cronaca

Hanno aderito anche partiti della sinistra radicale
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A Genova un centinaio di persone tra lavoratori portuali e militanti della sinistra antagonista hanno bloccato il varco Etiopia in porto per protestare contro l'arrivo della nave cargo saudita Bahri Yanbu, accusata di trasportare armi destinate alla guerra in Yemen. Alla manifestazione, indetta dal Collettivo autonomo dei lavoratori portuali, hanno aderito anche partiti della sinistra radicale, associazioni come Amnesty International ed Emergency e i sindacati Usb e Si Cobas. "No alla guerra", "Chiudere i porti alla guerra" e "Boicottiamo le navi della morte", si legge su alcuni degli striscioni e dei cartelli esposti dai contestatori, che hanno chiuso il varco portuale con delle transenne e acceso diversi fumogeni.

"Nei mesi scorsi nel porto di Genova una mobilitazione partita dai lavoratori del porto ha impedito l'imbarco di materiale bellico diretto in Arabia Saudita e destinato alla guerra in Yemen. Analoghe manifestazioni a sostegno del blocco del traffico di armi si sono tenute in altri porti europei contro le navi della compagnia saudita Bahri, che rifornisce d'armi e mezzi militari tutto il Medio Oriente", ricordano gli organizzatori della protesta.

"Il complesso militare industriale è tra i molti responsabili di questa escalation in combutta con governi sempre pronti ad approvare politiche di saccheggio verso le risorse naturali in varie zone del mondo. Il combinato disposto con una crisi economica che non è risolvibile all'interno del sistema capitalista e neoliberista rende la guerra come una costante nelle nostre società. Fermarli però - concludono i lavoratori - è possibile cominciando dai nostri territori, boicottando la guerra cominciando da casa nostra", concludono i lavoratori che hanno partecipato alla protesta,