Cronaca

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L’alveo del Fereggiano era pulito. E’ stato un tappo idraulico a causare l’esondazione che ha provocato l’alluvione a Genova il 4 novembre scorso. Lo stabiliscono i primi risultati dell’inchiesta aperta dalla Procura per cercare le cause dell’onda di piena, costata la vita a sei persone. E se la carenza di manutenzione viene esclusa, finiscono nel mirino le opere di cementificazione selvaggia. La costruzione di tombini. L’incalanatura dei rivi. Queste le tre cause che hanno provocato il “tappo idraulico”. Un’indagine lunga e difficile quella coordinata dal procuratore Vincenzo Scolastico, che porta avanti anche il fascicolo sull’alluvione dello scorso anno a Sestri Ponente. Per questo potrebbe chiedere di essere affiancato da magistrati che si occupano di reati contro la pubblica amministrazione, come il pm Francesco Pinto. Ma emergono anche nomi come quelli di Patrizia Petruzziello, Vittorio Ranieri Miniati e Paola Calleri. Acque pulite, poco fango, pochi arbusti, pochi massi: ecco cosa scagionerebbe il Comune di Genova dalle accuse di non aver pulito gli alvei dei torrenti Fereggiano e Bisagno. Si tratta però solo di una prima analisi, non definitiva, della Procura. Il geologo Alfonso Bellini, il perito nominato dal Tribunale, punta però le opere di cementificazione selvaggia. Qui ci sarebbero mancanze, tanto da far ipotizzare responsabilità penali, perché negli anni la costruzione di case e impianti in Valbisagno hanno ridotto lo spazio a disposizione del corso d’acqua, senza considerare i rischi in caso di forti piogge, causando il cossidetto tappo idraulico. Ma l’inchiesta potrebbe anche allargarsi ai previsori meteo. Su questo capitolo il procuratore Scolastico nominerà un superconsulente meteo che passerà al setaccio le previsioni fornite alle istituzioni. Si cercano dunque errori e omissioni. Mappe, modelli e carte sinottiche sono già al nono piano di palazzo di Giustizia, per capire se le previsioni indicassero un’area geografica più precisa rispetti a quella ipotizzata, rispetto alla quale il sindaco Marta Vincenzi e l’assessore Francesco Scidone hanno deciso di lasciare aperte le scuole. Per questo gli stessi previsori meteo dell’Arpal che hanno curato i bollettini ufficiali potrebbero essere ascoltati a breve dal pool di investigatori della Procura, assieme ai presidi della scuole già sotto torchio. Scolastico ha anche disposto l’acquisizione di informazioni dai dirigenti degli istituto colpiti dall’alluvione. (Anna Chieregato)