cronaca

Vigilia dell'udienza preliminare, parla il procuratore di Genova: "Ero transitato sul Morandi quindici minuti prima del crollo"
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"Sono rimasto sorpreso dalla sfrontatezza e dal cinismo con cui alcuni indagati dell'indagine sul crollo del Morandi parlavano sul tema della sicurezza, e dire che il 14 agosto del 2018 ero passato sul pontecon mia moglie appena quindici minuti del crollo..."

Lo ha rivelato il procuratore di Genova facente funzione Francesco Pinto a Primocanale a pochi giorni dall'inizio delle udienze preliminari per del processo sul crollo di Ponte Morandi che vede indagate 59 persone
, fra cui i vertici di Autostrade, di Spea e molti dirigenti e tecnici che avrebbero dovuto evitare la tragedia del 14 agosto 2018 costata la vita a 43 persone.

Dottor Pinto lei ha anche coordinato alcuni filoni dell'indagine: come si sta arrivando preparanto la prima udienze preliminare del 15 ottobre.

"La procura ha evidenziato in maniera molto specifica quelle che sono le ipotesi di accusa carico di ciascuno degli indagati al fine di consentire al giudice una valutazione estremamente puntuale di quelli che sono gli elementi sufficienti per sercitare l'azione penale, perchè questo è sostanzialmente lo scopo dell'udienza preliminare, un primo confronto fra accusa e difesa sulle ipotesi di accusa tali da fine di consentire al giudice di valutare se il materiale probatorio è tale da consentire la celebrazione di un processo".

L'udienza dove si svolgerà?

"E' stata allestita una tensostruttura nel cortile di palazzo di giustizia dove già si è svolto una importante puntata di questo complesso processo come l'incidente probatorio, anticipazione del confronto dibattimentale sulle cause del crollo. Nell stessa struttura molto capiente si terrà anche l'udienza preliminare, che è riservata alle parti e chiusa al pubblico".

Quale è il compito del gup Paola Faggioni, spieghiamolo nei dettagli al grande pubblico?

"Sarà un compito molto delicato perchè nei processi di un certo rilievo è prevista la figura del giudice che deve vagliare le ipotesi di accusa in contraddittorio con le argomentazioni contrarie portate dalla difesa, all'esito di tutto questo il giudice valuterà per quale imputato sarà raggiunta una sufficiente prova per l'esercizio dell'azione penale".

Sono state programmate una serie di udienze, sino a quando?

"Si sono al mese di dicembre con una cadenza di tre udienze ogni settimana, un ritmo piuttosto serrato per consentire di concludere entro la fine dell'anno di avere un primo verdetto su questo imponente materiale probatorio selezionato dalla procura".

Si può ipotizzare a quando si potrà arrivare al processo e a una sentenza?


"Se il calendario non subirà mutamenti e imprevvisti direi che almeno per i primi mesi dell'anno potrà cominciare il processo, per la sentenza è ancora prematuro ipotizzare una data, noi ci auguriamo che sia il più rapido possibile".

Le ha cordinato personalmente le indagini sulle barriere fonoassorbenti di autostrade e la sicurezza delle gallerie e dei viadotti, quale è stato il compito più difficile?


"Sono procedimenti paralleli nati dall'inchiesta sul crollo del ponte, il compito più difficile è stato ricostruire anche tecnicamente lo stato e le condizioni del tronco delle autostrade del compartimento di Genova e i controlli e la manutenzione sulla sicurezza. Un'indagine a tutto campo che è in via di conclusione".

Da inquirente la cosa che l'ha sorpresa di più?


"L'imponente materiale probatorio è al vaglio del giudice e preferirei non dare dellle indicazioni o suggestioni, posso solo dire a livello di impressione personale una certa sfrontatezza e cinismo con cui soprattutto in certi dialoghi persone anche importanti parlavano dei temi della sicurezza".

Prima e anche dopo il crollo?

"In generale si ricava anche dalle intercettazioni telefoniche depositate

Lei conosce bene le carte dell'inchiesta: se dovesse spieghere a un bambino perchè è crollato il ponte Morandi cosa direbbe?

"I bambini hanno fantasia, bisogna fargli capire che l'uomo può con le sue grandi capacità e grande ingegno può costruire delle grandi opere ma al tempo stesso con negligenza e incuria e anche egoismo personale può anche contribuire a distruggerle, fargli capure queste due contraddizioni apparenti dell'agire umano"

Una grande opera anziana che andava curata?

"Una grande opera anziana che andava curata e tenuta con una manutenzione che doveva essere estramente accurata e che doveva coinvolgere diversi soggetti che putroppo si sono rivelati del tutto inadeguati a questa incombenza".

Trapela il fatto che questo non è stato fatto perchè c'era una corsa al profitto oppure questo non si può dire?

"Le conclusioni dal punto di vista generale sociologico le lasciamo ad altri e cerchiamo di capire quali sono state le cause che hanno portato a questa immane tragedia e poi certamente questa immane tragedia può anche risvegliare le coscienze sugli assetti che hanno determinato questa deriva, un tema di riflessione che non spetta ai magistrati ma i cittadini e a chi si occupa della cosa pubblica".

Le come magistrato e come cittadino aveva mai pensato che quel ponte potesse essere a rischio?


"Mi ha sempre colpito l'imponenza di questa struttura e quindi la necessità di una certa manutenzione ma francamemte non sono mai arrivato a pensare che potesse crollare in maniera così drammatica e repentina".

Lei quando è crollato dove era?


"Io c'ero passato da quarto d'ora perchè ero in ferie e mi stavo dirigendo verso una località montana dove ho una piccola casetta e quindi... diciamo che sono stato fermato all'altezza di Ovada da una telefonata di mio figlio che aveva appreso dai social della caduta del ponte, mi sono subito fermato e ho chiamato in ufficio dove ancora non era arrivata la notizia del crollo"

Cosa ha pensato adilà che ha capito di avere rischiato la vita anche lei?

"L'impatto emotivo è stato abbastanza devastante, perchè si pensa al dramma e alle possibili persone care che possono avere transitato su questo ponte, persone di famiglie, colleghi, amici, è stato un momento di sospensione e certamente una giornata che ricorderò sempre nella vita".

I familiari chiedono giustizia: lei cosa può rispondere?

"La giustizia che giustamente chiedono non potrà essere data solo dal processo, una riparazione così immane probabilmente non avrà mai una riparazione complessiva. Noi possiamo contribuire a fare chiarezza per quanto riguarda le responsabilità dei singoli che può essere poi motivo di riflessione affinchè queste cose non accadano più, il dolore dei singoli non potrà mai essere riparato da nessun tipo di processo, secondo me"

Qualche familiare le è venuto a parlare in privato, possiamo dire qualcosa? Ovviamente rispettando la privacy.


"No, proprio perchè ci sono questioni private non lo dico in pubblico"

Possiamo dire che è capitato anche questo?


"Nel corso di una vicenda così complessa capita anche un contatto umano, una fatto sicuramente importante ma proprio perchè privato non è opportuno esternarla in pubblico".