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Alle strette di Natale e di fine anno del governo Draghi manca ancora un passaggio: quello della decisione attesa sull'ampliamento dell'obbligo di green pass rafforzato per il mondo del lavoro.

Dopo le forze dell'ordine, dopo i sanitari di ogni livello e dopo il personale scolastico, potrebbero ora scattare gli obblighi vaccinali per tutto il mondo del lavoro.
A partire, probabilmente, dalla pubblica amministrazione e in particolare da chi si occupa di mansioni a diretto contatto con il pubblico.

La decisione è attesa nel primo consiglio dei ministri già convocato per il prossimo mercoledì 5 gennaio durante il quale Mario Draghi potrebbe portare sul tavolo le nuove strette. Ma sui loro contenuti ancora l'accordo non sembra palesarsi.

Diverse le ipotesi in campo: la prima è quella di estendere l'obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori. Il caso più difficile che non piace ad alcune parti politiche, ma che potrebbe essere la soluzione al controllo capillare dell'aumento dei contagi.
La seconda opzione è quella di votare il super green pass al lavoro ma evitando di coinvolgere almeno in un primo momento il mondo dei lavoratori privati per scongiurare stop repentini alle produzioni e ai servizi che potrebbero mettere in ginocchio l'economia del nostro PAese.

Vi è poi una terza opzione che non riguarda solo il lavoro ma tutta Italia, ovvero l'introduzione dell'obbligo vaccinale per tutti indistintamente, lavoratori o meno, a partire dai 18 anni di età. E su questo passaggio anche il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, dichiara che le condizioni sono mature per questo tipo di provvedimento.

Appuntamento dunque al 5 gennaio: sul tavolo dei rappresentanti di governo oltre che di lavoro ci saranno le scuole che stanno per ricominciare e le possibili nuove regole sulla quarantena.

"Speriamo che il Governo metta al più presto l'obbligo vaccinale per il mondo del lavoro. Questo Paese non può fermarsi per colpa di una minoranza che si ostina a negare la scienza". Così il presidente della Regione Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.

"Il virus è tornato a correre - argomenta - ma il numero delle vittime in Liguria è molto lontano da quello dello scorso anno. 156 decessi negli ultimi due mesi del 2021 a fronte dei 1097 dello stesso periodo del 2020, 7 volte in meno. La variante Omicron, la più contagiosa in assoluto, ha fatto schizzare i casi positivi ma la maggior parte dei liguri sta affrontando la malattia a casa, praticamente come un'influenza. La differenza? La fa il vaccino! L'unica arma per evitare le conseguenze peggiori del Covid. Solo con i vaccini, che dimostrano di funzionare anche sulla Omicron, vinceremo questa guerra contro il virus".