porti e logistica

Aperto un procedimento penale per sforamento dei limiti
2 minuti e 12 secondi di lettura
Nuova grana per Aldo Spinelli, l’imprenditore del porto di Genova già al centro di diversi ricorsi per i container a Cornigliano. C’è ora un procedimento penale nei confronti del suo Distripark, al porto di Prà, per superamento dei limiti di inquinamento acustico. Cioè per i rumori prodotti dai mezzi in azione per la movimentazione dei container.

GUARDA I DATI DEL MONITORAGGIO

Ma di che cosa stiamo parlando? Dell’attività di stoccaggio e deposito di merci varie gestita dal Consorzio Genova Distripark srl. Specializzato, leggiamo sul sito dello stesso Spinelli, “nel movimento casse e merci varie nonché nel rizzaggio e derizzaggio di merce su Flat rack” cioè mezzi idonei per il carico di merci pesanti o ingombranti necessariamente caricate di lato o dall'alto, non in container. 30 gli ettari, leggiamo questa volta sul sito dell’autorità portuale, “con torre uffici e servizi da 7.200 mq e di magazzini per 20.000 mq”.

Ma di fatto, ci spiega una fonte del ponente, sono state messe montagne di container a cinque tiri, in gergo, cioè su cinque piani invece che sui tre, come per consuetudine non scritta. Ostruendo la vista. E inoltre si lavora sempre, con rumori conseguenti, il tutto a venti metri dalle case. Delle battaglie sono sempre stati protagonisti il comitato di Prà e poi la fondazione Primavera.

I dati presi in esame si riferiscono al periodo tra il 4 e il 18 marzo di quest’anno, arco di tempo in cui il limite di decibel consentito è stato superato per 3 volte su 14 in orario notturno (il 23% delle volte) e addirittura 9 su 14 in orario diurno (pari al 64%).

“Dell’inquinamento acustico – ci spiega il presidente del Municipio Mauro Avvenente – ci siamo occupati a lungo con incontri in capitaneria di porto per abbassare al minimo consentito dalla legge, il volume dei cicalini, i segnalatori acustici, dei mezzi da lavoro, in modo che non arrechino disturbo ai cittadini ma, dall’altro lato, che consentano il mantenimento dei livelli di sicurezza dei lavoratori. 

I cittadini di Palmaro e Prà denunciano da anni una situazione ormai diventata insostenibile, pressoché inascoltati da tutte le istituzioni, locali e regionali – denuncia Alice Salvatore, consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle – E, invece di ascoltare i cittadini, la vecchia politica si prostra di fronte a privati e terminalisti, insistendo su progetti di ampliamento delle banchine che cancellerà l’ultima spiaggia libera del Ponente, aumenterà esponenzialmente l’inquinamento chimico e acustico, a fronte di un trascurabile ritorno in termini di occupazione e ricadute sul territorio”.