GENOVA - “Il centrodestra è unito anche in Liguria, il fatto che non lo sia è solo una speranza dei nostri avversari”: c’è spazio anche per qualche battuta sulla politica regionale nella visita al carcere di Marassi del sottosegretario alla Difesa Andrea Delmastro. “Qualche volta possiamo dividerci in situazioni specifiche – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia riferendosi al caso Imperia – ma in linea generale la nostra coalizione resta compatta”.
Per Delmastro il centrodestra si ripresenterà compatto anche alle elezioni regionali del 2025 e non esclude che a guidare l’ente di piazza De Ferrari possa essere una donna del suo partito: “Noi ne abbiamo una piuttosto brava – dice con il sorriso sulle labbra – mi pare che sia presidente del Consiglio e che si chiami Giorgia Meloni”. Non è un endorsement diretto alla possibile candidatura di Simona Ferro alla presidenza della Regione, del resto è troppo presto, ma è certo un’ammissione che Fratelli d’Italia si aspetta di giocare un ruolo centrale nella prossima tornata amministrativa.
Delmastro è in Liguria per una doppia visita, prima a Genova e poi a Chiavari: il penitenziario di Marassi è noto per essere sempre particolarmente sovraffollato ma sulla questione il sottosegretario non ha portato sostanziali novità; “Non c’è al momento alcun piano di trasferimento del carcere da qualche altra parte, bisogna lavorare con la struttura esistente”. Qualcosa di nuovo, però, potrebbe arrivare a Savona: “In quella provincia non c’è una struttura penitenziaria – dice il sottosegretario – e bisogna capire se ci sono le condizioni per dotare anche Savona di un carcere, come tutte le altre città capoluogo della regione. E’ una situazione che abbiamo ereditato e dobbiamo affrontarla”.
In Liguria è di attualità anche il tribunale di Chiavari: si sarebbe dovuto trasferire in una costruzione ultramoderna realizzata allo scopo ma la riforma dei tribunali lo ha cancellato dalla mappa prima che potesse aprire. "L'idea - dice Delmastro - è quella di realizzare un nuovo tribunale del Tigullio che allarghi le proprie competenze rispetto al vecchio tribunale di Chiavari siglando un patto con gli enti territoriali, con i tribunali limitrofi, con la capacità di raccontare che vi è una realtà socio-economica precisa in quell'area e si defaticherebbero gli altri palazzi di giustizia. Certamente è intenzione del Governo rivedere l'infausta revisione della geografia giudiziaria per arrivare a una maggiore giustizia di prossimità come peraltro chiede anche l'Europa".
Il sottosegretario ha poi illustrato due possibili soluzioni per diminuire la popolazione carceraria, la prima delle quali si riferisce ai detenuti tossicodipendenti: “Circa il 30% dei reclusi ha condanne per reati di droga, è necessario dare vita a una rivoluzione con il contributo del terzo settore; bisogna consentire a un certo tipo di detenuti di scontare la pena, entro certi limiti, presso le comunità chiuse e protette come San Patrignano. Il primo passo per il recupero di queste persone è la disintossicazione”. Il secondo progetto è legato ai detenuti stranieri: “Partirà una circolare affinché tutti i detenuti nella carceri italiane originari della Romania e dell'Albania, Paesi con cui abbiamo già siglato trattati bilaterali, vengano tradotti nella galere dei Paesi di provenienza senza il previo consenso del detenuto. Per il rimpatrio dei detenuti stranieri mancano modalità operative e mancano i certificati di esecuzione delle Procure - spiega Delmastro - ma stiamo lavorando con la Scuola superiore della magistratura per avere una formazione specifica su questo punto e stiamo lavorando con tanti Paesi stranieri alla stipula di trattati bilaterali per il trasferimento dei detenuti senza il previo consenso del detenuto. Ci sono 15 mila detenuti stranieri nelle galere italiane per una pluralità di reati o per un reato gravissimo, costano 137 euro al giorno, hanno rotto il patto di cittadinanza e non devono più pesare sulle tasche dei contribuenti italiani”, conclude il sottosegretario.
IL COMMENTO
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