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Dopo l'ennesima sconfitta allucinante e incomprensibile in casa dei sardi, si deve ripartire
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 La Sampdoria allunga la galleria degli orrori che riguarda le sfide in trasferta con il Cagliari. La sconfitta per 4-3 di ieri sera al 5’ di recupero, dopo che i blucerchiati si erano trovati in vantaggio per 3-1 a una ventina di minuti dalla fine, si iscrive a perfezione in un libro nero ricco di pagine deprimenti. Nella seconda metà degli anni Settanta, in serie B, il Doria perse 5-1 e 5-3 al Sant’Elia. Ma non era che l’inizio di una terribile tradizione negativa confermatasi fino in fondo ieri sera al Sardinia Arena.


Se il vantaggio su rigore di Quagliarella alla mezz’ora sembrava troppo precoce, il raddoppio di Ramirez in avvio di ripresa autorizzava il centinaio di indomiti trasfertisti doriani a sognare. Neppure il tempo di allarmarsi per il gol dalla distanza di Nainggolan, con un tracciante leggermente deviato da un difensore doriano, che Quagliarella ristabiliva ancora le distanze. A quel punto il Doria si è illuso di avercela fatta e ha concesso al Cagliari prima di accorciare e poi di pareggiare, sempre con Joao Pedro: premessa per la beffa finale firmata da Cerri, che non segnava da due anni. Il Doria ha giocato benissimo fino al gol del 3-1, pagando in modo tremendo il successivo eccesso di sicurezza. Anche i cambi hanno inciso in negativo: Rigoni e Caprari, in particolare, hanno fluttuato nel nulla senza apportare il minimo contributo positivo.
Il Doria torna così a casa con una valigia di amarezze e nuove inquietudini per il futuro immediato: Parma, derby, Juventus, Milan e Brescia sono le gare mancanti al giro di boa. Ma questa sconfitta a Cagliari è una batosta che toccherà a Ranieri far riassorbire ai suoi ragazzi, fin dal prossimo impegno con i ducali di D’Aversa.
E dire che sembrava davvero la volta buona per il ritorno a quella vittoria in casa del Cagliari che mancava dal 4 novembre 2007, 3-0 con reti di Volpi, Diana e Caracciolo. Quel che si è visto ieri sera supera in contenuto horror però le recite degli ultimi anni: due gol di vantaggio dilapidati incresciosamente nel 2014 e nel 2017, ma allora dal 2-0 si passò… soltanto al 2-2. Lo scorso anno, Kownacki al 90’ aveva sprecato il rigore della vittoria. E a molti brucia ancora il gol al 96’ di Capone a Tempio Pausania, il 13 dicembre 2002, nell’anno della promozione firmata Novellino.
In due sole occasioni i minuti finali hanno detto bene al Doria in casa dei sardi: innanzitutto il 4-3 del maggio 1997, con gol di Iacopino allo scadere, che lanciò il Doria di Eriksson alla qualificazione Uefa e precipitò il Cagliari, previo spareggio col Piacenza, in serie B. Il 21 settembre 2013, al Rocco di Trieste, il Doria pareggiava con Gabbiadini al 90’ il gol di… Ekdal nel primo tempo, andava di nuovo sotto con Daniele Conti al 93’, segnava al 96’ il definitivo 2-2 con De Silvestri.
Fa male perdere così, fa malissimo che riaccada a Cagliari. Ma non vanno disprezzati i secondi finali delle gare: se il Doria non avesse raddrizzato il risultato col Lecce e conquistato la vittoria a Ferrara, sempre con Ramirez, la classifica sarebbe ancor più preoccupante di quella attuale.