salute e medicina

I risultati di uno studio. Bassetti: "Nessuna reinfezione ma guarigione virologica lenta"
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Chi guarisce dal Covid-19 sviluppa sempre gli anticorpi protettivi al Covid-19. La conferma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, che ha rilevato nel 100% dei pazienti analizzati (285) la presenza degli anticorpi IgG, cioè quelli prodotti durante la prima infezione e che proteggono a lungo termine. "Questo conferma le mie teorie - spiega Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova -. Significa che il test sierologico può essere utile per diagnosticare i pazienti sospetti, risultati negativi al tampone, e identificare quelli asintomatici. In questa ricerca si è visto che tutti i pazienti studiati avevano sviluppato gli anticorpi specifici per il virus dopo circa 17-19 giorni dalla comparsa dei sintomi".


Nel mondo si registrano oltre 3,3 milioni di casi, più di un milioni di ricoverati e circa 235 mila vittime causate dal Coronavirus. L'Italia si appresta ad avviare la fase 2 con una ripartenza, seppur graduale, dell'economia. la preoccupazione maggiore resta quella di individuare i positivi asintomatici. E mentre si studiano ancora i dettagli dell'app 'Immuni' utile a individuare nel più breve tempo possibili possibili soggetti contagiati, i test rimangono la prima misura idonea per diagnosticare la presenza del Covid-19. "Il tampone rimane efficace per confermare precocemente l'infezione, ma l'esame degli anticorpi può essere importante come complemento per la diagnosi dei casi sospetti negativi al tampone, e nel sorvegliare le persone entrate in contatto con i malati ma asintomatici" spiega ancora Bassetti.

In molti si chiedono se è possibile una volta affrontato, e superato, il virus, avere una nuova reinfezione e quindi dover riaffrontare tutto da capo. Gli studi sulla questione vanno comunque avanti e i pareri sono ancora discordanti. L'infettivologo del San Martino in un post su Facebook spiega: "Rivedendo la nostra casistica (oltre 600 pazienti qui al San Martino) non abbiamo visto alcun caso di reinfezione, in contrasto con quanto segnalato dai colleghi coreani, che avevano visto un 2% di guariti reinfettati. La mia impressione è che la guarigione virologica sia più lenta di quella clinica ovvero i pazienti continuano ad avere tampone positivo fino a 50-60 giorni dopo l'inizio dei sintomi. Talvolta - prosegue bassetti - si vede un tampone negativo e poi uno nuovamente positivo. Questo non vuol dire che ci sia una reinfezione ma è la stessa infezione che dura più a lungo. Nella fase 2,3,4 sarà molto importante ascoltare chi ha seguito e curato i pazienti Covid-19 della prima fase" conclude il direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova.