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Le Regioni hanno messo a disposizione quasi 10mila bus aggiuntivi
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"Le regioni hanno unanimemente ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni eventuale riapertura delle didattica in presenza per chi oggi è ancora in didattica a distanza. Anche perché se si tornasse a scuola intorno al 10 di dicembre si rischia che alcuni focolai o un aumento di contagi vada ad impattare sulle nostre strutture ospedaliere proprio nei giorni tra Natale e Capodanno". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dopo l'incontro interlocutorio con i ministri Boccia e Speranza e la Conferenza delle Regioni integrata dai rappresentanti di Anci e le province italiane.

Sulla riapertura delle scuole superiori, "tutte le regioni hanno ritenuto di dire al governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento, soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole, in assenza di una seria programmazione di scaglionamento degli ingressi e con un sistema di trasporto pubblico che oggi prevede una capienza del 50% e che andrebbe necessariamente ritoccata ove si decidesse di far tornare i ragazzi più grandi in aula", ha ribadito Toti. All'orizzonte anche la possibilità di distanziare gli ingressi nell'arco della giornata e allungare il servizio scolastico nel fine settimana. "Certo siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato o la domenica. Siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni", ha replicato la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli.

Per il vertice del Mit "le scuole vanno riaperte quando ci sono le condizioni per riaprirle. Vediamo a che punto stanno, il 9 dicembre, i contagi". Le scuole sono state chiuse il 4 novembre per i contagi da Sars-Cov-2 in crescita, nel Paese e nelle classi. De Micheli è al vertice del ministero dei Trasporti: dall'avvio dell'anno scolastico, e fino alla fine di ottobre, treni, metro e bus erano stipati e pericolosi. "Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini, vi dico che le regioni hanno messo a disposizione quasi 10mila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo. Sono pronti a scendere in strada, alcune città hanno già codificato le corse in più da fare". Sono pullman "privati, a noleggio. Da 7 e 9 metri, 12 per l'extraurbano. Abbiamo a bilancio 500 milioni di euro, duecento sono per il 2021".

Con questi nuovi autobus non sarà comunque garantito il distanziamento sul mezzi pubblici. "No. Con 24 milioni di persone a bordo di mezzi dimezzati non sarà possibile. Siamo tornati alla capienza del 50 per cento e dobbiamo restarci almeno fino all'estate. Oggi per garantire lo stesso servizio in una città come Milano servirebbe far uscire dall'autorimessa, dalle 7 alle 9, altri 500 mezzi pubblici. Impossibile, dovremmo togliere dalle strade le automobili. A Milano possiamo aggiungere 80 pullman, non di più. Lo stesso ci dicono le simulazioni su Roma, Napoli. Quasi tutte le città metropolitane non sono nelle condizioni di ospitare numeri così alti di nuovi mezzi pubblici". E quindi, se non sono sufficienti neppure 10mila bus in più, un trasporto a prova di contagio si ottiene solo "con lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola", ha concluso De Micheli.

In Alto Adige già lunedì 30 novembre riprende la didattica in presenza nelle scuole medie e apriranno tutti i negozi. Per le superiori e le scuole professionali prosegue invece la didattica a distanza per alleggerire i trasporti pubblici. Lo ha annunciato l'assessore Philipp Achammer, dopo una seduta notturna della giunta provinciale. "Il prossimo passo è stato fatto, ma dobbiamo restare prudenti. Igiene, distanza e mascherina", ha scritto Achammer su Facebook. Dopo lo screening di massa, ogni settimana saranno testati a campione 4mila altoatesini. A questi si aggiungeranno 900 persone del mondo della scuola. Scuole e negozi riaprono nonostante l'Alto Adige fino il 3 dicembre sia in zona rossa. Venerdì 4 dicembre riprenderanno le loro attività bar, ristoranti ed estetisti. I parrucchieri riprenderanno la loro attività già dal 30 novembre. I centri commerciali potranno restare aperti anche nel fine settimane, mentre all'inzio della seconda ondata dovevano chiudere sabato e domenica.