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Il presidente pronto alla riconquista della categoria ottenuta per la prima volta nel 2014
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Il presidente della Virtus Entella Antonio Gozzi, in carica dal 2007 e capace di portare la sua squadra in sette anni dall'Eccellenza alla serie B, si misura con la retrocessione matematica in C, sancita dalla sconfitta interna con il Vicenza. E' la seconda caduta dopo quella, molto controversa, del 2018, peraltro subito cancellata dall'immediato ritorno in B. Gozzi si impegna così per un percorso simile. "L’anno prossimo l’Entella tornerà a giocare in Lega Pro. E’ arrivata anche la certezza matematica, ma questo non significa - dice in un messaggio ai tifosi sul sito ufficiale - che le prossime tre gare potranno essere affrontate senza senso di responsabilità, attaccamento alla maglia e dignità. Lo pretenderò da tutti e lo dirò con chiarezza ai giocatori".

VALORI - "Da quando sono presidente ho considerato l’Entella “Més que un club”. Una società che si sforza di produrre valori, stili di gioco, senso dell’etica e della morale. Uno spirito globale che supera il mero atto sportivo. E la nostra Cantera non è mai stata solo una fabbrica di talenti calcistici, ma una realtà utile per far crescere i nostri giovani in campo e nella vita. Anche per questo l’attaccamento della famiglia Gozzi non è in discussione e il nostro approccio non cambierà. Vogliamo continuare ad essere una cassa di risonanza capace di rappresentare e dar voce al nostro territorio sulla ribalta nazionale. Siamo orgogliosi del legame forte creato con quei tifosi che credono in noi e con le aziende che ci sponsorizzano, tutti membri insostituibili della nostra idea di Entella. I risultati sono stati negativi, ma non si può vincere la Champions League tutti gli anni. I sostenitori che ricordano la polvere dei campi dell’Eccellenza sono consapevoli dell’eccezionalità di questo periodo. Le squadre di città molto importanti come Bari, Catania, Palermo, Perugia, Padova e Trieste in categoria inferiore aiutano a capire il lavoro straordinario portato avanti in questi anni dall’Entella, che è rimasta per sei campionati su otto in serie B.

CONFERME - Voltiamo pagina, ma si riparte con la squadra dirigenziale che ho scelto e cresciuto con cura e che è con me da moltissimo tempo. Ho dato fiducia a questi uomini e loro l’hanno sempre ripagata. Matteazzi, Superbi, Montali, Rosso, Volpe, Gerboni e i loro collaboratori sono la mia squadra e non la cambierei per nulla al mondo. Lavorano bene insieme, si stimano, remano tutti nella stessa direzione grazie a una cultura comune che è quella della competenza, del merito, della lealtà, del rispetto delle regole e dell’attaccamento ai colori sociali.

FUTURO - "Un’organizzazione che funziona deve essere flessibile ma anche resiliente, nel senso che deve saper resistere e mantenere la calma nelle difficoltà. Bisogna sempre credere al progetto comune e non mollare mai perché se si sopravvive ai momenti peggiori tutto può ancora succedere. Si cresce e si cambia in meglio con la consapevolezza dell’esperienza acquisita".

ORGOGLIO - "Ho vissuto la mia vita così, e ho cercato di trasmettere questa convinzione a quelli che lavorano con me, dai dirigenti ai tecnici, dai giocatori di tutte le leve fino ai magazzinieri. A tutti ripeto che ogni giorno devono entrare in sede o in campo orgogliosi della maglia che indossano perché dell’Entella si parlerà ancora a lungo come uno degli episodi più belli e importanti di un calcio italiano pericolosamente alla deriva e affogato dai debiti".

RIPARTIRE - "Dagli errori si deve trarre insegnamento e noi lo faremo cercando di capire dove abbiamo sbagliato. Lo faremo per ripartire ancora più forti, secondo il nostro modello. E torneremo alle origini. Anche per questo il ritiro estivo sara’ a Tavarone nell’ entroterra. Ripartiamo dalla nostra identità, dal nostro senso di appartenenza e dall’ attaccamento alla maglia lavorando senza tregua per fare bene nella prossima stagione".