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GENOVA - La questione del rincaro dei pedaggi autostradali nel nodo di Genova e in tutta le tratte liguri gestite da Autostrade per l'Italia arriva in consiglio comunale a Genova. La consigliera del Partito democratico Cristina Lodi ha presentato un'interrogazione a risposta immediata che verrà discussa durante la seduta di martedì 10 gennaio a Palazzo Tursi. 

A partire dal primo gennaio è scattato un aumento delle tariffe che ha interessato in Liguria i tratti gestiti da Aspi lungo la A7, A10, A12 e A26 (Leggi qui). La consigliera del Pd chiede, visto gli aumenti, quali "azioni l'amministrazione Comunale intende attivare verso Società Autostrade a fronte dell'aumento inaccettabile del pedaggi, visto che ad oggi ci sono continui disagi per chiusura carreggiate a intermittenza, cantieri e mancato ripristino barriere antirumore?".

E ancora Lodi chiede "come intende (l'amministrazione ndr) agire visto che l'accordo chiesto da Comune e AdSP del Mar Ligure Occidentale al ministero ha di fatto determinato la rinuncia al pedaggio gratuito sulla A10, che doveva essere applicato fino al 31 dicembre del 2031 (accordo 2020), in nome di opere ad oggi non avviate ne realizzate da Società Autostrade? ( E’ già trascorso un anno in cui si poteva non far pagare nulla ai cittadini)” conclude Lodi.

RINCARI AUTOSTRADE: IL DIBATTITO DI PRIMOCANALE - GUARDA QUI

Primocanale con l'editore Maurizio Rossi, già membro della commissione Trasporti al Senato nella XVII legislatura, ha aperto il dibattito sul tema dei rincari dei pedaggi autostradali della rete gestita da Autostrade per l'Italia scattati dal primo gennaio 2023. Si tratta di "un sopruso" spiega Rossi nel suo editoriale (Leggi qui).

Numerose le testimonianze da parte del mondo economico e politico arrivate a Primocanale per manifestare il dissenso rispetto a un amento delle tariffe che riguarda le tratte della Liguria già interessate dalla presenza di cantieri che provocano restringimenti di carreggiata e scambi di corsia allungando i tempi. Proprio da questo lunedì 9 gennaio, finita la pausa festiva, sono ripartiti i cantieri (Leggi qui).

Questione dei rincari autostradali in una rete ligure falcidiata oramai da tempo da cantieri, chiusure e lunghe code, si parlerà questa sera ne 'Il programma politico di Primocanale' (Leggi qui).

 

GENOVA - Un inizio d'anno con il botto, ma senza fuochi d'artificio. È questo lo scenario che si sta delineando nei primi giorni del 2023, tra l'inflazione che picchia forte e gli aumenti di benzina e pedaggi autostradali. Era dal 2018, anno in cui è crollato ponte Morandi (14 agosto, 43 vittime ndr), che i pedaggi non subivano nessun incremento, partito invece dal 1° gennaio 2023. L'aumento per l'anno in corso sarà del 2%, a cui si aggiungerà un altro 1,34% dal prossimo 1° luglio, per un totale di 3,34%. Questo, per quanto riguarda le tratte di competenza di Autostrade per l'Italia Spa.

Aumenti che sono stati invece scongiurati nella maggior parte delle società autostradali italiane, dove tutto sembra congelato almeno fino al 31 dicembre 2023. È quanto stabilito dal Mit, d'intesa con il Mef. E di aumento dei pedaggi autostradali, in una rete ligure falcidiata oramai da tempo da cantieri, chiusure e lunghe code, si parlerà questa sera ne 'Il programma politico di Primocanale' con il direttore Matteo Cantile

Il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale Luca Garibaldi è intervenuto sull'aumento dei prezzi di Autostrade e benzina: "Il costo di benzina e gasolio è salito di 20 centesimi al litro rispetto al 30 dicembre, a causa dell'incremento delle accise. Proprio quelle accise che la premier Giorgia Meloni, in campagna elettorale, doveva togliere immediatamente - attacca il dem -. I rincari dei pedaggi autostradali in una regione che ha subito il crollo di ponte Morandi e che ancora oggi è prigioniera dei cantieri per la messa in sicurezza dell’autostrada è inammissibile. Regione Liguria ha sbagliato fin dall’inizio a non chiedere ad Autostrade per l’Italia, vista la situazione, di mantenere i pedaggi bloccati fino al 2030 o quantomeno fino alla chiusura di tutti i cantieri".

A pochi giorni dall'inizio dell'anno arriva l'annuncio del consigliere del Partito democratico Garibaldi. "Per tutta questa serie di decisioni ed eventi al primo consiglio regionale presenterò un ordine del giorno per chiedere che Regione Liguria si muova nei confronti del Governo. È necessario intervenire per ripristinare il bonus trasporti, agire sulle accise e chiedere di intervenire presso Aspi, come era già accaduto in passato, per portare avanti la richiesta di bloccare l'aumento dei pedaggi fino al 2030. Anno in cui si presuppone non ci saranno più cantieri sulle tratte della Liguria. A questo punto, vedremo se la maggioranza lo sosterrà".



 

SAVONA - Scatta il conto alla rovescia per l'elezione del nuovo presidente della Provincia di Savona. La sfida è tra due amministratori di centrodestra: l'uscente Pierangelo Olivieri, sindaco di Calizzano, e il primo cittadino di Borghetto Santo Spirito Giancarlo Canepa. Il Partito Democratico non ha espresso un candidato, ma sarà l'ago della bilancia nella corsa tra i due candidati.

