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GENOVA - Dalle dimissioni improvvise dell'amministratore delegato di Ansaldo Energia Giuseppe Marino al futuro di Acciaierie d'Italia, con la grande incognita sulle aree ex Ilva inutilizzate, passando per il futuro industriale, economico e strategico di Genova. Questi gli argomenti che affronteremo questa sera nel consueto appuntamento del lunedì con 'Il Programma politico di Primocanale', per tracciare un percorso tra passato e presente, con uno sguardo rivolto al futuro.

La sesta città d'Italia ha bisogno di risposte, che riguardino non solo lo scenario occupazionale ma anche quello progettuale, partendo dalle aree al momento "freezate" dell'ex Ilva. Un milione 145 mila metri quadrati di terreno sul quale negli anni d'oro della siderurgia si lavorava l'acciaio, un investimento di anni che ha permesso di diventare un punto di riferimento del Nord d'Italia, ma che oramai ha perso la propria consistenza.

La crisi economica e industriale che ha colpito Genova ha con il tempo assorbito sempre di più gli spazi inutilizzati, trasformandoli in lunghe distese, vuote, che non aspettano altro di essere reinvestite. Quale quindi il futuro di Genova, con l'incognita di Ansaldo Energia e la richiesta di ricapitalizzare l'azienda, con nuovi investimenti ad ampio spettro.

Un disco verde che sembra essere arrivato proprio attraverso le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha assicurato un cambio di passo al presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. Nel frattempo i sindacati, nel day after delle dimissioni dell'Ad Marino, hanno alzato la voce, chiedendo e ottenendo per martedì 7 febbraio un incontro proprio con il titolare del dicastero. 

Di questo e molto altro parleremo con i principali attori della politica genovese e ligure, ma anche con i sindacati e i lavoratori, con coloro che ogni giorno sono protagonisti del proprio presente ma con l'incognita di quello che sarà il loro futuro. 

CHIAVARI - Soprannominato "Faraone", era un personaggio politico che a Chiavari aveva lasciato il segno, anche per il suo fare molto decisionista. L'ex sindaco Vittorio Agostino, venuto a mancare nei giorni scorsi, aveva 87 anni ed è ricordato anche per le numerose opere pubbliche realizzate negli anni. È stato primo cittadino di Chiavari per 14 anni, sicuramente tra i più amati ma al tempo stesso anche tra i più contestati nella storia della cittadina ligure. È stato eletto per la prima volta nel 1993, fino al 1997, e quindi riconfermato anche nel 2000. 

L'ultima sfida politica di Vittorio Agostino risale al 2012 quando sfidò Roberto Levaggi, con il quale arrivò al ballottaggio. Venne sconfitto per 17 voti, fermandosi al 49,93% con il 50,07% ottenuto dal suo avversario. Nel 2017 Agostino sostenne la corsa a sindaco del suo ex assessore al Bilancio Marco Di Capua che vince e conquistò la poltrona più importante. Dopo quella esperienza il "Faraone" uscì definitivamente dalla scena politica, i suoi concittadini lo rincontrarono solo in occasione dei funerali dello stesso Di Capua. La sua ascesa iniziò nel partito della Lega Nord, da cui si smarcò presto scegliendo di correre con la sua lista civica "Chiavari avanti così" alla quale, nel 2007, affiancò "Uomini e città".

"Ho iniziato l’esperienza amministrativa con lui nel 2001 e sono sempre stato al suo fianco fino al suo ritiro – ha raccontato Antonio Segalerba presidente del consiglio comunale di Chiavari e vicesindaco metropolitano – Agostino, manager di esperienza internazionale, ha trasformato Chiavari. Era una persona intelligente, forte, decisa e divisiva". Al ricordo del presidente Segalerba si è unito anche quello di Roberto Levaggi, che ricorda con stima e rispetto il suo avversario politico, definendosi "l'unico candidato del centrodestra, sostenuto dai partiti, ad averlo battuto". Una collaborazione virtuosa, quella tra Agostino e Levaggi, nel periodo del suo ultimo mandato. 

 

 

 

GENOVA - Il dibattito aperto da Primocanale sull'ordinanza anti-smog che entrerà in vigore dal primo di marzo per tutto il territorio comunale di Genova ha investito la città: tante le richieste di cittadini e categorie, a partire da Confartigianato e Confesercenti, di deroghe e corsie preferenziali. C'è grande preoccupazione da parte soprattutto dei sindaci dei territori limitrofi, dove spesso circolano auto o soprattutto motorini immatricolati come Euro 1 che non potranno più essere utilizzati per la vita di tutti i giorni. Ma le più a rischio sono le piccole attività che dovranno fare i conti con le restrizioni che per le categorie commerciali arrivano fino all'Euro 3.

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Anche la consigliera comunale del Partito Democratico Cristina Lodi si è espressa sul tema in una nota stampa e ha presentato un’interrogazione urgente per avere delle risposte, risposte che il sindaco Marco Bucci a Primocanale ha anticipato che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, dato che si stanno studiando delle eccezioni nel rispetto delle normative. 

