cronaca

Il direttore di Malattie infettive dopo le polemiche sull'assegnazione del farmaco
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"Il mio è stato il grido di richiesta di un medico che vorrebbe avere il farmaco per poterlo usare sui suoi pazienti, non voglio più fare polemiche su questa situazione" Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova torna sulle polemiche nate dopo l'esclusione di Genova e della Liguria dall'uso sperimentale del Remdesivir, il farmaco nato per curare l'ebola che stava dando risultati incoraggianti anche per quanto riguarda la cura dei pazienti affetti da Coronavirus. Sulla questione sono intervenuti anche esponenti politici (LEGGI QUI) ma Bassetti cerca di spiegare tutto quello che è accaduto con l'infettivologo che ha chiesto al ministero a Roma e all'Aifa del perchè di certe scelte che hanno escluso Genova con il San Martino che è stato tra i primi a richiedere e utilizzare il farmaco.

"Essendo uomo di scienza che si basa sui numeri chiedevo del perchè Genova fosse stata esclusa e scelti centri come Catania e Ancora, non ho tirato in ballo nessun politico nè partito. Gli attacchi che sto ricevendo anche da esponenti importanti della città e del mondo politico sono vergognosi. Sono 57 giorni che lavoro continuamente e mi sono messo a disposizione della città e della Liguria. Vorrei che venissero qui a fare un po' delle ore che ho fatto io sono qui ad aspettarli, invece che parlare".

La lettera spedita a Roma per capire quale è stata la logica seguita nella scelta del dieci centri dove sperimentare il farmaco è rimasta per ora senza risposta, ma Bassetti spera ancora che possa esserci prima di tutto una risposta e poi che il San Martino venga inserito nei centri. L'obiettivo è capire da chi è stata presa la decisione e capire la logica. Il direttore della clinica di Malattie Infettive infatti sottolinea un aspetto molto importante: "Siamo una delle città italiane con il più alto numero di casi rispetto alla popolazione, numeri impressionanti, molto vicini a quelli registrati in Lombardia. Noi siamo un milione e mezzo di persone non undici come la Lombardia. Speriamo che le cose si possano rivedere"(LEGGI QUI) .

Sul sito dell'Aifa si trovano i dieci centri scelti per l'uso sperimentale del Remdesivir. Si tratta del Niguarda di Milano e dell'Ospedale San Gerardo di Monza in Lombardia, della Città della Salute di Torino, dell'azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, dell'ospedale Maggiore di Bologna, del Careggi di Firenze e del Cisanello di Pisa in Toscana e ancora l'azienda degli ospedali riuniti di Ancona, l'azienda ospedaliera dei Colli (Monaldi-Cotugno) di Napoli e l'Arnas Garibaldi di Catania.

In un documento reso noto dal Financial Times si parla di uno studio effettuato da alcuni scienziati cinesi che dimostrerebbe come il Remdesivir non è considerato un farmaco utile per quanto riguarda la cura delle persone affette da Coronavirus. Lo studio avrebbe mostrato che l’antivirale di Gilead Sciences "non ha migliorato le condizioni dei pazienti o ridotto la presenza del patogeno nel sangue". I ricercatori hanno studiato 237 pazienti, hanno dato il farmaco a 158 soggetti e paragonato i progressi con i restanti 79. Il farmaco "avrebbe anche mostrato significativi effetti collaterali in alcuni pazienti”, tanto da essere interrotto in 18 pazienti. L’Oms ha affermato che la bozza dello studio, "in fase di revisione scientifica".

Ma su questo Bassetti è molto chiaro: "Dobbiamo guardare più a quello che è pubblicato nelle riviste scientifiche e non alle voci che circolano. La ricerca del gruppo di ricercatori cinesi non è stato pubblicato e nelle stesso pdf c'è scritto che c'è un aumento della sopravvivenza. Quindi sarei un po' cauto nel dare giudizi. Aspettiamo di vedere i dati, ci sono molteplici sperimentazioni in corso che ci consentirà di dire se può essere utile nella cura del Coronavirus. A me come medico e ai miei pazientI farebbe piacere avere il Remdesivir a disposizione, a me personalmente il farmaco aveva dato l'impressione di non essere così male. Avere poco è meglio di niente. E poi non dimentichiamo c'è un articolo pubblicato nella rivista più prestigiosa al mondo in cui si riportano i dati del Remsdesivir su 70 pazienti che mostra risultati incoraggianti. Vorrei essere un po' cauto prima di dire che va bene o che va male" conclude l'infettivologo del San Martino.