politica

Due vertici per il decreto da adottare entro il 3 dicembre
4 minuti e 1 secondo di lettura
Quarantena obbligatoria per chi rientra dall'estero. Anche per chi va a sciare oltre frontiera. Con due vertici il governo fa il punto sul Dpcm  che deve adottare entro il 3 dicembre e prefigura le regole di condotta per il periodo natalizio. Preliminare l'aggiornamento della mappa del rischio, con le regioni che si muovono attraverso lo scacchiere colorato giallo-arancione-rosso.

La maggioranza dei Paesi di confine sono concordi nel non riaprire gli impianti sciistici. Ma il governo è orientato a non limitare gli spostamenti trasfrontalieri neppure con quelli come l'Austria che sono propensi a tenere aperto. In ogni caso saranno prescritti rigidi controlli sanitari, a partire dalla quarantena, per chi rientra. L'Italia ha già deciso che terrà chiuse le stazioni sciistiche.

Governo accelera sul Dcpm Natale, senza spostamenti costa 4,1 miliardi - CLICCA QUI

Per le famiglie tema di grande interesse sono i ricongiungimenti nel periodo natalizio.
Il ministro della Salute Roberto Speranza chiede che siano consentiti solo i trasferimenti tra regioni in area gialla. Questo avverrebbe anche nei casi in cui siano interessati parenti di primo grado. Da decidere, inoltre, il numero di persone che potrebbero partecipare a riunioni di famiglia. Sei, otto o dieci? Dipenderà dalla curva dei contagi.


Covid, Bassetti: "Commissario in Calabria? Serve meritocrazia e la scuola va riaperta". Toti contro Delrio - CLICCA QUI

Più definita la questione per quanto riguarda le scuole. Verso la riapertura, a partire da mercoledì 9 dicembre, le scuole superiori e le seconde e terze medie nelle regioni in fascia intermedia di rischio. Il governo è propenso a favorire il commercio in periodo natalizio, con un prolugamento degli orari in modo da limitare il rischio di contagio. Tra le ipotesi quella di portare la chiusura dei negozi alle 22, il coprifuoco alle 23, tranne che per i giorni di vigilia che godranno di un regime più permissivo.


RIUNIONE A PALAZZO CHIGI - E' iniziata poco dopo le 14 a Palazzo Chigi la riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza: all'ordine del giorno ci sono le nuove misure di contrasto al Covid, in vista della scadenza il 3 dicembre del Dpcm ora in vigore. La strategia del governo sul Covid è l'unico punto a ora previsto all'ordine del giorno della riunione. Sono presenti, con Conte, i ministri Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova, Alfonso Bonafede e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Un incontro che è terminato dopo due ore, previsto ora un nuovo incontro a distanza di 24 ore.

VIDEO CONFERENZA CON I GOVERNATORI - I presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo nella videoconferenza in vista del prossimo Dpcm di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci, secondo quanto si apprende. L'obiettivo dei presidenti delle Regioni sarebbe quello di evitare così la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve. Il governo ha confermato che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale.

BOCCIA: GESU' BAMBINO PUO' NASCERE DUE ORE IN ANTICIPO - Il ministro Boccia al termine degli incontri ha fatto il punto: "Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l'epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire". E' quanto avrebbe detto il ministro Boccia alle Regioni, secondo quanto si apprende. Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre". Questa è eresia non facciamo i sepolcri imbiancati - ha aggiunto l'esponente Pd -. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede".


LE REGIONI SUGGERISCONO DI FAR RIPARTIRE LA SCUOLA IL 7 GENNAIO - Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza". Lo ha detto nel punto stampa quotidiano sul covid il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla riunione tra i ministri Boccia, Speranza e la conferenza regioni, l'Anci con Decaro e le province italiane. "Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata". (LEGGI QUI).