"A Genova la qualità dell’aria è pessima da anni, ma il Comune invece che pensare a strategie vere e concrete di diminuzione dell’utilizzo dei veicoli privati attraverso proposte efficaci nel tempo e sostenibili, emette ordinanze che vanno a penalizzare ancora una volta i cittadini"

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Il primo problema da affrontare è la difficoltà, oltre che economica, di acquistare auto nuove: il mercato prevede tempi di attesa lunghissimi a causa dell'assenza di chip e altri optional, per cui per un nuovo mezzo si aspetta anche più di 6 mesi. Il mercato dell'usato per questo motivo ha visto un'impennata nei prezzi e la spesa non vale l'acquisto che nel giro di pochi anni potrebbe essere 'obsoleto' o da rottamare.  

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Secondo la consigliera d'opposizione "in tutti questi anni non ci sono mai state misure propositive e costruttive per limitare l’utilizzo dei mezzi privati, penso per esempio a un trasporto pubblico efficiente che serva adeguatamente tutte le zone, anche e soprattutto quelle periferiche; ad alleanze con i sindaci della Città Metropolitana, proponendo una bigliettazione unica che metta insieme linee extraurbane, urbane e ferroviarie. Il miglioramento dell’aria e la riduzione dell’inquinamento avvengono anche attraverso l’aumento e la riqualificazione delle aree verdi, una rete funzionante di sharing mobility e molto altro".

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Anche il capogruppo in Consiglio comunale Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) ha presentato una mozione sostenendo che l'ordinanza è una misura iniqua che colpisce ancora una volta le classi meno abbienti, chi in sostanza è costretto a recarsi al lavoro con la Panda o la Vespa perché non ha la possibilità di cambiare il mezzo, e i moltissimi artigiani che utilizzano furgoni per lavorare. Si parla di oltre quindicimila veicoli che sarebbero interdetti dal divieto".

E il Partito Democratico interviene chiedendo:

"Quali sono gli studi che dimostrano che questa misura andrà a migliorare la qualità dell'aria? In che modo l’amministrazione intende permettere alla popolazione che si muove dai Comuni limitrofi verso Genova di raggiungere la città? Quali misure intende adottare per permettere alle persone di andare a lavorare senza obbligarle ad acquistare un veicolo nuovo?"

Il tuo browser è obsoleto.

"Come Sindaco preferisco attendere, non possiamo muoverci tutti in ordine sparso": lo dice a Primocanale Carlo Bagnasco, primo cittadino di Rapallo e presidente dell'Aci di Genova. Il riferimento è all'ordinanza anti-smog varata dal Comune del capoluogo ligure che dal 1 marzo porrà severe restrizioni alla circolazione delle auto più inquinanti.

"Sono un automobilista duro e puro - racconta Bagnasco - affezionato ai potenti motori di una volta. Però sono anche un uomo delle istituzioni e non posso sottovalutare la questione ambientale. Ritengo però che questo non sia il momento più adatto per introdurre specifiche limitazioni al traffico, soprattutto ritengo che certe decisioni debbano essere concertate per non creare squilibri". 

Una situazione che, al netto delle mitigazioni al provvedimento già ipotizzate dal Sindaco Marco Bucci (LEGGI QUI), si presenterà a Genova: chi partirà con un veicolo diesel Euro 3 da un qualunque comune che non prevede limitazioni si ritroverà improvvisamente fuori legge una volta varcata la soglia del territorio genovese. Un tema che coinvolge, tra gli altri, tutti i veicoli in transito per gli imbarchi sui traghetti ma che riguarda più in generale tutti i settori privati e commerciali; peraltro tutti coloro che arriveranno da fuori Genova potrebbero non essere informati delle limitazioni vigenti qui. 

VENTIMIGLIA - “Si pone fine ad una disparità e ad una disuguaglianza che vivevano i frontalieri che lavorano sul confine francese quindi soprattutto nel Principato di Monaco – spiega il presidente Giovanni Toti - rispetto ad analoghi lavoratori italiani impegnati oltre il confine svizzero. L’applicazione della medesima aliquota fiscale è un atto di equità, prima ancora che un sostegno concreto a famiglie che hanno comunque avuto una vita complessa. Finalmente il Parlamento ha riconosciuto questa equiparazione, grazie al lavoro che abbiamo svolto sia qui sul territorio sia a Roma”.

“Siamo orgogliosi del lavoro svolto – hanno aggiunto - l'assessore Marco Scajola e la deputata Ilaria Cavo – per arrivare all’approvazione di questo provvedimento che allevia la pressione fiscale sulle pensioni minime di operai, addetti alle pulizie e altri lavoratori, equiparando il trattamento per i nostri 8mila pensionati transfrontalieri liguri a quello previsto dall’ultima legge Finanziaria per chi, allo stesso modo, ha maturato le pensioni in Svizzera”.

L'incontro, svoltosi nelle scorse ore nella sede dell'associazione Frontalieri Autonomi Intemeli - Fai presieduta da Roberto Parodi ha visto la partecipazione di numerosi lavoratori che hanno voluto festeggiare l'importante risultato con i vertici di Regione Liguria e della deputata Cavo che, come ricordato da Parodi " è stata la prima firmataria del primo testo". Sempre Parodi, che non ha nascosto commozione, definisce questo momento storico. "Una lotta durata vent'anni. Grazie".