Da una parte Olivieri, sostenuto da Cambiamo, e dall'altra Canepa, espressione della Lega, appoggiato da Fratelli d'Italia e Forza Italia. A complicare il quadro i due sindaci dei comuni più grandi della provincia, Savona e Albenga, che si sono tirati fuori. Marco Russo, sindaco di Savona, ha spiegato così la sua mancata candidatura: "Non ritengo di poter offrire la disponibilità a candidarmi a tale carica. Peraltro, in questo modo, porto il mio contributo per sgombrare il campo dalla discussione sui nomi per spostarla sui progetti". La notizia, comunicata con una lettera a inizio dicembre, ha aperto la strada al primo cittadino di Calizzano come nome dei moderati e di una parte della sinistra a Palazzo Nervi. Un secondo mandato, quello di Olivieri, considerato dai totiani "naturale e logico" e secondo "la tradizione della coalizione".

Il testa a testa in Provincia chiama in causa gli equilibri regionali. Ma l'accordo tra il coordinamento regionale di Cambiamo e gli esponenti Dem in regione per l’elezione del presidente e la nomina del vice presidente della Provincia ha avuto conseguenze anche in consiglio comunale a Savona. Fabio Orsi (Toti per Savona) e Daniela Giaccardi (lista civica Schirru Sindaco) hanno lasciato i rispettivi gruppi per formarne uno nuovo. Dalla parte di Canepa anche il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Manuel Meles, che ha espresso via social il suo sostegno. Immediata la smentita dal coordinamento regionale dei pentastellati: iniziativa personale di Meles non sostenuta dal partito. Per il M5S il sindaco leghista non è sostenibile.

La 'spaccatura' del centrodestra per le sorti dell'Ente di secondo livello è arrivata fino a Roma. "Quello che si sta definendo per le elezioni provinciali a Savona, con la scelta del nuovo presidente, rappresenta un accordo tra Cambiamo e PD davvero inaccettabile, che impone, come spero, un dietrofront in vista del voto e una riflessione politica" ha detto il senatore leghista Francesco Bruzzone.

"Le elezioni provinciali - ha aggiunto Bruzzone - sono state politicizzate in maniera erronea, considerando il complessivo carattere istituzionale delle consultazioni. Come unico parlamentare della provincia ho impostato il mio ruolo in senso trasversale, cercando di tutelare tutte le esigenze del territorio e da tutti i fronti".

Per la conferma dell'Olivieri 'bis' bisognerà attendere domani sera, lunedì 9 gennaio. Tra i due candidati di centrodestra si prospetta una sfida all'ultimo voto e non si escludono sorprese.

Nei primi tre mesi del 2023 sono previste 32.640 nuove assunzioni su tutto il territorio regionale, contro le 27mila del pre-Covid e le 28mila del 2022. È la stima contenuta nel Bollettino Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal, che analizza i trend per il lavoro nel periodo gennaio-marzo 2023.

“Sono numeri importanti che confermano la bontà di quanto stiamo facendo per rendere più efficiente ed attrattivo, non solo per i giovani, il nostro mercato del lavoro – dichiarano il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l'Assessore alle politiche del Lavoro Augusto Sartori –. Già nel terzo trimestre del 2022 la Liguria è stata la regione italiana con il più alto tasso di crescita dell’occupazione, grazie soprattutto al boom degli occupati nei settori dei servizi e del turismo, con un aumento dei lavoratori a tempo indeterminato e il calo di quelli a tempo determinato. Ora però siamo proiettati al nuovo anno che si annuncia subito molto favorevole dal punto di vista della crescita dell’occupazione e di tutto il sistema delle aziende liguri. Merito delle nostre politiche attive del lavoro come il programma Gol e Garanzia Giovani, che stanno avendo un ruolo significativo nel ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro attraverso un dialogo più efficace tra istruzione, formazione professionale e impresa".

"Il tutto – proseguono Toti e Sartori – senza dimenticare l’importante contributo dei centri per l’impiego che abbiamo potenziato sia dal punto di vista del personale assunto, che può garantire maggiori servizi a chi cerca lavoro, sia per l’inizio dei lavori di rifacimento delle sedi: investimenti che faranno della Liguria una regione guida per i servizi al lavoro”.

Tra gennaio e marzo si prevedono su tutto il territorio ligure 32.640 assunzioni così suddivise per provincia: 19.160 a Genova; 5.340 a Savona; 5.010 a La Spezia; 3.140 a Imperia.

Nel dettaglio, nel mese di gennaio si stima l'assunzione di 12.000 nuove unità, oltre mille in più rispetto a gennaio 2022. Servizi e industria rimangono i settori dove si assumerà di più, con Genova (7.340) al primo posto, seguita da Savona (1.790), La Spezia (1.640) e Imperia (1.230).

Il Bollettino segnala inoltre in tutta Italia un aumento del mismatch tra domanda e offerta, che in Liguria si attesta circa al 45% e che misure di politiche attive del lavoro come il programma Gol e Garanzia Giovani stanno contribuendo a far decrescere.

Anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda Gianluca Vialli: "Non dimenticheremo i tuoi i gol, le tue leggendarie rovesciate, la gioia e l'emozione che hai regalato all'intera Nazione in quell'abbraccio con Mancini dopo la vittoria dell'Europeo".

"Ma non dimenticheremo soprattutto l'uomo. A Dio Gianluca Vialli, Re Leone - conclude la Meloni - in campo e nella vita".