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Impegnato nella battaglia del “grano” in Lega Calcio – “se Dazn vuole lo spezzatino, deve pagarlo di più”, è il suo mantra – Massimo Ferrero rischia di lasciare la panchina della Sampdoria scoperta per un’altra settimana. Al pari di due importanti poltrone dirigenziali, quella del direttore sportivo e del responsabile scouting, essendo Carlo Osti e Riccardo Pecini in prossimità della scadenza dei rispettivi contratti. Considerando che nella società blucerchiata manca la figura del direttore generale, ecco che tutti i poteri decisionali ed anche operativi risultano concentrati nella figura del presidente.

Quasi una reazione all’ultimo anno e mezzo in cui la Sampdoria era diventata la squadra di sir Claudio Ranieri, facendo sbiadire l’immagine, peraltro già opaca, del suo proprietario (o, meglio, del padre della proprietaria). Insomma, come era prevedibile Ferrero appare più assorbito dalle questioni economico-finanziarie che non da quelle sportive. Incassato il sì del Tribunale fallimentare di Roma al concordato preventivo per Eleven Finance srl e oggi anche per Farvem srl, il Viperetta è ora in attesa di conoscere la decisione dell’adunanza dei creditori, a cui spetta l’ultima parola. Secondo alcuni, l’accettazione significherebbe in automatico la vendita della Sampdoria. Ma non è proprio così, avendo Ferrero a disposizione 30 mesi per soddisfare i creditori. Poi Ferrero ha nel proprio asset patrimoniale anche i cinema, che per effetto del cosiddetto Salva Italia potrebbero vedere riconosciuta la riconversione in altra destinazione d’uso. Poi, perché attualmente la Samp è in realtà nelle mani del commercialista Gianluca Vidal attraverso il trust Rosan dell’Isola di Jersey e risulta sottratta ad altre procedure.

La stessa Sampdoria, peraltro, presenta oggi un indebitamento piuttosto elevato, attorno ai 78 milioni, per cui un potenziale acquirente (Fondi in primis) potrebbe semmai interessarsi all’acquisizione del debito senza l’esborso di denari al padre della proprietaria, sui cui pendono i 100 milioni di esposizione delle sue aziende. In sostanza, in un periodo in cui si dovrebbe guardare al futuro, al mercato, ai prossimi traguardi, per Ferrero è tempo di caccia al tesoro.

Necessario per la sopravvivenza. L’unica, magra consolazione è che il presidente della Sampdoria si trova in “buona” compagnia, essendo tutto il calcio italiano in difficoltà. E questo potrebbe indirettamente agevolarlo. Del resto, è stato lui a confessare di sentirsi “molto fortunato”. Un po’ meno, forse, i tifosi della Sampdoria, storicamente abituati a ben altri scenari.