A volte ritornano. Mai motto fu più congruo, almeno nel mondo dei tifosi sampdoriani, ad Alfredo Trentalange, tra i primi se non il primo nella lista nera della Sud per via del rigore inesistente fischiato al Bologna il 16 maggio 1999, decisivo per la terza retrocessione.Già la nomina a nuovo capo degli arbitri non aveva rallegrato i sostenitori blucerchiati, ma il peggio doveva ancora arrivare. Prima - ennesima dimostrazione di scarsa conoscenza della storia patria e, forse, anche di scarsa ricettività nei confronti di chi sul punto per mestiere avrebbe dovuto ricordargliela - gli elogi di Ferrero, una cortesia formale suonata però urticante a chi ancora ricorda il misfatto di Bologna e le sue conseguenze. Adesso, via Twitter, la risposta gentile di Trentalange: "Ringrazio pres @unavitadacinema per le parole su Calcio & Finanza".
Tutto normale, in un contesto appunto normale. Ma siccome Trentalange sta alla storia della Sampdoria come Byron Moreno sta a quella della Nazionale italiana del 2002, questa cordialità non necessaria suona altrettanto strana di quella eventuale di un Trapattoni o un Maldini o un Vieri che si complimentasse con l'ex arbitro ecuadoriano, che aveva privato gli azzurri della possibilità di giocarsi il titolo mondiale con buone possibilità di riuscirci. E in maniera meno grossolana del concedere un rigore inesistente all'ultimo minuto.
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