cronaca

Ma il commercialista l'avrebbe svelato solo ora. Gli audio inviati dalla donna alla criminologa che ha permesso di indagarla
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 Anna Lucia Cecere era già stata nello studio di via Marsala, a Chiavari, dove il 6 maggio del 1996 è stata uccisa Nada Cella: la donna si era recata nello studio e aveva parlato con la segretaria per cercare di incontrare il titolare dell'ufficio Marco Soracco.

Lo avrebbe confermato lo stesso commercialista agli inquirenti nei due interrogatori
a cui è stato sottoposto nei mesi scorsi nella questura di Genova per cui è stato indagato per falsa testimonianza insieme alla mamma Marisa Bacchioni.

A fare scoprire e iscrivere sul registro degli indagati per la seconda volta a distanza di 25 anni Cecere,
ex insegnante originaria di Caserta, è stato il meticoloso lavoro di indagine svolto dalla criminologa di Bari Antonella Delfino Pesce con una revisione delle relazioni dell'indagine che le ha permesso di leggere, messi a disposizione dall'allora procuratore Francesco Cozzi, i tanti atti redatti dagli agenti della polizia della mobile ma pure le trenta pagine di accertamenti svolti dai carabinieri proprio sulla Cecere, prima indagata e poi archiviata in modo sbrigativo dal pm Filippo Gebbia, ora in pensione. Carte, quelle scritte dai militari, mai trasmesse ai poliziotti.

La criminologa per un black out nel coordinamento fra gli inquirenti è stata la prima ad accorgersi che già nel 1996
i carabinieri avevano sequestrato in casa di Cecere cinque bottoni uguali a quello rinvenuto in una chiazza di sangue nello studio dove è stata uccisa Nada Cella. Particolare ignorato invece dai poliziotti della omicidi titolare dell'indagine a cui nessuno lo aveva mai riferito prima.

Antonella Delfino Pesce per cercare di decifrare il coinvolgimento della donna, siccome lei da maestra era stata sottoposta a un procedimento disciplinare, si era recata a parlarle con il pretesto di una inchiesta sui docenti. L'aveva incontrata nella sua nuova casa di Boves (Cuneo) dove Cecere si era trasferita dopo il 1996, suscitando la rabbia e le minacce neppure velate di Cecere. Da lì lo spunto che ha fatto partire una nuova indagine che ha permesso di indagare Anna Lucia Cecere e riaprire il caso, ora coordinato dal pm Gabriella Dotto.

La prova chiave dell'indagine sarà la comparazione del dna di Cecere (prelevato di recente) e il codice genetico del sangue e altri residui organici trovati nello studio e sul bottone rinvenuti sul luogo del delitto: sino ad allora, è bene ribadirlo, l'ex insegnante è una persona innocente e solo sospettata del delitto di 25 anni fa.

La polizia ha anche sequestrato lo scooter
che, secondo una mendicante, la Cecere avrebbe usato la mattina del 6 maggio del 1996 per allontanarsi da via Marsala. Il veicolo sarà sottoposto all'esame del luminol per verificare se ci sono macchie di sangue.