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Tante le segnalazioni che stanno arrivando alla redazione di Primocanale. Il comune di Genova sta pensando a delle deroghe 
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GENOVA - Il tema sta diventando sempre più caldo e negli ultimi giorni sta emergendo tutto il malcontento di chi si è trovato letteralmente spiazzato dalla prossima entrata in vigore della nuova ordinanza anti inquinamento su tutto il territorio del comune di Genova. Tante, forse troppe, le segnalazioni che stanno arrivando alla redazione di Primocanale e che con molta probabilità indurranno l’amministrazione a rimodulare una norma che da subito è apparsa difficilmente applicabile su un territorio complesso come quello che circonda il centro cittadino. (LEGGI QUI)

Adriano Dellepiane è un giovane artigiano, specializzato nel giardinaggio e nel Tree Climbing, speciale tecnica per l’abbattimento degli alberi. Il suo sfogo, affidato alla propria pagina Facebook è comprensibile ed in linea col pensiero di chi, come lui, vive ai margini del comune di Genova e sarà maggiormente danneggiato.
Io vivo nel Levante genovese ed opero principalmente nella zona Borgoratti e Nervi, uscendo poi dai confini comunali a est o a nord, come consuetudine per tutti dalle mie parti. Siamo rimasti spiazzati dalla notizia e siamo molto amareggiati, io rappresento molti altri piccoli imprenditori che, come me, ora si trovano in serie difficoltà per poter continuare a lavorare” scrive sui suoi social.

“Perché devo rottamare il mio Piaggio Porter 1.4 Diesel EURO3 ? Sono un giovane giardiniere in attività dal 2018 con regolare partita IVA e iscrizione all’albo dei gestori ambientali. Quando ho aperto la mia attività acquistai questo mezzo usato senza nessun aiuto, apparentemente in perfette condizioni esterne ma poi dopo un mese mi ritrovai a dover rifare la guarnizione della testata perché già difettoso al momento della vendita a mia insaputa. Le associazioni dei consumatori non mi aiutarono a fare causa al venditore disonesto che fece orecchie da mercante, lo riparai a mie spese con conseguente stop di 1 mese ed esborso di denaro ulteriore.
In più le procedure telematiche farraginose della camera di commercio ci misero 3 mesi per farmi ottenere l’iscrizione all’albo dei gestori ambientali, e a loro detta con il mezzo pronto all’opera dovetti far trasportare tutti i materiali dei miei primi lavori a un terzo autorizzato. Adesso, a distanza di 5 anni e con un mezzo che funziona alla perfezione dovrei rottamarlo per la ridicola somma di 6.000€ di contributo? Per comprare un nuovo Porter occorrono almeno 26000 mila euro, ovviamente si parla modello ultra-base senza aria condizionata e senza ruote gemellate. Una cifra spropositata per un veicolo dalla funzionalità inferiore al mio attuale.
Mi è stato proposto un finanziamento, che io onestamente non voglio aprire per non indebitarmi, visto il mio modesto giro di affari.
Non ci sto, io ho un mezzo che funziona benissimo e consuma poco e non voglio indebitarmi! Abbiamo già troppi problemi con la concorrenza del lavoro nero e dei “doppiolavoristi” senza che nessuno ci tuteli, con i prezzi al consumo che sono aumentati alle stelle mentre la nostra manodopera no, con le strade che sono una buca unica e i nostri mezzi sono sempre a riparare sospensioni e avantreni. Perché anche i mezzi comunali, che si muovono proprio in centro, non dovranno rispettare la normativa? Perché anche i veicoli delle Forze dell’Ordine saranno esclusi? Quelli di ASTER pure? Non sono giardinieri come me?".

E poi ancora: "Perché viene incentivata la rottamazione e basta a una cifra ridicola quando si può incentivare l’installazione di un FAP (filtro antiparticolato) su Diesel e GPL su mezzi a benzina per adattare i mezzi vecchi ed ancora in piena efficienza come il mio?
Devi solo spendere 26.000€ per un mezzo nuovo e il tuo vale 0 quando funzionerebbe per una vita. Noi siamo davvero stufi, le micro imprese come la mia soffrono in silenzio. Spero che un giorno il silenzio dei tanti onesti come me possa in qualche modo farsi sentire.”

Parole dure ma comprensibili, in cui traspare la disperazione di un giovane che, come molti suoi coetanei, sfida le insidie quotidiane della burocrazia per inseguire il sogno di un lavoro indipendente su cui ha investito tutto. L’appello all’amministrazione è chiaro, anche perché Adriano è solo uno tra le migliaia di lavoratori e famiglie che si trovano a fare i conti con un imprevisto arrivato come un fulmine a ciel sereno.