porto, Ispettorato del lavoro, Comune e Regione.

Diamo i pareri,  i nullaosta di fattibilità prima che l’impianto venga costruito quindi ci esprimiamo sulla fattibilità, dopodiché il proponente fa un analisi del rischio, un rapporto di sicurezza, poi noi ci esprimiamo sul piano di sicurezza e siccome partecipa tutta questa serie di enti al comitato tecnico regionale, è un parere complessivo, non è che poi, per esempio, la Regione o qualcun altro, dopo che ci siamo espressi, può dire “no non si fa”, perché partecipano tutti a questo comitato con i loro rappresentanti e quindi hanno il diritto di voto. Il comitato si esprime a maggioranza.

Una volta che hanno terminato questa analisi, si approva o si danno prescrizioni o si boccia: è un’attività molto complessa e per legge abbiamo 120 giorni da quando viene presentato il piano di sicurezza, non si può cincischiare. I rapporti di sicurezza per tutte le industrie a rischio di incidente rilevante che insistono sul territorio, devono essere riformulati ogni cinque anni perché ci potrebbero essere miglioramenti tecnologi che possono ridurre il rischio, per cui loro ogni cinque anni devono fare questo tipo di attività”.

In merito ai depositi costieri in particolare?

“Hanno a che fare con l’elemento mare. In questo momento noi stiamo esaminando, perché ce l’hanno presentato da poco, il rapporto di sicurezza relativo a Superba che è un deposito che stocca a Multedo prodotti chimici che sono contenuti in un elenco che individua le soglie di assoggettabilità per questi tipi di deposito. A fianco al deposito della Superba c’è anche quello della Carmagnani. Il rapporto di sicurezza è stato presentato da Superba però ingloba anche i quantitativi della Carmagnani, per cui lo spostamento dal sito di Multedo a ponte Somalia dovrebbe avvenire con questa modalità unificata”.

Veniamo ai rischi

“Quali sono i rischi? I prodotti sono molto infiammabili, ma preciso una cosa prima di continuare: questi depositi nascono quando a Multedo non c’era nulla, poi sono nate le case intorno quindi sono iniziati i problemi, da tanti anni si parla dello spostamento di questi depositi in altri siti più compatibili, un’operazione di cui si è occupato anche il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici.  Si fa spostando da su una banchina questi depositi costieri con prodotti chimici e tossico-nocivi, però i prodotti tossico-nocivi vengono posti sulla parte più lontana della città mentre i serbatoi di liquidi infiammabili vengono installati nell’altra parte del ponte Somalia. Quali sono i rischi? I rischi sono incendio di serbatoio, per cui noi andiamo a valutare le curve di isorischio, cioè curve dove vengono uniti tutti i punti che hanno lo stesso rischio di incendio e devo dire che le cose che abbiamo visto questa curva non oltrepassa il porto per, cui non viene investito il centro abitato, che invece potrebbe essere investito dei fumi che si sprigionano da questi incendi, che però vengono dispersi in atmosfera per cui la qualità dell’aria non dovrebbe, anche in questo caso, essere compromessa”.

 

 

Cioè si fanno delle analisi per quanto riguarda la qualità dell’aria in caso di incendio di sostanza tossica anche?

“È stato richiesto per sostanze chimiche ma anche tossiche però le sostanze tossiche sono state messe, come dicevo prima, nella punta verso il mare in una zona dove c’è il corridoio per gli aerei e lì non potevano essere poste sostanze infiammabili perché altrimenti ci sarebbero stati, in caso di incendi, problemi di avvicinamento degli aerei sull’aeroporto. Devo dire che è una scelta ponderata che va a vantaggio della città. Ovviamente ci sono una serie di problemi che però non dobbiamo noi trattare, tipo viabilità, camion ecc. e poi ci sono i problemi di navigabilità che però verranno superati con la costruzione della nuova diga, perché le navi cisterna devono scaricare il prodotto. Vorrei dire che la fase più delicata della vita di questi depositi non è tanto lo stoccaggio quanto il travaso, cioè quando le navi o scaricano o caricano le sostanze. Ma noi abbiamo già l’esempio molto positivo di Porto petroli, perché ci sono dei depositi costieri che alimentano Busalla e la Sigemi e non abbiamo mai avuto grossi problemi. Aggiungo: le conclusioni del Ctr, comitato tecnico regionale, vengono trasmesse alla Prefettura competente per territorio, che deve elaborare il piano di emergenza esterno, cioè deve dire in caso di incidente cosa si fa. Naturalmente il prefetto promulga il piano, ma al piano di emergenza partecipano di nuovo Vigili del fuoco e altri tecnici”.

Quando pensate di dare la vostra risposta sul piano di sicurezza?

“Considerando che l’avranno presentato circa un mese fa, abbiamo 120 giorni in tutto… poi ci potrebbero essere delle interruzione dei termini, qualora ci dovessero essere degli approfondimenti, dei dubbi, ma non è che possiamo allungarla troppo. Io credo che bisogna raccontare la verità alla cittadinanza: questi depositi sono in questo momento più problematici dove sono che dove saranno perché è vero che li spostiamo, ma li spostiamo verso mare, tutto rimane intorno al deposito e del porto. Tanto più che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, a cui ho partecipato, ha dovuto trattare questo argomento:  viene anche potenziato il mezzo ferroviario per il trasporto e anche il trasporto su gomma, ma sono argomenti più da pianificazione”.

Quindi dal punto di vista ambientale per l’analisi che state facendo non ci sono elementi di rischio che potrebbero precludere il trasferimento a ponte Somalia?

“Già attualmente i depositi di Carmagnani e Superba hanno curve di rischio che sono contenute all’interno dei depositi, però le case sono intorno”.