Le navi da crociera sono in panne: dopo due mesi di totale stop, con gli extra costi per rimpatriare passeggeri e personale e con un futuro totalmente incerto, il settore cerca soluzioni per non precipitare in un pericoloso gorgo economico.
In Costa, per esempio, stanno pensando di non rinunciare a priori alla stagione estiva 2020: le navi della compagnia italiana (sono 14 e tutte battenti la nostra bandiera nazionale) resteranno ‘armate’ con un numero minimo di personale a bordo, così da rendere possibile una veloce ripartenza qualora la compagnia, che per il momento ha annunciato lo stop fino al 30 giugno, decida di proporre degli itinerari dal mese di luglio.
Royal Caribbean, invece, punta a rastrellare dal mercato delle obbligazioni oltre tre miliardi di Euro mettendo parte della sua flotta a garanzia del prestito: questo colosso delle crociere è in enorme perdita, sia nei fatturati che nel valore del capitale azionario, e vive nella forte preoccupazione di un lungo e imprevedibile stop della propria attività.
In Italia si sta ragionando sull’ipotesi di limitare al solo territorio nazionale gli itinerari delle crociere: potrebbe essere una buona idea per superare il problema di eventuali quarantene imposte da Paesi terzi ma non tutte le compagnie potranno legalmente (a meno di riforme nel settore) operare in questo modo. Costa Crociere potrà proporre eventuali crociere ‘made in Italy’ con tutte le sue navi poiché l’intera flotta batte bandiera italiana; Msc, invece, ha attualmente nel mediterraneo una sola nave ‘europea’ (con bandiera maltese) mentre le altre battono bandiera panamense e quindi non potrebbero effettuare cabotaggio in Italia.
Ma per recuperare l’interesse turistico sui viaggi via mare saranno necessarie regole intelligenti per gestire la ripartenza: mascherine, guanti, sanificazione e distanze saranno fondamentali per rendere fruibili le crociere senza troppi pensieri.
Tema analogo vale anche per i traghetti: gli armatori si aspettano di poter riprendere a pieno ritmo i collegamenti da e per le isole con l’inizio della stagione estiva ma i passeggeri dovranno essere convinti che ci si può imbarcare senza rischi.
Il gruppo Onorato, che gestisce Moby e Tirrenia, ha deciso di istituire allo scopo la figura del ‘care manager’, un nuovo marittimo che saprà fornire indicazioni sanitarie, mascherine, controllo sul distanziamento negli spazi comuni e a cui rivolgersi per ogni altra questione che riguarda la sicurezza a bordo.
Il Gruppo Grimaldi, infine, ha stabilito che, per il momento, i suoi traghetti potranno viaggiare solo al 50% della capienza massima: una decisione che limita i posti ma che rende più facile il rispetto del distanziamento sociale a bordo. Anche l’accesso alle aree bar e ristorante sarà contingentato per minimizzare i rischi.
Intanto Stazioni Marittime ha rinnovato il consiglio di amministrazione e scelto il nuovo presidente, si tratta del notaio Federico Riky Solimena LEGGI QUI
porti e logistica
Crociere e traghetti, quali soluzioni per favorire la ripresa?
Nascono nuove figure per garantire la sicurezza a bordo
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