cronaca

Chiara Ottonello, portavoce del comitato: "Dobbiamo arrivare ad una soluzione che tuteli i cittadini, non i potenti"
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La rete autostradale della Liguria è oramai allo stremo: la chiusura ai mezzi pesanti del viadotto valle Ragone in A12, tra Sestri Levante e Lavagna, ha messo in evidenza (qualora ce ne fosse ancora bisogno), che i ponti della nostra regione sono pericolanti. E sotto il viadotto Bisagno, continuano a risiedere gli abitanti di Via delle Gavette, stremati ed impauriti per una situazione che non accenna a cambiare.



Chiara Ottonello, portavoce del Comitato Abitanti sotto il Ponte Bisagno, ribadisce che: “È evidente che stiamo vivendo sotto un pericolo estremo e costante, le manchevolezze di Aspi sono sotto gli occhi di tutti ed è oramai provato che abitare sotto i viadotti non è più possibile. Ma le istituzioni cosa fanno? Ci lasciano qui”.


Il comunicato mette in luce come "il Sindaco di Genova Marco Bucci, essendo spesso in comunicazione con il ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili Giovannini, è riuscito infatti ad ottenere 35 milioni di euro per il parco del Polcevera." La domanda tuttavia sorge spontanea: "Perché non provvede ad ottenere il trasferimento dei residenti sotto il viadotto Bisagno, peraltro già richiesto e ufficializzato in un dossier dal precedente Ministro De Micheli?"  “Sappiamo che Aspi teme di creare un precedente e, se dovesse dare il via libera al nostro spostamento, sarebbero costretti a sanare molte situazioni simili a quella a cui siamo costretti a sottostare noi. Ma intanto noi siamo qui, a non dormire più la notte”, prosegue la Ottonello.

 
Gli abitanti sotto il ponte Bisagno hanno paura, si sentono insicuri e per questo ritengono che "Aspi si sta arrampicando sugli specchi per evitare di spostarci, sta tentando di dichiarare sicura una situazione che invece sicura non lo sarà mai. Sentiamo parlare di costruzione di tunnel sui passaggi pedonali per i prossimi tre anni di cantiere, ancora una volta viene sottovalutata o nemmeno considerata la situazione delle nostre case”.

 
“In alternativa il Rina sta ventilando l'ipotesi di trasferimenti provvisori (per mesi) in ogni fase pericolosa dell'allestimento e disallestimento del cantiere, ma tutto questo è inaccettabile – continua la Ottonello. "Bambini, anziani, disabili, costretti ad essere spostati come pacchi postali, dalle proprie case e dalle proprie abitudini, per l'incuria di un concessionario autostradale e di chi aveva il dovere di vigilare negli anni, ma non l'ha fatto”.

 
La portavoce del comitato chiede a gran voce anche al presidente della Liguria Giovanni Toti "che possa portare a giusto compimento il PRIS, programmando per tempo il nostro trasferimento definitivo”, chiede a gran voce la portavoce del comitato.

 
Il Mit, circa due anni fa, ha valutato il viadotto Bisagno con un punteggio di rischio crollo pari a 50/70. Questo Viadotto non sta bene, ed è del 1967, vecchio come lo sarebbe il Morandi. Da una prima analisi preliminare degli ingegneri, il ponte ha una vita residua stimata di circa 30 anni (ottimisticamente), nonostante le manutenzioni che verranno fatte nel corso degli anni. Per dirla chiaramente: in un futuro prossimo l'Infrastruttura andrà demolita senza dubbio e di certo i residenti di via delle Gavette non potranno starvi sotto.

 
“È evidente tra l’altro che il viadotto è da considerarsi un cantiere perenne, con giunti che verranno rifatti ogni tre mesi, portando le probabilità che il tiro a segno mortale sulle nostre teste e su quelle dei nostri cari si tramuti in un evento certo. “Tutto questo è inaccettabile. E perdonatemi, lo è ancora di più è che le istituzioni appoggino queste assurdità. Dobbiamo arrivare ad una soluzione che tuteli i cittadini, non i potenti”, conclude la Ottonello.