Per uno strano gioco del destino, l’anniversario del crollo del Ponte Morandi – diventato anche simbolo ed orologio dell’efficienza di un Paese e delle sue amministrazioni – andrà a coincidere con l’ultima settimana del Governo Conte, presente tra l’altro a Genova per questo anniversario.
Esecutivo che, al di là ed oltre le asperità delle ultime settimane, ha sicuramente mostrato grande vicinanza al nostro territorio, impegnandosi, insieme alle amministrazioni regionali e locali, per la sua più celere ripresa.
Un anno lungo, difficile e complesso.
Lo è stato, prima di tutto, per le famiglie delle vittime e per i sopravvissuti, poi per la città, un'altra volta colpita duramente da una tragedia che ha messo a dura prova, per mesi, attività produttive, traffico e speranze di un intero territorio che prima del 14 Agosto 2019 aveva ritrovato fiducia e voglia di crescere. Lo è stato anche per le nostre amministrazioni: Regione, Comune, ADSP e Camera di Commercio, chiamate ad uno sforzo organizzativo unico tanto sul territorio cittadino (pensiamo alla Strada della Superba) quanto a livello centrale dove con DL Genova prima, poi diventato Legge 130,si sono individuati strumenti unici per la ripartenza del territorio.
Lo è stato, in ultimo, anche per il Porto di Genova, fino a quel momento, poderoso motore della crescita e delle speranze della nostra città e di tutto il Nord Ovest. Non solo porto contenitori, ma anche, crociere, turismo, cantieristica, rinfuse, aeroporto. Dopo il 14 Agosto, parte di quell’imponente slancio in avanti si è perso, soprattutto per il traffico containers. Volubile quest’ultimo, anche ai più piccoli rischi operativi, e sensibile agli scenari internazionali, brexit e dazi USA, il mondo dei containers e della portualità ha subito, insieme alla città, forse i maggiori danni. Ma dal porto sono arrivate anche risposte importanti. Gli operatori, fin dalle prime ore del crollo, si misero a disposizione della città e del mercato, per difendere la prima industria cittadina; le categorie, che lavorarono a rimodulare operatività e tempi del porto, l’ADSP che coordinò infiniti tavoli e mediazioni.
Ma il peggio, per il Porto, non è ancora passato, il Ponte non c’è più, ma resta un cantiere poderoso, silenzioso ed efficiente, che richiederà molta pazienza alla mobilità cittadina e portuale, con continui stop and go; ma non solo, quel cantiere cercherà anche tanti spazi, forse anche nel porto, per le sue strutture e materiali; restano importanti atti normativi e decreti attuativi che rimarranno, probabilmente, in attesa di un nuovo governo e forse anche di un nuovo parlamento, prima di essere approvati; restano i progetti che il crollo del Ponte ha inevitabilmente messo in secondo piano ma che dovranno essere rilanciati celermente: Gronda, Nuova Diga Foranea, potenziamento delle linee ferroviarie, completamento calata bettolo, PED, carta dei servizi portuali, digitalizzazione del Porto e dei suoi Varchi.
Su questi dossiers c’è necessità di tornare a lavorare con celerità e coesione. Operatori, lavoratori ed organizzazioni sapranno dare, ne sono certo, il loro importante contributo tanto oggi e domani almeno quanto lo diedero, dalla mattina del 15 Agosto 2018 in avanti. Una volta passata l’emergenza, asciugate le lacrime e svanito l’effetto adrenalinico delle prime urgenze, non potrà mancare la determinazione e volontà di Genova e del Porto per arrivare veramente a girare pagina e tornare a parlare di futuro per viverlo. Forza Genova, oggi e sempre.
porti e logistica
Ponte Morandi, Botta: "Non perdiamo lo slancio del primo anno"
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